CALCIOPOLI: Borrelli spreme arbitri, ma si difendono tutti

Si serrano le fila per rispettare i tempi e per chiudere in fretta la fase istruttoria.
Bomba ad orologeria sui campionati?

Un fuoco di domande, a centinaia, su tutto, gol non dati, telefonate strane, ma anche amicizie strette, alleanze nate a cena, o la sera durante i raduni a Coverciano o Sportilia. E’ il giorno degli arbitri davanti all’ Ufficio indagini della Figc: ancora una maratona per il pool di Francesco Saverio Borrelli, che vuole andare a fondo su tutto e fare luce sul coinvolgimento dei club, quelli che rischiano le sanzioni sportive. Stavolta i riflettori sono stati indirizzati anche sulla Lazio, oltre alla Juventus, naturalmente.
La seconda giornata di audizioni si e’ aperta con Paolo Dondarini: ad attendere l’arbitro emiliano Borrelli in persona, mentre in contemporanea il suo vice, il colonnello Maurizio D’Andrea, negli uffici poco distanti di via Po, torchiava per qualche ora Pasquale Rodomonti. Due le partite incriminate di Dondarini, la prima pro-Juve nella gara con la Lazio finita 2-1 per i bianconeri (assistenti Baglioni e Alvino, quest’ultimo ascoltato pure oggi) e Chievo-Fiorentina 1-2. Due ore di confronto serrato e l’arbitro e’ uscito un po’ scuro in volto, infilandosi frettolosamente nel taxi. Piu’ tardi sara’ il suo avvocato, Carlo Ugolini, a dire che il suo assistito ”ha rivendicato con forza la perfetta legittimita’ di ogni suo atto”. Rodomonti (gara incriminata Juve-Udinese 2-1 con gol annullato a Fava) ha preferito l’uscita secondaria per dileguarsi tra le macchine del traffico capitolino.
Ma i tre del pool non hanno dato tregua a nessuno: e’ durato un’ora l’interrogatorio di Domenico Messina, l’internazionale di Bergamo, la cui direzione di Lazio-Parma (2-0) era finita sotto i riflettori. ”Se il sistema Moggi esisteva lui era estraneo, lo dicono i cinque anni senza arbitrare la Juve e due anni di esilio senza gare importanti” la sintesi dell’avvocato, Antonio Cirillo. Il fischietto di Bergamo e’ stato ”bombardato” di domande, a cominciare dalla telefonata in cui Lotito parla proprio della gara con il Parma. Messina ha pero’ risposto che lui semmai e’ stato penalizzato dalla gestione Bergamo-Pairetto, l’unico ad aver preso 4 turni di stop. Ha spiegato che anche all’estero lo consideravano il migliore in Italia dopo Collina e invece si e’ trovato tagliato fuori. Nella telefonata intercettata con Leonardo Meani, addetto agli arbitri del Milan, Messina ha puntualizzato che non si accordavano su nulla, ma entrambi amici di vecchia data, si lamentavano l’uno dei presunti torti subiti dai rossoneri e l’altro del fatto che non veniva piu’ chiamato per partite di cartello. Ma gli e’ stato chiesto anche con chi dormiva ai raduni (ha detto di aver cambiato compagni varie volte fino e poi ha ottenuto la stanza singola) e con chi pranzava. Insomma domande mirate a scoprire alleanze tra i fischietti.
Di nuovo la Lazio nel mirino degli inquirenti con Paolo Tagliavento, l’arbitro-coiffeur di Terni: la gara e’ Bologna- Lazio 1-2, ancora pro biancocelesti. ”Siamo sicuri di essere fuori completamente, non ha mai subito pressioni” dice l’avvocato Manlio Morcella. Refrain che si ripete per tutti, anche per Gianluca Rocchi arrivato nel pomeriggio: anche qui Lazio protagonista, gara con il Chievo sconfitto 1-0 in casa.
”Abbiamo chiarito tutto” dicono. Spremuti pure i guardalinee e un ex arbitro, Andrea Carlucci, solo un testimone lui: oltre ad Alvino, sentiti Ivaldi e Griselli. Il primo e’ quello della terna diretta da Racalbuto del Roma-Juve finito 1-2 tra le contestazioni e che viene fuori anche nelle intercettazioni in cui Carraro litiga con Bergamo proprio per quella direzione dissennata. Ivaldi pero’ si e’ difeso con grinta: ”Andatevi a vedere le cassette con le partite e anche quel Roma-JUve, se ho fatto errori sono quelli che commette normalmente ogni arbitro.
Dalla mia ci sono i 29 anni di esperienza in questo settore” la rivendicazione del guardalinee. Griselli, invece, spesso in terna con De Santis, e’ stato torchiato proprio sull’arbitro al centro dello scandalo: gli 007 hanno chiesto se De Santis telefonava prima o dopo le partite, e a chi. Griselli ha detto di non sapere, che per quello che lo riguardava poteva anche chiamare la moglie. Un interrogatorio mirato anche a domani, quando tocchera’ proprio a De Santis, che stavolta sembra voler chiarire tutto con i magistrati sportivi. Con lui sentiti Tullio Lanese, Paolo Bertini e Marco Gabriele, tutti indagati a Napoli, e Paparesta e Di Mauro per la storia del ‘sequestro’ nello spogliatoio fatto da Moggi. Nel pomeriggio intanto acquisizione di atti negli uffici di Manfredi Martino, il segretario della Can ascoltato ieri dagli inquirenti sportivi.
Borrelli forse si aspettava maggiore collaborazione: anche gli arbitri hanno parlato poco, si sono solo difesi. ”Io sono un poliziotto che raccoglie prove. Attribuirmi la propensione all’una o all’altra parte mi sembra una forzatura” dice l’ex capo di Mani Pulite chiarendo al sua imparzialita’ nell’ indagine. Intanto si concede, nella pausa pranzo, una passeggiata in centro con la moglie: l’ha raggiunta in autobus, da uomo qualunque. Lui che dopo Mani Pulite tutti ora invocano come il salvatore del calcio, soprattutto la gente comune. E c’e’ chi in strada grida: ”Affossali tutti, tu si’ che puoi”.
Domani il lavoro riprende, nella speranza che qualcuno dica di piu’.
Fonte Ansa

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Redazione

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