BRESCIA – Il Catanzaro si arrende anche al Brescia di Zeman ed è ora si ritrova con un piede e mezzo in serie C.
Buon primo tempo con gli avversari resi praticamente innocui, ma con la parte offensiva sacrificata e quindi praticamente nulla, e secondo tempo nel quale si verifica puntualmente un calo verticale, con gli avversari che, come per magia, si ritrovano e conducono un vero e proprio assedio a Forte Apache fino a che non trovano il gol, magari nato da qualche disattenzione: questo è ormai il paradigma delle Aquile formato trasferta negli ultimi tempi.
E puntualmente anche in terra lombarda è accaduto ciò: nel primo tempo si è visto un Brescia padrone del campo, ma che ha fatto solo il solletico, o quasi, a Belardi, mentre nella ripresa, una volta subito il gol dello 0-1, la reazione delle Aquile è durata solo pochi minuti, salvo poi spegnersi per lasciare spazio ad un rinvigorito Brescia, proprietario di una prova sufficiente, premiata dagli acuti di Bruno e Munard, ma ancora lontano dallâattuare quel tipo di gioco che Zeman vuole.
Una sconfitta che naturalmente non ci voleva, in una giornata in cui lâAvellino e la Cremonese non sono riusciti a raccogliere punti tra le mura amiche, al contrario invece della Ternana (ed è questo il vero guaio) che è riuscita grazie a Dionigi ad avere la meglio sul Piacenza. Ora i due posti disponibili per lo spareggio salvezza distano rispettivamente 7 e 9 punti. La solita matematica ci autorizza a sperare, ma è certo che serve di nuovo un miracolo e soprattutto un nuovo Catanzaro (specialmente nella mentalità ) rispetto a quello delle ultime gare, anche perché proviamo, a dir il vero, un poâ di paura a dare unâocchiata al calendario che attende le Aquile dopo i prossimi tre scontri diretti con Albinoleffe, Ternana e Bari.
LE FORMAZIONI
à un Catanzaro che potremmo definire con le âstampelleâ quello messo in campo da Bruno Giodano, privo di elementi fondamentali come Del Grosso, Gissi, Greco e Tedoldi. Al posto dellâesterno ex Chieti, il tecnico trasteverino rispolvera Adami, mentre De Simone va ad affiancare Giannone al centro del campo con il chiaro compito di rompere le manovre offensive delle ârondinelleâ. In avanti con Corona altra possibilità concessa a De Sousa.
Dallâaltra parte il navigato tecnico boemo deve fare a meno di Gigi Di Biagio, infortunatosi poche ore prima dellâincontro, e del âgioiellinoâ Del Nero. Il modulo? Naturalmente il 4-3-3 prettamente offensivo, marchio di fabbrica âzemanianoâ con la linea difensiva molto alta e con il solito movimento a tagliare verso il centro degli esterni offensivi a creare gli spazi per le discese dei terzini.
LA CRONACA
Clima gelido in terra lombarda, con il âRigamontiâ che presenta diversi spazi vuoti poiché i tifosi sono in contestazione verso la società a causa dellâesonero affrettato (come dare torto ai âfratelliâ bresciani?) di Rolando Maran in una fase così delicata, anzi decisiva, della stagione e dellâarrivo al suo posto di Zeman che, tutti lo sanno, è sempre unâincognita.
Soliti attestati di stima e amicizia prima, durante e dopo la gara tra le due tifoserie, unite da un antico gemellaggio.
Dopo le prime fasi di studio del match è il Brescia a prendere il sopravvento.
Al 6â subito una sventola di Mannini (figlio dâarte del celebre pilastro difensivo della Samp scudettata) che si perde alta. Catanzaro rattoppato nella propria metà campo, con gli esterni Ferrigno e Vanin chiamati a un grande sacrificio di copertura per ovviare alle discese dei terzini Martinez e Dellamano. Questo fa si che, come detto, siano davvero poche le occasioni capitate sui piedi degli uomini di Zeman per passare in vantaggio. Al 26â forse lâazione più pericolosa della partita per il Catanzaro: Vanin apre per Corona che, defilato sulla sinistra, spara uno dei suoi tiri al volo che costringe Arcari ad accartocciarsi a terra per bloccare il pallone. Immediatamente dopo, Belardi dice di no a Mareco che tira da pochi passi a botta sicura sugli sviluppi di un corner.
Il Catanzaro può fare sicuramente di più e la ripresa si apre sotto i migliori auspici con le Aquile più convinte e meno timide in avanti che sfiorano il vantaggio due volte con altrettanti tiri da fuori di Giannone che non hanno fortuna.
Ma al 55′, forse nel momento migliore del Catanzaro arriva il vantaggio bresciano: De Simone perde palla a centrocampo e l’azione del Brescia finisce a centro area dove viene servito Bruno che, con un movimento da grande attaccante, riesce ad eludere la marcatura del suo diretto avversario e a battere Belardi con una sassata sulla quale il portiere giallorosso non può far nulla. Mini-reazione giallorossa dopo il gol, ma è poca cosa. Il Brescia nel giro di due-tre minuti riprende in mano le redini del match e sfiora più volte il gol con il neo entrato Hamsik e con Mannini, con Belardi che riesce a sventare sulla giovane punta lombarda anche con il miracoloso intervento di Giannone sulla linea. A questo punto Giordano corre ai ripari mandando in campo Mattioli (bentornato Italo!) al posto di De Sousa e Urbano al posto di Ferrigno. Ma il Brescia insiste e i giallorossi non riescono a pungere per trovare il pari: arriva così proprio in pieno recupero il raddoppio delle ârondinelleâ: millimetrica apertura di Stankevicius per Munard che di piattone chiama Belardi al miracolo. Ma il pallone torna di nuovo nei pressi dello svedese che vince il contrasto aereo con Adami e insacca di testa, rendendo ancora più amara la terza sconfitta consecutiva dei giallorossi.
Pier Santo Gallo