Vittoria sul filo di lana quella del Catanzaro di Mister Auteri, del Dg Pitino e dell’Amministratore Aiello, nomino solo loro poiché è palese che gli altri attuali soci di questa nuova creatura non possano accaparrarsi alcun merito.
Nella calda estate dei comunicati mentre il “nuovo” spingeva per una linea, il”vecchio” puntava su altro e per quanto riguarda ciò che accade nel manto erboso, i fatti, al momento e speriamo per sempre, gli danno ampiamente ragione.
Pur essendo ancora all’inizio, non possiamo negare che dal punto di vista tecnico tanti sono stati smentiti, compresi quei tifosi “competenti” (nel calderone mi ci metto pure io) che nel tempo, dimenticando che Catanzaro è fuori dal calcio vero da anni luce, valutano i calciatori basandosi sul nome o sul curriculum.
Chi ha umiltà dovrebbe ricordare che dell’esercito di calciatori passati negli ultimi due anni di B, tanti militano in categorie superiori mentre noi siamo tornati nell’ultima categoria del calcio professionistico. In poche parole tutti dovremmo riconoscere, fermo restando il diritto della critica, che ognuno deve svolgere il proprio mestiere.
C’è anche qualche novità positiva che rientra nella normalità di una società di calcio.
Ad esempio i manifesti affissi in città, e penso anche in provincia, che annunciano la partita di domenica mancavano da decenni, ma ora bisogna assolutamente puntare a garantire al tifoso l’accesso allo stadio, sia provenga dalla provincia sia dalla città.
Catanzaro non può perdere i suoi tifosi. Ci bastano già gli assurdi provvedimenti legislativi, come la cosiddetta e famigerata (per come è stata imposta) “tessera del tifoso”. A proposito, spero che almeno su quest’argomento la piazza, intesa come club organizzati, tifosi liberi e la stessa stampa, converga verso un’unica direzione e sposi la causa dei ragazzi della curva.
La partita di ieri non si presentava sotto i buoni auspici. Tre punti tolti per non avere ottemperato alle scadenze imposte dai regolamenti calcistici, l’infortunio di Bruno, le condizioni meteo, la voglia dei calciatori del Vico Equense di fare bella figura in uno stadio che ha visto la Serie A non erano certe le premesse migliori. Ma crederci sino al 90° è una prerogativa di questa compagine.
Che dire? Sotto quest’aspetto CONTINUATE COSI’. I tifosi presenti, assenti e disertori ve ne saranno grati.
Due parole purtroppo, e speriamo ancora non per molto tempo, bisogna dirle anche su altre questioni, quelle maledette questioni che hanno relegato il Catanzaro a essere quasi la cenerentola del calcio calabrese.
Prendo spunto dal titolo (“Aspettando Godot”) di un articolo che il Direttore di questa testata, Francesco Ceniti, utilizzò anni orsono. Era il periodo di Parente e Poggi, del disimpegno di Princi e del limitato impegno di Martino dettato dalla cosiddetta “carta bianca” senza fondi.
Fino a quando l’Amministratore Unico Aiello non ci dirà pubblicamente le reali intenzioni di questa società, è normale che aspetteremo Godot non necessariamente con tanti soldi ma almeno che abbia una faccia nuova.
I silenzi attuali e la pax societaria potrebbero esplodere da un momento all’altro e avendone viste tante, sappiamo bene quali risvolti negativi portano. Prevenire è sempre meglio che curare e poiché siamo in tempo, è il momento di giocare a carte scoperte.
Oggi siamo ancora in tempo, non sappiamo nulla di cosa sarà del nostro Catanzaro, ma una cosa è certa: il Godot o i Godot non potranno essere i soliti volti, per capirci quelli del 2% o del 3% o ancora peggio quelli dell’aiutino che poi spacciano per AIUTO. Quindi, più che Godot, non ci resta che intitolare questa nuova opera “Aspettando Aiello”.
Nella calda estate dei comunicati mentre il “nuovo” spingeva per una linea, il”vecchio” puntava su altro e per quanto riguarda ciò che accade nel manto erboso, i fatti, al momento e speriamo per sempre, gli danno ampiamente ragione.
Pur essendo ancora all’inizio, non possiamo negare che dal punto di vista tecnico tanti sono stati smentiti, compresi quei tifosi “competenti” (nel calderone mi ci metto pure io) che nel tempo, dimenticando che Catanzaro è fuori dal calcio vero da anni luce, valutano i calciatori basandosi sul nome o sul curriculum.
Chi ha umiltà dovrebbe ricordare che dell’esercito di calciatori passati negli ultimi due anni di B, tanti militano in categorie superiori mentre noi siamo tornati nell’ultima categoria del calcio professionistico. In poche parole tutti dovremmo riconoscere, fermo restando il diritto della critica, che ognuno deve svolgere il proprio mestiere.
C’è anche qualche novità positiva che rientra nella normalità di una società di calcio.
Ad esempio i manifesti affissi in città, e penso anche in provincia, che annunciano la partita di domenica mancavano da decenni, ma ora bisogna assolutamente puntare a garantire al tifoso l’accesso allo stadio, sia provenga dalla provincia sia dalla città.
Catanzaro non può perdere i suoi tifosi. Ci bastano già gli assurdi provvedimenti legislativi, come la cosiddetta e famigerata (per come è stata imposta) “tessera del tifoso”. A proposito, spero che almeno su quest’argomento la piazza, intesa come club organizzati, tifosi liberi e la stessa stampa, converga verso un’unica direzione e sposi la causa dei ragazzi della curva.
La partita di ieri non si presentava sotto i buoni auspici. Tre punti tolti per non avere ottemperato alle scadenze imposte dai regolamenti calcistici, l’infortunio di Bruno, le condizioni meteo, la voglia dei calciatori del Vico Equense di fare bella figura in uno stadio che ha visto la Serie A non erano certe le premesse migliori. Ma crederci sino al 90° è una prerogativa di questa compagine.
Che dire? Sotto quest’aspetto CONTINUATE COSI’. I tifosi presenti, assenti e disertori ve ne saranno grati.
Due parole purtroppo, e speriamo ancora non per molto tempo, bisogna dirle anche su altre questioni, quelle maledette questioni che hanno relegato il Catanzaro a essere quasi la cenerentola del calcio calabrese.
Prendo spunto dal titolo (“Aspettando Godot”) di un articolo che il Direttore di questa testata, Francesco Ceniti, utilizzò anni orsono. Era il periodo di Parente e Poggi, del disimpegno di Princi e del limitato impegno di Martino dettato dalla cosiddetta “carta bianca” senza fondi.
Fino a quando l’Amministratore Unico Aiello non ci dirà pubblicamente le reali intenzioni di questa società, è normale che aspetteremo Godot non necessariamente con tanti soldi ma almeno che abbia una faccia nuova.
I silenzi attuali e la pax societaria potrebbero esplodere da un momento all’altro e avendone viste tante, sappiamo bene quali risvolti negativi portano. Prevenire è sempre meglio che curare e poiché siamo in tempo, è il momento di giocare a carte scoperte.
Oggi siamo ancora in tempo, non sappiamo nulla di cosa sarà del nostro Catanzaro, ma una cosa è certa: il Godot o i Godot non potranno essere i soliti volti, per capirci quelli del 2% o del 3% o ancora peggio quelli dell’aiutino che poi spacciano per AIUTO. Quindi, più che Godot, non ci resta che intitolare questa nuova opera “Aspettando Aiello”.
SF