C’era tanta attesa per la prima di ritorno in casa che oggi si disputava al “Ceravolo”. Più di 4000 affollano le gradinate e la curiosità di vedere all’opera i nuovi acquisti è tanta. Mister Cozza sorprende tutti e di colpo manda in campo tutti i nuovi arrivati in settimana. Alla fine l’azzardo non lo premia. Parliamo di azzardo perché rivoluzionare in toto la zona nevralgica del campo, inserendo contemporaneamente Castiglia, Ronaldo e Sabatino, significa concedere al collaudato reparto neroazzurro (con Cejas, Burrai e Sacilotto) di dominarci in lungo e in largo. E quando una squadra ti prende la zona più importante del terreno di gioco il risultato finale è quasi certo. Se poi aggiungiamo la giornataccia di Pisseri, che regala due dei tre goal al Latina, e i cambi di Cozza che stravolgono più volte il modulo, allora la frittata è completa. Pazienza, stiamo parlando di calcio e gli errori ci stanno. Speriamo servano a correggersi com’è già avvenuto nel corso di questo torneo.
Veniamo adesso alla partita. La prima considerazione da fare è che arriva la capolista che si gioca la promozione diretta in B. Fa rabbia vedere il settore ospiti desolatamente vuoto. Pensate se al posto dei pontini ci fossero le aquile. Dalle nostre parti diciamo “u Signura duna u pana a cu on ava i denti”. Il Latina si presenta in campo con il collaudato 4-3-3 inserendo il solo Danilevicius come nuovo innesto e Agius che va a sostituire lo squalificato De Giosa dietro. Del Catanzaro abbiamo già detto. E’ quasi una rivoluzione rispetto alla formazione degli ultimi tempi. I quattro volti nuovi sono tutti in campo e della squadra dello scorso anno c’è solo Sirignano. I primi minuti sono di studio, il Catanzaro sembra quadrato e ben messo in campo ma l’impressione è sbagliata. Non appena il Latina avanza il baricentro è evidente la difficoltà dei giallorossi nel costruire gioco. Loro pressano su tutti i palloni e conquistano palla vincendo quasi tutti i contrasti a centrocampo.
Pur non creando molte occasioni la supremazia territoriale del Latina è evidente. Nessun passaggio sbagliato, ma soprattutto centrocampisti ed esterni che godono di tanta libertà di manovra e difesa perfetta. Orchi soffre maledettamente Agodirin, Fiore è volenteroso ma nessuno l’accompagna. Castiglia, che deve fare le due fasi, è un pesce fuor d’acqua. Ronaldo nel mezzo ha difficoltà a fare gioco sia perché non conosce i compagni sia perché a sinistra, dove operano Sabatino e Benedetti, ci si abbassa troppo indietro. Davanti Russotto è solo, costretto a puntare tutti gli avversari che lo contrastano. Questo perché il Catanzaro è in difficoltà e non accompagna la manovra. A tratti – e la sensazione durerà poi per tutta la partita – ci ricorda il Russotto di Catanzaro-Frosinone, solo contro tutti. Fioretti è abbandonato al proprio destino ed è servito solo con inutili lanci lunghi.
La difesa, messa a dura prova dai movimenti di Barraco e dal colored Agodrin, comunque regge, pur con Orchi in difficoltà (sempre da solo nell’uno contro uno), grazie a una buona prestazione di Bacchetti e Sirignano. Almeno fino all’errore decisivo che spianerà la vittoria al Latina. Siamo al 15′ e un lancio lungo di Milani viene deviato casualmente di tacco da Sacilotto. Pisseri e Orchi rimangono a metà strada. Palla mia palla tua, fatto sta che Agodirin mette la testa e la squadra di Pecchia va in vantaggio. La reazione è timida, anzi quasi nulla, ed è affidata solo all’estro di Russotto e qualche sgroppata di Fiore. Ronaldo cerca di fare gioco e fa vedere qualcosa ma è poco supportato. Dei movimenti senza palla neanche a parlarne.
Il Catanzaro riesce pure a pareggiare con Fiore ma l’arbitro annulla su segnalazione del guardalinee per un fuorigioco dubbio che le immagini non riescono a chiarire. Non servono le immagini invece per giudicare l’operato complessivo dell’arbitro. Contiamo almeno una quindicina di falli tattici nella nostra metà campo in fase di ripartenza. I centrocampisti ed esterni avversari applicano un pressing asfissiante che spesso termina con un calcio di punizione inutile a nostro favore. Emblematica una ripartenza di Russotto, steso da due avversari. Ci starebbe il vantaggio perché il fantasista giallorosso si rialza e va via, ma l’arbitro ferma il gioco senza ammonire nessuno. La sconfitta di certo non si può addebitare all’arbitro. Ma se i falli veniali fermano sistematicamente l’azione e non vengono puniti, i centrocampisti possono pressare con maggiore convinzione. Il rigore assegnato sullo 0-3 sembra quasi una presa per i fondelli.
Tornando alla partita le mosse di Cozza non incidono sul suo andamento, anzi peggiorano la situazione. Il tecnico giallorosso inserisce nel primo tempo un’altra punta (Masini), col risultato di allungare la squadra che perde compattezza. Pecchia, nel frattempo, sposta dalla parte di Orchi (già ammonito) lo sgusciante Agodirin che quando riparte fa paura. A inizio ripresa si rivede Quadri per Ronaldo ma la musica non cambia affatto perché è sempre il Latina con un superlativo Cejas a menare le danze. Con l’ingresso di Squillace per Benedetti, il mister giallorosso cambia per l’ennesima volta modulo a conferma della confusione che oggi si è vista in campo. Russotto e Fiore s’invertono più volte di ruolo e l’assetto in campo è sempre precario.
Anche la seconda rete dei pontini è un infortunio di Pisseri. E’ vero che il Latina segna due volte con goal fortunosi, ma sul risultato finale che maturerà c’è poco da discutere. Pur creando poco rispetto al volume di gioco effettuato, Cejas e compagni sono i padroni assoluti del campo. Due calci piazzati, uno di Russotto e uno di Quadri, impegnano Bindi ma è troppo poco. Il Catanzaro continua nella sua confusione, non riesce a fare due passaggi di fila e si affida al solo Russotto. Quadri che dovrebbe mettere ordine lo vediamo effettuare inutili lanci a campanile, facili prede dei centrali neroazzurri. E soprattutto Cottavafa, ammonito sin dall’inizio, non viene mai messo in difficoltà per costringerlo al secondo giallo.
Con la squadra malmessa in campo e sbilanciata in avanti il terzo goal arriva facile. Barraco serve il neo entrato Ricciardi che s’invola in contropiede sulla fascia e con un preciso sinistro trafigge questa volta l’incolpevole Pisseri. Lezione di ripartenza, ma facilitata dall’assetto tattico lacunoso. Il rigore assegnato ai giallorossi è un contentino. Quadri – e stranamente non il rigorista Fioretti – si presenta sul dischetto e sbaglia ma dopo una mischia Masini realizza l’inutile goal della bandiera.
La disfatta di oggi serve per fare riflettere tutti. Il calcio non è una scienza esatta ma non si può neanche improvvisare. I meccanismi prima di essere messi in moto vanno oliati, provati e riprovati. Forse la fretta questa volta è stata cattiva consigliera. Stravolgere la squadra non è stata una soluzione vincente ma non deve essere una bocciatura per nessuno. Il tempo per riscattarsi c’è. Fra una settimana ci tocca uno scontro diretto contro il Benevento nel catino del Santa Colomba. Vecchi, nuovi e mister dovranno necessariamente dare un segnale al presidente Cosentino e ai tifosi tutti. Catanzaro-Latina dev’essere dimenticata subito. Perché questa sconfitta, per com’è nata, ci sembra tanto una Befana posticipata .
Salvatore Ferragina