Timbravano il cartellino e poi uscivano dall’ufficio per andare a sbrigare commissioni personali, per accompagnare le mogli a fare la spesa o per tornare a casa a riposare.
Tutto è stato ripreso dai Carabinieri della Compagnia Soverato, provincia di Catanzaro, che dopo alcune segnalazioni anonime e dopo aver raccolto questi filmati che li incastrano, hanno arrestato due dipendenti degli uffici di Soverato della Provincia di Catanzaro. Entrambi ora sono ai domiciliari.
I due dovranno rispondere dei reati di truffa aggravatae continuata ai danni di un Ente Pubblico e di alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza.
I due dipendenti si assentavano per diverse ore dall’ufficio senza ”smarcare” il badge alla macchinetta per la rilevazione delle presenze
G R., 41 anni impiegato nell’ufficio informazioni turistiche, e F.S.C., 61 anni addetto all’ufficio agricolo di zona, entrambi nelle sedi distaccate a Soverato della Provincia di Catanzaro, sono stati colti ieri in flagranza di reato dai militari dell’Arma, che hanno accertato per mesi con le immagini riprese da una telecamera istallata all’ingresso dello stabile di via Stazione e tramite videopedinamenti le loro prolungate assenze, con frequenza quasi giornaliera.
Ai carabinieri hanno tentato di fornire una spiegazione sulla loro assenza, asserendo limitatamente alla giornata di ieri che avevano dimenticato di timbrare il badge all’uscita dell’ufficio. In realta’ pero’ e’ dal mese di aprile dello scorso anno che gli investigatori hanno documentato le loro condotte. In orario di lavoro, regolarmente retribuito dall’Amministrazione provinciale, andavano a fare la spesa o sbrigavano faccende private. Carnovale inoltre aveva l’accortezza, quando tornava a casa, di nascondere l’automobile in garage per non dare nell’occhio.
E’ stato denunciato anche il loro diretto superiore, G. P. di 62 anni, per abuso d’ufficio dovuto alla mancata vigilanza. Le indagini sono partite da segnalazioni anonime al 112. L’ufficio personale della Provincia di Catanzaro, hanno rilevato gli investigatori, hanno fornito ”una collaborazione piena e discreta”
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