Calcioscommesse: Catanzaro, chiuse indagini inchiesta Dirty soccer

 I reati contestati sono associazione per delinquere, frode in competizioni sportive ed estorsione
 

 

 

La Procura distrettuale antimafia di Catanzaro ha chiuso le indagini sul caso “Dirty soccer”, l’inchiesta che ha svelato il vorticoso giro di “combine” nei campionati di calcio di Lega Pro,Cnd e nell’Eccellenza calabrese. Sono 84 le persone indagate dal sostituto procuratore Elio Romano che dovranno rispondere di 43 capi di imputazione. I reati contestati sono associazione per delinquere, frode in competizioni sportive ed estorsione.

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Secondo la Procura catanzarese, una vera e propria organizzazione con il contributo di giocatori, allenatori e direttori sportivi, avrebbe alterato alcuni match dei campionati di calcio con il duplice fine di far vincere il campionato di Serie D al Neapolis e di realizzare lucrose vincite con le scommesse. Al vertice del gruppo vi sarebbe stato, sempre secondo l’accusa, Pietro Iannazzo, consulente di mercato del Neapolis, ma soprattutto esponente di primo piano dell’omonima cosca di Lamezia Terme (Cz). E’ previsto per il prossimo 11 marzo l’incidente probatorio per acquisire i dati informatici rinvenuti nei telefoni cellulari e sui computer degli indagati.

Lunedì scorso la giustizia sportiva ha emesso il suo primo verdetto confermando la maggioranza dei deferimenti: 38 tesserati condannati,11 prosciolti; 17 società sanzionate (11 con punti, 6 con ammende),11 prosciolte. In totale sono stati comminati 108 anni e tre mesi di squalifica (o inibizione), 74 punti di penalizzazione, 1.430.900 euro di ammende. (AGI)

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Redazione

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