Sono 15 i precedenti di campionato tra Catanzaro e Avellino giocati in Campania, oltre alla sfida negli ottavi di finale di Coppa Italia di serie C della stagione 2001-02 (2-1 per i padroni di casa). I giallorossi non hanno mai vinto allo stadio “Partenio”, l’impianto costruito dal presidentissimo dell’Ascoli Costantino Rozzi e inaugurato nel 1971. Prima di quella data, i biancoverdi giocavano le loro partite casalinghe nel vecchio campo di Piazza d’Armi, nel centro di Avellino. Proprio lì, il Catanzaro di Riparbelli colse l’unica vittoria giallorossa in quasi 65 anni di sfide.
Corre l’anno 1951, il 7 di gennaio. Il Catanzaro guarda in alto ma non troppo. L’Avellino è già invischiato in zona retrocessione, che arriverà puntuale a fine stagione. Un gol di Codeluppi regala il successo ai giallorossi, vendicando la sconfitta per 4-1 di due anni prima, nel primo confronto tra le due squadre. Anche in quel caso l’Avellino era retrocesso a fine stagione per illecito sportivo, dopo aver vinto il campionato.
Dopo le prime due sfide in serie C del dopoguerra, Catanzaro e Avellino si ritrovano al “Partenio” a metà degli anni ’70 per iniziare una lunga serie di confronti diretti negli anni più belli per entrambe le società. Quattro incontri tra i cadetti, poi 5 nel campionato di serie A a 16 squadre. Ad aprire la serie è la partita del 17 febbraio 1974. L’Avellino del presidente Sibilia è reduce dalla prima storica promozione in serie B. La panchina irpina è affidata a Gianmarinaro, mentre i giallorossi sono guidati per l’ultima volta dal tecnico della prima serie A Gianni Seghedoni. Nella sfida del “Partenio”, però, Seghedoni è già stato sostituito da Di Bella dopo le sconfitte con Parma e Ascoli. Finisce 1-1 con due rigori: dopo un quarto d’ora segna Sperotto (che tre anni dopo vestirà la maglia giallorossa), pareggia Spelta a inizio ripresa.
L’anno dopo la sfida è rimandata ad aprile. Finisce 0-0. Un punto utile al Catanzaro di Di Marzio per continuare la cavalcata verso la serie A (interrotta dalla sconfitta nello spareggio col Verona a Terni), fondamentale per l’Avellino per reaggiungere la salvezza grazie alla differenza reti. Nel 1976, ancora nel girone di ritorno e ancora un pareggio, stavolta per 1-1. Musiello porta in vantaggio gli irpini dopo 3 minuti, il pari di Banelli arriva intorno alla mezzora. È l’anno della seconda promozione del Catanzaro con Di Marzio alla guida. Ma due stagioni dopo le squadre si ritrovano in serie B alla quinta giornata. Un gol di Chiarenza al 28′ spezza l’equilibrio nei precedenti. Ma a fine stagione sarà un trionfo per entrambe. L’Ascoli dei record stravince il campionato. Avellino e Catanzaro sono gli scudieri che accompagnano i marchigiani in serie A. Sulla panchina biancoverde siede Paolo Carosi, su quella giallorossa Giorgio Sereni. All’ultima giornata, un gol di Mario Piga piega la Sampdoria a Marassi, un gol di Massimo Palanca doma il Como al “Militare”. È festa per due città.
Nelle cinque stagioni seguenti Avellino e Catanzaro combattono in serie A, non solo per la salvezza. Nel 1978 i giallorossi di Mazzone disputano un eccellente campionato, piazzandosi a metà classifica, mentre all’Avellino di Rino Marchesi serve ancora un gol di Piga per raggiungere la salvezza battendo alla penultima giornata l’Inter al “Partenio”. È l’Avellino dell’indimenticato capitano Adriano Lombardi, scomparso nel 2007 per gli effetti della SLA. A lui è intitolato oggi lo stadio “Partenio”. Nello scontro diretto finisce 0-0 col Catanzaro fermato da una traversa di Turone. Allenatori confermati e doppia travagliata salvezza per entrambe nella stagione successiva, segnata dal calcioscommesse. L’Avellino s’impone 2-0 con i gol di Pellegrini III e Massa negli ultimi 5 minuti di partita.
Il 1980-81 è un anno drammatico per l’Irpinia. Il terremoto del 23 novembre si abbatte sulla regione causando danni incalcolabili. L’Avellino disputa una stagione meravigliosa, con i tifosi stretti intorno alla squadra di Luis Vinicio, già penalizzata di 5 punti proprio per il Totonero. Un mese dopo il terremoto, il calendario propone ai giallorossi di Burgnich la trasferta di Avellino. Ma il “Partenio” è ancora ricovero per gli sfollati del terremoto. Si gioca al “San Paolo” a Napoli. Gli irpini vincono con un gol del brasiliano Juary al 12′. La favola biancoverde, raccontata anche in una puntata di Sfide, si conclude con una salvezza ottenuta all’ultima giornata, fermando al “Partenio” la Roma di Falcao in lotta per lo scudetto con la Juve.
La migliore stagione nella storia delle due società è il 1981-82. Il Catanzaro di Bruno Pace a fine anno è settimo, l’Avellino di Vinicio, poi sostituito da Tobia, ottavo. Lo scontro diretto lo vincono i padroni di casa con un gol di Chimenti a 4 minuti dalla fine. È l’Avellino di Tacconi e Di Somma, di Favero e Vignola. L’anno dopo finisce invece in goleada. È l’ultima trasferta in assoluta del Catanzaro in serie A, penultima giornata di campionato. È un 4-0 aperto da un’autorete di Cavasin e siglato nella ripresa dai gol di Bergossi, Tagliaferri e Barbadillo. Finisce con invasione di campo e festa per gli irpini, mentre i giallorossi guidati da Leotta sono retrocessi già da tempo.
Resta il tempo per annotare gli ultimi 4 precedenti, poco felici per il Catanzaro. Nel 1988-89, a San Silvestro, è uno scialbo 0-0. Tra le file giallorosse c’è un giovanissimo Rastelli, attuale tecnico dell’Avellino. Nella stagione successiva ci sono gli addii di Palanca al calcio giocato e del Catanzaro alla serie B. Al “Partenio” decide un’autorete di Cotroneo a fine primo tempo. Nel 2005-06 la trasferta di Avellino segna l’esonero di Guerini e l’arrivo di Bruno Giordano sulla panchina giallorossa. Vincono gli irpini 2-0 con i gol di Biancolino su rigore e di Danilevicius. Biancolino sarà in campo anche domenica. L’ultimo precedente è della stagione “spartana”: 2-1 per gli irpini che, a fine stagione, perderanno la finale play-off col Trapani. Tre retrocessioni negli ultimi tre incroci (con gli “spartani” arrivò la salvezza a tavolino). Ce n’è abbastanza per toccare ferro.
Ivan Pugliese
@naracauliz