L’amore al tempo di Calabria etica. Per Pasqualino Ruberto i sentimenti sono sempre al primo posto. Sarà stata questa la molla che lo ha spinto ad assumere la sua fidanzata nella Fondazione pubblica di cui è presidente. La compagna di Ruberto si chiama Bianca Maria Vitalone, ha 43 anni e ha da poco siglato un contratto succulento con Calabria etica: 114mila euro in tre anni, cioè più di 3mila euro al mese.
Elargiti, con sommo amore, dalla sua metà affettiva che – incidentalmente – è anche il numero uno dell’ente in house della Regione, nonché principale inventore di quella che pare una vera e propria “Questione etica”.
Una bella fortuna, per la Vitalone: nessuno, tra le centinaia e centinaia di lavoratori a progetto di Calabria etica, può vantare un contratto come il suo. Innanzitutto per la durata: la maggior parte dei co.co.pro. “assunti” da Ruberto ha sottoscritto una collaborazione di un anno; la “donna del presidente”, invece, potrà star tranquilla fino alla fine del 2017. Il suo contratto è iniziato esattamente l’11 dicembre scorso e terminerà 36 mesi dopo.
Quasi un unicum, nell’affollatissimo universo di Calabria etica, dove la cifra più alta investita per un accordo triennale raggiunge a stento gli 86mila euro, cioè 28mila in meno rispetto a quanto incamererà la Vitalone.
Ruberto sembra insomma aver avuto più di un occhio di riguardo nei confronti della fidanzata. Che, inizialmente, aveva un contratto di nove mesi, dal 28 marzo 2014 al 28 dicembre successivo, per un costo complessivo di 28mila euro. Lo stipendio mensile era sempre lo stesso ma, evidentemente, Ruberto avrà ritenuto utile e opportuno prorogare il rapporto di lavoro di una collaboratrice ritenuta particolarmente fidata. Forse anche per via di un tweet, datato 8 febbraio 2014, particolarmente velenoso della fidanzata:
«Non è vero che chi ama è ricompensato, almeno non su questa terra».
Il 10 dicembre scorso, poi, il vecchio contratto viene stracciato (è stato dichiarato “cessato”) per consentire un nuovo prolungamento professionale, che avrà l’effetto di tenere la Vitalone lontana dalle angustie della disoccupazione per un altro bel po’ di tempo. Merito della generosità del suo compagno di vita.
ASSUNZIONI A GO GO
Ma ritenere Ruberto solo l’artefice di una nuova “Parentopoli” calabrese sarebbe ingeneroso. Questo perché, negli ultimi mesi, il futuro candidato sindaco di Lamezia non ha pensato esclusivamente agli interessi della sua “bottega”, ma ha invece distribuito incarichi e collaborazioni a destra e a manca, con un’accelerazione dirompente avvenuta proprio a ridosso delle ultime elezioni regionali del 23 novembre. Nelle ore precedenti al voto, Ruberto ha dato il “la” a circa 250 nuove assunzioni, per una spesa totale che si aggira sui 4 milioni di euro. Un do ut des in vista dell’appuntamento elettorale? Impossibile affermarlo con certezza. Quel che è sicuro è che la gran parte dei neo dipendenti, circa 175 (il 70%), sono residenti in uno dei territori che ricadono all’interno del collegio Centro (Catanzaro-Vibo-Crotone). La medesima circoscrizione nella quale si è ricandidato, ed è poi stato rieletto, Nazzareno Salerno, all’epoca delle assunzioni titolare dell’assessorato al Lavoro. Lo stesso cui fa capo Calabria etica. Non solo: sui 250 collaboratori, ben 66 (il 26% su 409 comuni calabresi) hanno domicilio proprio a Lamezia Terme, la città alla quale Ruberto si appresta a chiedere il consenso la prossima primavera.
A riprova della sollecitudine nei riguardi dei suoi concittadini, il presidente di Calabria etica ha inoltre avviato, tra dicembre e gennaio scorsi, altre 54 collaborazioni, delle quali 28 a beneficio di lavoratori residenti (e votanti) proprio a Lamezia. Costo dell’operazione: circa 1,5 milioni, di cui 880mila destinati agli abitanti della città della Piana.
Perché l’amore di Pasqualino, ormai sembra chiaro, ha confini precisi.
Pietro Bellantoni-corrierecalabria