Eâ da molti lunedì che mi accingo a scrivere, ma poi (sinceramente) ci rinuncio perché sono affetto da una malattia stranissima che non so neanche diagnosticare. Si chiamerà sconforto, avvilimento, sgomento, scoraggiamento, depressione sportiva, non lo so, ma lâunico dato di fatto è che pur avendo atteso molto tempo con la speranza di raccontare qualcosa di diverso, non è cambiato nulla. Lâultimo posto è sempre più dominio degli uomini di Parente, Poggi, Mirante, Colao, Carvelli e Ierace . Qualcuno mi dirà :â ma non sei informato di nulla?â. Si, rispondo. Ma è mio costume analizzare la sostanza delle cose e non solo la loro forma. La sostanza delle cose è che il nuovo Presidente della S.p.A. âU.S. Catanzaroâ è il detentore della minoranza (20/25%) delle azioni. I miei personali auguri a Colao, nuovo massimo responsabile del Sodalizio di Via Lombardi, al Suo Vice, Carvelli e allâ AD Ierace.
Dopo avere digerito unâinfinità di nomi e familiarizzato con altrettante facce nuove, malgrado i nomi siano bene impressi sulle maglie degli atleti, si fatica a rammentare, ad affezionarsi, a riconoscere qualcuno. Chi è quello? Si è il biondo, no è il bruno, no, che dici, è quello pelato! Il cuore fa indigestione di sensazioni. Si resta storditi. In questi due anni tra giocatori, allenatori, addetti ai vari servizi, non si esagera se si dice che circa un centinaio di persone si sono sposati per poi divorziare dal Catanzaro. Quante conferenze stampa! Quante dichiarazioni dâamore puntualmente tradite. Quanta confusione! Una preziosissima serie B restituita da poco è oramai morta. Figuracce in tutta Italia. Mi sforzo a trovare alibi, a cercare di raccontarmi fesserie, ma non ci riesco. Il Catanzaro conquista a stento un tristissimo pareggio in casa contro la penultima Cremonese, dopo essere passato in svantaggio e in superiorità numerica e alla fine della gara in figliol prodigo Ferrigno (bentornato âSindacoâ) dice la classica frase che suona di mortorio:â fino a quando la matematica,⦠ecc. ecc.â.
Questo è il quadro della situazione, un quadro a tinte fosche e deprimente. Eâ come se un innamorato cotto, perso, venisse reiteratamente tradito dallâamata e cogliesse la stessa sul fatto⦠più volte. Come potrebbe credere alla sua fedeltà ? Si sbaglia una volta, due, tre, ma non settanta volte sette!
Quando nellâanticipo di venerdì la Cremonese è passata in vantaggio, in molti hanno rischiato lâinfarto. E ora ci si affannerà alla ricerca delle scuse future : assemblaggio, condizione dei neo- arìneo-nuovi, vertici societari nuovi (??????????????) e il popolo fa indigestione di insalate di foglie e ha cose di cui parlare che esulano dallâultimo posto in classifica. Qualcuno raccomanda di parlare solo di calcio. Andatelo a raccontare ad uno juventino che una società non conta nulla nei successi o negli insuccessi di un sodalizio. Certo, Moratti vi dirà che è dâaccordissimo, ma non credo che Moggi sarebbe dello stesso parere.
Il buon Guerini, aziendalista D.O.C. dopo le sue ultime dichiarazioni e dopo avere ufficializzato la propria felicità riguardo al materiale umano a propria disposizione, non avrà più (questa volta anche lui) nessun alibi. Martedì si va al Partenio e oltretutto i rivali per la salvezza giocheranno scontri diretti che potrebbero permettere ai nostri eroi (da molto tempo non più tali) di ricoltivare la fiammella della speranza.
La speranza (che è sempre lâultima a morire) ci suggerisce di stare ancora con il fiato sospeso e di crederci come fa Ferrigno. Lâaugurio è di non essere nuovamente traditiâ¦
Giuseppe Mangialavori