I tre ragazzi catanzaresi arrestati dalla polizia di Bologna la scorse notte dopo aver compiuto un attentato incendiario ai danni della sede di CasaPound in via Malvolta dovranno rispondere dalle accuse di atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi, fabbricazione e detenzione di congegni esplosivi o incendiari, resistenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale. Per due di loro che vivevano insieme in un appartamento di via Cracovia è scattato anche il reato di detenzione di sostanze stupefacenti. Nella loro abitazione, perquisita dopo l’arresto, sono stati trovati, tra le altre cose, hashish e marijuana. I tre ragazzi risiedono a Bologna da Ottobre ed erano sconosciuti alla Digos locale. I nomi degli arrestati sono: Francesco De Medici, Alessandro Mancuso e Domenico Emanuele Platì. I tre, di 23, 25 e 26 anni, dalle prime indagini non risultano dell’area anarchica o legati a gruppi locali. Uno solo risulta iscritto all’Università, ma non a quella bolognese Nelle fasi dell’arrestato due poliziotti della Digos sono rimasti feriti, con ecchimosi e contusioni, con prognosi di 10 e 5 giorni. Uno dei due ha riportato una lesione alla fronte su cui sono stati applicati alcuni punti di sutura.
Carlo Marconcini, coordinatore provinciale di Bologna di Casapound Italia, in riferimento all’attentato incendiario ai danni di un circolo del movimento in città ha definito gli autori “vigliacchi”. «Si tratta – prosegue – di un fatto gravissimo avvenuto per di più in piena zona residenziale e risultato del comportamento di chi in questi giorni, prima, durante e dopo la contromanifestazione antifascista di sabato, ha soffiato sul fuoco. Ora pretendiamo le scuse da chi era in piazza sabato, da chi ci ha dato dei violenti, da chi ci ha sempre accusato solo per sentito dire, perché è evidente a questo punto l’intolleranza e la violenza che colore politico abbiano»
Fabrizio Scarfone