E’ assai grave che i Bronzi di Riace siano ostaggio della politica reggina e vengano usati ad esclusivo
vantaggio della città di Reggio, con speciali privilegi concessi a Scopelliti. E tutto avviene fra l’allegra anestesia dell’intera politica calabrese che subisce e tace.
Sebbene il sindaco reggino si affretti a specificare che quella della “trasferta” dei due guerrieri al vertice del G8 presso la Maddalena non sia una vicenda politica, è difficile dargli credito. Altrimenti non riusciremmo a comprendere come mai il primo cittadino di Reggio abbia abilmente sfruttato la situazione per barattare il trasferimento dei Bronzi ottenendo in cambio la promessa di lauti vantaggi per la sua città. E non solo per la trasferta del G8, ma per ogni futuro trasferimento. La vicenda è dunque esclusivamente, integralmente e prettamente politica, checché ne dica il giovane ma assai furbo Scopelliti, che non riesce a frenare la lingua dei suoi i quali gongolano beati avendo prefigurato gli utili derivanti a Reggio. E solo a Reggio.
La faccenda non può essere ascrivibile ad un piccolo contesto municipale ma riveste un interesse quanto meno nazionale. Cosa c’entra dunque Scopelliti? Si dirà, e ciò può essere persino comprensibile, che Scopelliti è il sindaco della città che ospita i Bronzi e in quanto tale ha diritto di parola. Giusto. Legittimo. Ma purché non si confonda il sacrosanto diritto di parola con l’esercizio del veto e del vincolo municipalistico su opere d’arte che di municipalistico non hanno nulla. Nessuna opera d’arte appartiene al luogo che ha il privilegio d’ospitarla, a meno d’averla comprata o salvo esplicita volontà dell’artista che l’ha realizzata. Nel caso dei Bronzi, purtroppo, non solo non sappiamo chi sia l’autore, ma è già tanto che essi siano stati allocati sullo Stretto anziché nel capoluogo di regione (fra l’altro molto più vicino al luogo del ritrovamento che non Reggio), ciò confermando la dannosa anomalia che Catanzaro non ospiti le Soprintendenze.
E’ comunque ammirevole la scaltrezza di un sindaco che abilmente sa sfruttare le occasioni per trasformarle in grandi opportunità di crescita per il suo territorio, incontrando il ministro dei Beni Culturali, facendo credere che i due guerrieri appartengano a Reggio e che eventuali trasferte degli stessi debbano essere profumatamente ripagate da una contropartita adeguata. Solo per Reggio ovviamente. Da questo punto di vista Scopelliti fa bene il suo mestiere. Ma c’è un errore di fondo e non è Scopelliti a commetterlo, bensì chi gli concede tutto questo lusso. I Bronzi di Riace non possono essere utilizzati come merce di scambio utile ad una singola città. La contropartita, se è legittimo richiederla, deve avvantaggiare l’intera regione: avremmo voluto sentire che, a fronte del trasferimento dei due guerrieri, il Governo prendesse impegni per le infrastrutture calabresi, o per realizzare e impreziosire biblioteche e musei in tutta la regione, a Reggio come a Castrovillari, a Lamezia come a Vibo, a Rossano come a Locri, a Cosenza come a Crotone. Invece leggiamo che la trasferta dei bronzi, così come barattata giovedì mattina, sarà il volano per costituire la città metropolitana di Reggio, per portare eventi culturali a Reggio, per somministrare fondi a Reggio. Solo e tutto a Reggio! Un po’ come l’anacronistico e dogmatico “decreto Reggio” che da decenni, non si sa bene per quali ragioni, inietta ogni anno diverse centinaia di milioni di euro in quelle privilegiate casse comunali. Un trattamento di favore incomprensibile e così duraturo nel tempo che adesso sarebbe corretto dirottare su tante altre realtà calabresi che pure ne hanno bisogno, a cominciare dal capoluogo, alla luce dei continui scippi che subisce e delle mutilate funzioni cui deve sottostare.
I politici calabresi, e catanzaresi in particolare, che appartengono alla stessa area politica di Scopelliti non siano subordinati a quest’ultimo e facciano sentire la loro voce, se ne hanno il peso e la capacità, presso i propri vertici nazionali.
E poi hanno la faccia tosta di dirci che quella dei Bronzi non sia una faccenda politica!
Sebbene il sindaco reggino si affretti a specificare che quella della “trasferta” dei due guerrieri al vertice del G8 presso la Maddalena non sia una vicenda politica, è difficile dargli credito. Altrimenti non riusciremmo a comprendere come mai il primo cittadino di Reggio abbia abilmente sfruttato la situazione per barattare il trasferimento dei Bronzi ottenendo in cambio la promessa di lauti vantaggi per la sua città. E non solo per la trasferta del G8, ma per ogni futuro trasferimento. La vicenda è dunque esclusivamente, integralmente e prettamente politica, checché ne dica il giovane ma assai furbo Scopelliti, che non riesce a frenare la lingua dei suoi i quali gongolano beati avendo prefigurato gli utili derivanti a Reggio. E solo a Reggio.
La faccenda non può essere ascrivibile ad un piccolo contesto municipale ma riveste un interesse quanto meno nazionale. Cosa c’entra dunque Scopelliti? Si dirà, e ciò può essere persino comprensibile, che Scopelliti è il sindaco della città che ospita i Bronzi e in quanto tale ha diritto di parola. Giusto. Legittimo. Ma purché non si confonda il sacrosanto diritto di parola con l’esercizio del veto e del vincolo municipalistico su opere d’arte che di municipalistico non hanno nulla. Nessuna opera d’arte appartiene al luogo che ha il privilegio d’ospitarla, a meno d’averla comprata o salvo esplicita volontà dell’artista che l’ha realizzata. Nel caso dei Bronzi, purtroppo, non solo non sappiamo chi sia l’autore, ma è già tanto che essi siano stati allocati sullo Stretto anziché nel capoluogo di regione (fra l’altro molto più vicino al luogo del ritrovamento che non Reggio), ciò confermando la dannosa anomalia che Catanzaro non ospiti le Soprintendenze.
E’ comunque ammirevole la scaltrezza di un sindaco che abilmente sa sfruttare le occasioni per trasformarle in grandi opportunità di crescita per il suo territorio, incontrando il ministro dei Beni Culturali, facendo credere che i due guerrieri appartengano a Reggio e che eventuali trasferte degli stessi debbano essere profumatamente ripagate da una contropartita adeguata. Solo per Reggio ovviamente. Da questo punto di vista Scopelliti fa bene il suo mestiere. Ma c’è un errore di fondo e non è Scopelliti a commetterlo, bensì chi gli concede tutto questo lusso. I Bronzi di Riace non possono essere utilizzati come merce di scambio utile ad una singola città. La contropartita, se è legittimo richiederla, deve avvantaggiare l’intera regione: avremmo voluto sentire che, a fronte del trasferimento dei due guerrieri, il Governo prendesse impegni per le infrastrutture calabresi, o per realizzare e impreziosire biblioteche e musei in tutta la regione, a Reggio come a Castrovillari, a Lamezia come a Vibo, a Rossano come a Locri, a Cosenza come a Crotone. Invece leggiamo che la trasferta dei bronzi, così come barattata giovedì mattina, sarà il volano per costituire la città metropolitana di Reggio, per portare eventi culturali a Reggio, per somministrare fondi a Reggio. Solo e tutto a Reggio! Un po’ come l’anacronistico e dogmatico “decreto Reggio” che da decenni, non si sa bene per quali ragioni, inietta ogni anno diverse centinaia di milioni di euro in quelle privilegiate casse comunali. Un trattamento di favore incomprensibile e così duraturo nel tempo che adesso sarebbe corretto dirottare su tante altre realtà calabresi che pure ne hanno bisogno, a cominciare dal capoluogo, alla luce dei continui scippi che subisce e delle mutilate funzioni cui deve sottostare.
I politici calabresi, e catanzaresi in particolare, che appartengono alla stessa area politica di Scopelliti non siano subordinati a quest’ultimo e facciano sentire la loro voce, se ne hanno il peso e la capacità, presso i propri vertici nazionali.
E poi hanno la faccia tosta di dirci che quella dei Bronzi non sia una faccenda politica!
Fabio Lagonia
Presidente Movimento Civico “CatanzaroNelCuore”