Poco credito, sia per le famiglie che per le imprese, ma anche poca domanda di credito. Il rapporto sull’andamento dell’economia calabrese, presentato dalla Banca d’Italia a Catanzaro, ha posto in evidenza la situazione del credito nella regione, con una “contrazione al settore privato non finanziario in Calabria che si è accentuata. Il calo ha riguardato sia le famiglie consumatrici sia le imprese, con una flessione anche per quelle di dimensioni medie e grandi. La dinamica dei finanziamenti bancari ad imprese e famiglie – è scritto nel rapporto – è stata condizionata sia dalla debolezza della domanda di prestiti, in particolare quella legata agli investimenti fissi, sia da condizioni di offerta che risentono dell’elevato rischio di credito e dell’incertezza sulle prospettive dell’attività economica”. Ed in questo contesto, “i tassi d’interesse a breve termine applicati alle imprese, dopo essere aumentati nel primo trimestre, sono diminuiti nei mesi successivi riportandosi su livelli poco inferiori a quelli della fine del 2012. Il tasso di interesse medio sui mutui per l’acquisto di abitazioni si è ridotto”. Ad incidere su queste situazioni sono stati gli effetti della crisi sulla situazione economica e finanziaria delle imprese; il flusso di nuove sofferenze, infatti, “è rimasto su valori elevati, specie nel settore manifatturiero e delle costruzioni”. “I depositi bancari delle famiglie consumatrici hanno decelerato – infine – a causa del rallentamento registrato per la componente con vincolo temporale, solo in parte compensato dalla crescita dei conto correnti”.
La prolungata congiuntura sfavorevole ha avuto ripercussioni sulle condizioni del mercato del lavoro in Calabria. Il numero di occupati si è ulteriormente ridotto e si è allargato il divario con il resto del Paese nel tasso di occupazione. La disoccupazione è cresciuta in tutte le fasce di età, attestandosi su livelli particolarmente elevati tra i più giovani. Tra questi ultimi, è inoltre cresciuta l’incidenza di coloro che non lavorano né svolgono un’attività di studio o formazione. È questo il quadro emerso dal rapporto annuale sull’economia calabrese, presentato dalla Banca d’Italia nel corso di un incontro che si è svolto nell’Università di Catanzaro. Secondo i dati evidenziati, “nel 2013 l’occupazione in Calabria è diminuita del 6,9 per cento rispetto al 2012 (-4,6 e -2,1 il calo registrato nel Mezzogiorno e in Italia). La flessione è stata più accentuata nella seconda parte dell’anno”. A questo si aggiunge che “l’aumento del tasso di disoccupazione ha riguardato sia gli uomini sia le donne. La disoccupazione è cresciuta in tutte le fasce di età, ma si è attestata su livelli storicamente elevati tra i più giovani (56,1 per cento tra i 15 e i 24 anni, 44,8 tra i 25 e i 34). Il tasso di disoccupazione tra i laureati si è mantenuto pressoché stabile al 14,2 per cento, mentre è ulteriormente aumentato per i soggetti con titoli di studio inferiori”.