No alla demolizione dell’ex cementificio del quartiere Sala di Catanzaro. E’ quanto chiede in un appello sottoscritto da un gruppo di docenti universitari, professionisti, esperti e rappresentanti di organismi culturali con il quale si sottolinea la necessità di “fare chiarezza su eventuali rischi per i cittadini e sulla destinazione futura dell’area”.
“Le ruspe stanno abbattendo il vecchio cementificio di Sala : la notizia è recente – riporta una nota del comitato – e però altro non è dato sapere. Perché mai? I cittadini di Sala sono sommersi dalla polvere e temono seriamente per la loro salute. Ci sono rischi derivanti da eventuali, consistenti, residui di amianto? L’area è fortemente degradata da anni sia sotto il profilo edilizio che ambientale, pur costituendo un’importante cerniera fra i principali aggregati urbani di Catanzaro, la zona costiera e il centro storico. Necessita, pertanto, di un intervento di riqualificazione e ‘rigenerazione’, a partire dall’area dell’ex cementificio, per coinvolgere tutto il Quartiere”. “L’ex cementificio – prosegue la nota – rappresenta uno dei rari esempi, nella città, di insediamento industriale del secondo dopoguerra, luogo del lavoro, dell’operosità di tanti che contribuirono alla rinascita post-bellica della città.
Conserva caratteristiche e memorie che sono patrimonio dell’identità culturale urbana. Non può, pertanto, scomparire nell’indifferenza , proprio nei giorni in cui la stessa Italcementi a Vibo ha deciso di chiudere lo stabilimento che aveva anni fa indicato come indispensabile per l’azienda, tanto da sacrificare l’impianto di Catanzaro. Il Comune, la Provincia , la Regione devono chieder conto e aprire un confronto rigoroso e trasparente su investimenti economici ed aree produttive da valorizzare. Noi poniamo due questioni prioritarie da chiarire subito: la tutela della salute per tutti i cittadini nell’azione di bonifica dell’intera zona e la destinazione e conformazione che verrà ad assumere l’area dell’ex cementificio e quella confinante indicata nel Protocollo d’intesa tra Comune e Ferrovie dello Stato”.
L’appello è stato sottoscritto da Maria Teresa D’Agostino, Laura Mancuso, Maria Adele Teti, Antonio Bevacqua, Luigi Combariati, Sante Foresta, Rita Commisso, Letizia Paonessa, Andrea La Porta, Francesca Mazza, Giuseppe Soriero.