Cala il sipario sulla gestione D’Urso. Una decisione auspicata da tempo dall’ambiente e concretizzatasi dopo la sconfitta di misura patita in terra campana in quel di Benevento.
Per com’è maturata la debacle sono state sottolineate ancora una volta la mancanza di carattere nonché di idee dell’undici giallorosso che ha “rischiato” di pareggiare il conto nel finale di gara colpendo una traversa. Primo e unico obiettivo non prenderle. Se si subisce allora ci si ricorda che si può anche attaccare. La dea bendata che a Foggia aveva dato più di una mano alle Aquile, questa volta ha declinato l’invito.
Dalla rivoluzione del mercato invernale di gennaio si è arrivati a SandErra passando per D’Urso ed infine a Erra con contestuale passaggio di consegne da Ortoli a Donnarumma. Tanto tempo per organizzare l’annata calcistica in corso alla quale sono state dedicate minori risorse economiche rispetto al campionato 2014/2015 e nessuno ne ha fatto mistero, anzi si è comunicata l’intenzione da parte della proprietà di voler cedere la mano a fine campionato (o addirittura subito in caso di acquirenti) con l’obiettivo di disputare un campionato dignitoso.
D’Urso ha condotto la navicella giallorossa al penultimo posto in graduatoria senza riuscire a dare alla squadra ne una chiara impronta di gioco, ne un minimo di personalità. L’applicazione maniacale delle idee tecnico-tattiche richiesta dal tecnico, ha finito per ingessare i singoli, il più delle volte snaturandone le naturali capacità. Carenza nell’organico? Chiedere a Donnarumma. Ed arriviamo subito al punto. “Capacità dei singoli”. Erra avrà il difficile compito di ottimizzare queste capacità e fungere da cartina al tornasole per capire fin dove arrivano i limiti dell’organico e se quest’ultimo non sia stato adeguatamente sfruttato da mister D’Urso. A tal proposito farebbe meglio Carmine Donnarumma a calibrare i propri interventi perché quando si usa impropriamente il termine “progetto” e addirittura si pospone l’attributo “tecnico”, si dovrebbe comprendere che si rischia (considerati gli output) di fare il peggiore degli autogol.
E quando nel calcio si sbaglia, purtroppo si paga a caro prezzo e se si era partiti con il chiaro intento di dedicare un budget limitato e risparmiare visto e considerato l’annunciato abbandono dell’attuale proprietà a fine campionato, si rischia l’esatto opposto.
Lo stesso spartito della scorsa annata per un obiettivo diverso. L’identificazione delle responsabilità è necessaria non per operare a crocifissioni, bensì per comprendere dove si continua a sbagliare.
Mantenere in società mister D’Urso (aziendalista D.O.C.) anche se con altre mansioni, riconoscendogli attaccamento ai colori sociali nonché condotta esemplare dal punto di vista dell’etica professionale, è un’azione che rompe la consuetudo che generalmente vede la Società proferire le classiche parole:” si augurano le migliori fortune…” e così via dicendo. Se si è coniato un esonero con allegato un grande “ma”, ci sarà un perché. L’importante è che il neo allenatore Alessandro Erra, abbia la piena libertà di azione a 360° senza condizionamento alcuno (implicito o esplicito che sia) da parte di chicchessia.
Generalmente il modulo preferito da Erra è il 4-3-3, ma, ne siamo certi, il neo allenatore giallorosso cercherà di applicare l’assetto migliore a seconda delle qualità dei singoli a propria disposizione. I più si augurano le migliori sorprese da questo punto di vista, soprattutto perché una società come quella del Catanzaro non può permettersi di stazionare nei bassifondi della classifica della Lega Pro. Un campionato che per il momento non esprime tutti questi valori tecnici. Senza nulla togliere a nessuno, al di là dei brand, non è che le gare disputate sinora dai giallorossi abbiano evidenziato tutte queste capacità da parte dei competitor. Al contrario sono state evidenziate le lacune giallorosse ad intermittenza.
La vittoria contro il Martina nell’unico successo stagionale sinora conquistato, è sembrato scontato salvo constatare che lo stesso Martina, pur soccombendo in quel di Catania, ha rifilato agli Etnei ben due gol. Vogliamo sperare che il succitato valore dei singoli a disposizione di Erra non sia così scarso.
Obiettivo? Ovviamente la salvezza. E’ stato dichiarato con forza così come l’anno scorso ad una manciata di punti dalla zona playoff, lo dichiarò Giuseppe Cosentino.
Volare basso? Giustissimo. Ma mai perdere di vista il patrimonio di storia che si rappresenta e bisogna onorare. Salvezza con dignità dunque, ma pur sempre con dignità. Due gare casalinghe all’orizzonte con Matera e Lecce. Quest’ultimo vede sulla propria panchina mister Braglia, più volte accostato alla panchina giallorossa più come auspicio della piazza che come reale trattativa.
Due gare importantissime e fondamentali per risalire la china. Avanti Catanzaro!
Giuseppe Mangialavori
Vai mister ti siamo vicini in questo difficile compito la squadra? Se valutiamo giocatore per giocatore non è così scarsa
sempre una grande penna Giuseppe.