Rassegna stampa

Braglia, grinta da Catanzaro

«Pierino la peste» è il nuovo allenatore

CATANZARO – Dai ieri, Piero Braglia è ufficialmente l’allenatore del Catanzaro. Dopo 10 giorni circa che il rapporto era stato sostanzialmente chiuso, l’ingaggio dell’ex “Pierino la peste” non è più un segreto. La società ha dovuto pazientemente attendere, che il tecnico sistemasse il suo rapporto col Chieti. “Non è facile separarsi dopo 2 anni –riferisce il neoallenatore giallorosso- Specie quando la piazza in cui hai lavorato ti vorrebbe trattenere. L’ho fatto, perché credo nel Catanzaro, nelle sue prospettive, nella sua storia, nel suo progetto. E’ una società che vuol crescere ed anch’io voglio fare cose importanti. La mia speranza è quella d’inaugurare un ciclo felice. Vorrei riportare il Catanzaro in quelle categorie in cui l’ho lasciato. Ho qui giocato per ben 6 anni, di cui 5 in A, e mi son trovato bene con tutti. Me ne sono andato solo quand’era cambiata la gestione.” Poi, sugli aspetti tecnici, il quarantottenne Piero Braglia, così prosegue: “Favoriremo chi desidera andar via. Desidero giocatori con carattere e tanta voglia di scendere in campo. Vorrei, poi, elementi che mi permettano di giocare come voglio. Gradisco il 3-4-3, ma posso applicare qualsiasi modulo. Non vorrei che ci si soffermasse più di tanto sui numeri. Per esempio, i 3 dietro rappresentano un riferimento solo in fase d’impostazione, perché, quando ci difendiamo, dobbiamo essere 5 o anche di più. Le mie squadre subiscono sempre pochi gol.” Quest’anno, meglio della difesa del suo Chieti (32 reti al passivo e 10° posto), hanno fatto solo Avellino, Sambenedettese e Crotone; nella passata stagione, solo Ascoli e Catania (26) fecero appena meglio della difesa del Chieti (27 gol ed 8° posto). Il tecnico, 8 anni fra i professionisti (3 stagioni col Montevarchi, 2 col Chieti, ed una a Pontedera, Carrara e Foggia) e 6 fra i dilettanti, a proposito del suo carattere ribelle, specie da giocatore, precisa: “Il carattere m’è sempre servito per trovare gli stimoli giusti. So quel che ha simpaticamente raccontato di me Bruno Pace su qualche cazzotto mollato in campo, ma vi completo la descrizione con quel che successe con Mazzone. All’inizio, quest’ultimo non faceva altro che raccomandarmi di non farmi ammonire ed espellere. Poi, dopo 10 giornate circa, mi chiamò e m’invitò a toglier fuori quel che sentivo, sino a qualche pestaggio proibito, se proprio era il caso. Bene, andò meglio.” A proposito del ritiro, Braglia aggiunge: “Come mi comunicheranno di scendere, verrò per scegliere la casa ed il ritiro.” Soddisfatto della definizione del rapporto, il presidente Claudio Parente, da parte sua, ha così motivato l’ingaggio: “Fra i tecnici contatti è quello che ha manifestato il migliore entusiasmo e, quel che conta, la maggiore voglia di venire a Catanzaro. Questa è una piazza che Braglia continua a considerare come sua. S’aggiunga che, negli ultimi anni, ha lavorato bene, dimostrando competenza e serietà. C’è sembrata la persona giusta cui affidare il nostro progetto.” Formalmente chiuso il rapporto con l’allenatore, s’attendono i primi colpi di mercato. Già da vari giorni, Improta si muoveva sulle intese raggiunte con Braglia. Le probabili cessioni di Moscelli (Ravenna), Toledo (Reggina), Milone (Martina), probabilmente di Pastore o Zappella, del centravanti Giglio (Benevento, ma perché cederlo?), nonché di Ausoni, favoriranno gli arrivi di Arcadio, Prisciandaro o Corona, nonché quelli di Zattarin, Caterino, Menolascina, Giannascoli.

Fabio Blasco – Gazzetta dello Sport

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God

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