Dopo le rivelazione dell’on. Angela Napoli, durante l’incontro indetto dal Coisp nella periferia a sud del capoluogo di regione, il sentimento prevalente è di sdegno e grande preoccupazione.
Dirottare fondi del PON sicurezza da aree drammatiche come quella a sud di Catanzaro o come dal comune di Taurianova, amministrazione anche sciolta per mafia, la dice tutta su una strategia e su un programma politico inequivocabili.
Gli arresti e l’attività incessante di magistrati e forze dell’ordine hanno come contraltare delle chiare e continue scelte, per altro troppo spesso denunciate senza risposta dagli operatori del diritto, per umiliare e depotenziare chi in questo Paese lavora per affermare democrazia e legalità.
Ci preoccupa molto che in un territorio come quello catanzarese, che vive una escalation importante sul fronte criminalità e vede un affermarsi progressivo della ‘ndrangheta con i suoi metodi e le sue logiche più crude (ne sono un esempio gli ultimi omicidi), lo Stato ancora una volta abbia fatto un passo indietro.
Ci chiediamo: perché? Dove era la nostra deputazione quando per mere ragioni politiche ed elettorali si umiliava nuovamente il meridione e si tradivano gli elettori catanzaresi? Ci domandiamo il perché di logiche punitive per alcuni territori. Perché con la sicurezza e la legalità si fanno campagne elettorali e beceri ricatti politici?
Questo dei fondi PON sicurezza, lo dobbiamo dire chiaramente, non è un caso isolato. Ricordiamo, e lo facciamo con sdegno, che oltre il 36% della deputazione calabrese non ha votato il disegno di legge Lazzati alla Camera dei Deputati. Non lo ha votato per qualche strano motivo e non perché in missione parlamentare. Fortunatamente, nonostante i nostri deputati, il ddl è passato all’esame della Camera ed ora è da calendarizzare al Senato.
Purtroppo il timore vero, è che a queste domande non avremo risposte. Chi è stato nominato in Parlamento con questa “legge Porcellum” pensa, ancora più di prima, solo a conservare il posto, a mantenere il proprio potere di vassallaggio.
Pensa sempre e solo alle prossime scadenze elettorali nell’esclusivo proprio interesse.
Se la ‘ndrangheta fosse paragonabile a un Ciclope potremmo dire: “Polifemo, suo lontano progenitore, venne accecato da un piccolo uomo che con l’intelligenza e l’arguzia sfidò con successo i suoi limiti. Che gli uomini, allora, non possano usare le stesse armi per sbarazzarsi di questo novello gigante che è la mafia? Occorre scagliare un dardo contro il bavaglio mafioso che ostruisce la parola”.
Associazione Universitaria Calabrese Ulixes