Sei acquisti, quattro cessioni. Sta tutto qui il mercato di “riparazione” della società giallorossa che in meno di un mese ha di fatto sconfessato le scelte compiute in estate e resettato un gruppo che circa sette mesi fa centrava una storica promozione a suon di record. A dirla tutta il mercato del Catanzaro non si è mai realmente concluso. I cinque mesi trascorsi tra la chiusura della sessione estiva e quella invernale, sono collegati da un sottile filo rosso fatto di stravolgimenti tattici, pesca miracolosa tra giocatori svincolati e ricerca di un direttore sportivo. Sul piano dell’impegno nulla da eccepire. Lo sforzo del patron Cosentino è stato immane. Ora l’arduo compito a mister Cozza e al suo staff di ripristinare un equilibrio che in campo sembra essere svanito proprio dopo l’innesto dei nuovi acquisti. A preoccupare sono soprattutto i numeri di una difesa colabrodo che, nonostante gli innesti dello svincolato Conti, del giovane Bacchetti e dell’esperto Catacchini, con 33 gol incassati in 18 partite ha fatto addirittura peggio del Sorrento fanalino di coda, che di reti ne ha incassate 27. Assolutamente superfluo parlare di schemi, trame di gioco e alchimie tattiche davanti a questi dati, anche se è lecito pensare che in alcune circostanze una generosa manciata di masochismo abbia animato le scelte del tecnico di Cariati. Centrare la salvezza diretta continua ad essere l’unico vero obiettivo stagionale, e adesso bisognerà farlo con una squadra rivoltata come un calzino che non avrà tempo per commetterre errori.
LA LINEA MEDIANA – È stata senza dubbio la zona maggiormente interessata dalle operazioni di mercato, segno che qualcosa non ha funzionato a dovere. Partiti Maisto e D’Alessandro, sono arrivati Castiglia, Ronaldo, Sabatino e De Risio. Un’autentica rivoluzione. Dei primi tre forse è meglio dimenticare le prestazioni contro Latina e Benevento, decisamente spaesati e fuori contesto. Dell’ultimo arrivato (De Risio), all’infuori dei 41′ disputati all’andata al Ceravolo con la maglia del Benevento, sappiamo ben poco. Senza dubbio dalla zona nevralgica del campo dovrà arrivare la svolta, così come accaduto l’anno scorso con gli innesti di Quadri e Giampà, che con le loro giocate garantirono equilibrio, assist e gol, un pò quello che si chiede in particolare a Ronaldo e Castiglia. Difficile capire gerarchie e ruoli dopo quanto visto nelle prime due uscite del girone di ritorno, con i nuovi buttati nella mischia contro il Latina e sostituiti dalla “vecchia guardia” la domenica successiva sul campo del Benevento. In questo senso la sosta del campionato, per tempismo ed utilità, è stata l’unica terapia possibile per accelerare quel processo di amalgama ritenuto indispensabile per vedere in campo il “vero” Catanzaro.
RUSSOTTO – L’ultimo giorno di mercato ha portato in dote la cessione in comproprietà al Parma di quello che è senza dubbio il talento più cristallino della rosa giallorossa, un’operazione che pone inevitabilmente alcuni interrogativi. C’è chi vede un attentato ai sogni di gloria per la prossima stagione, e chi invece plaude alle capacità manageriali degli uomini mercato giallorossi. La verità, come sempre, sta nel mezzo. Ad ottobre Russotto era un calciatore svincolato. Un ex enfant prodige reduce da un brutto infortunio e una parentesi poco brillante con la Carrarese. Una scommessa ponderata che il Catanzaro ha scelto di far fruttare non appena il mercato ne ha fornito l’occasione. Bisognerà comunque aspettare l’estate per conoscere il destino di Russotto e la reale validità dell’operazione. Resta il fatto in sé: il Parma, società di serie A, bussa alla porta del Catanzaro per trattare un suo tesserato. Fortunatamente c’è “contrattopoli” a ricordarci ancora il nostro recente, recentissimo passato.
STRUTTURE – Chiudiamo con una questione che meriterebbe un approfondimento puntuale ma sulla quale è comunque doveroso fare alcune considerazioni. Da un pò di tempo mister Cozza ha posto un personalissimo aut aut: «se in estate non avrò a disposizione le strutture necessarie per allenare, chiederò al presidente di trovare il mio sostituto». Una provocazione che, seppur diversa nei modi e nei tempi, ricorda terribilmente le parole di Carlo Nervo che se ne andò da Catanzaro sbattendo in faccia all’opinione pubblica ciò che tutti sapevano ma che nessuno aveva il coraggio di denunciare. Da allora nulla è cambiato. Catanzaro è senza strutture sportive. La politica continua a promettere e siamo certi lo farà negli anni a venire. Oggi sono i 5 milioni di euro per completare l’ormai famigerata palazzina dei Distinti, domani sarà chissà quale altra cifra indispensabile per abbattere la tribuna, ormai ridotta a rottame, o magari effettuare altri lavori necessari all’adeguamento normativo di una struttura semplicemente fatiscente come il “Ceravolo”. Solo un illuso (o un colluso) non capirebbe che la politica non ha alcun interesse a risolvere la questione Stadio/strutture sportive, tali e tanti sono i consensi che il Catanzaro e i suoi problemi, resi volutamente cronici, spostano in campagna elettorale e negli anni di mandato. Del resto “panem et circenses” è una pratica vecchia di duemila anni. Cozza ha ragione. Senza se e senza ma. Ha solo sbagiato interlocutore. O meglio, non ha focalizzato pienamente il problema. Non si tratta di avere a disposizione un campo su cui provare gli schemi o una palestra in cui allenarsi, il Catanzaro deve essere messo nelle condizioni di progettare liberamente. Imbrigliare Cosentino nelle logiche perverse e oligarchiche della prenditoria catanzarese equivale a soffocare l’unica vera chance di fare calcio in città. È su questo piano che si gioca la vera partita per il futuro del Catanzaro e, per vincerla, Cosentino dovrà contare solo sulle proprie forze con la consapevolezza che il cammino sarà tutt’altro che agevole.
Francesco Panza