Muri di una struttura
abitativa, vasellame e utensili di varia forma e dimensioni risalenti
a molti secoli avanti Cristo, praticamente un insediamento di tipo
ellenico, sono tornati alla luce nel comune di Maida, in provincia di
Catanzaro, a circa cento metri sul livello del mare. La scoperta,
avvenuta per caso nel corso dei lavori di sbancamento per la
realizzazione del metanodotto, viene illustrata, dal geologo
dell’Associazione ”Amici della Terra” di Lamezia Terme Mario
Pileggi, in anteprima ed in esclusiva sul numero della rivista mensile
di Gazzetta del Sud, ”Sport&Turismo”, curata da Mario Tursi Prato,
in edicola dal 31 gennaio.
Il nuovo tassello, considerato uno dei piu’ antichi insediamenti
ellenici non solo della Calabria ma d’Italia, ha accelerato l’impegno
dell’Amministrazione, del sindaco Paone e del responsabile
dell’Ufficio Tecnico D’Amico di Maida per l’allestimento di una mostra
dei vari reperti archeologici, tra cui alcuni risalenti a circa 700
mila anni fa, e la realizzazione di un Museo stabile nell’antico
palazzo municipale. Nelle foto che arricchiscono l’articolo pubblicato
su ”Sport&Turismo”, oltre al particolare di un muro portante,
orientato in direzione NordEst-SudOvest, ed al livello del tetto
crollato, e’ possibile notare natura e spessore, di circa un metro,
dei terreni, costituiti prevalentemente da sabbie, ghiaie e ciottoli,
che ricoprivano l’insediamento.
La composizione mineralogica dei frammenti indica
inequivocabilmente la provenienza dalle rocce cristallino-metamorfiche
affioranti sui versanti dei rilievi circostanti la zona sul margine
settentrionale del massiccio delle Serre dei Monti che limitano a
meridione la Sila. In proposito, accresce il valore dei beni
archeologici della zona, la specificita’ geoambientale del contesto,
tra l’altro, caratterizzato dalla presenza d’antichissime rocce, come,
ad esempio, gli ammassi granitici, affioranti solo in Calabria ed in
nessun’altra regione dell’Appennino; rocce di molte centinaia di
milioni d’anni con preziosi accumuli di minerali utili, con impresse
le testimonianze dei vari processi naturali che hanno portato alla
nascita ed evoluzione di tutta la storia del territorio italiano.
La Soprintendenza ai beni archeologici della Calabria,
l’archeologa Perri e gli esperti dell’Associazione Archeologica
lametina che seguono i lavori di scavo, attribuiscono molta importanza
ai manufatti tirati fuori dal sito e, a breve, forniranno le prime
anticipazioni sullo stato dell’arte in una conferenza stampa. (CNN 28.1.2005)