Bar Mangialavori

Anonimo catanzarese

Malgrado una prestazione generosa e al cospetto di poche centinaia di tifosi, il Catanzaro non va oltre il pari interno.
Le impressioni del nostro Giuseppe Mangialavori

Dove eravamo rimasti? Ah, si! Al poker d’attacco delle meraviglie, all’obiettivo primo posto/playoff, e poi a Cittadino mister e poi ancora al cambio ai vertici societari… chi bussa alla porta dell’F.C.? C’è Chiappetta, anzi no. Ci eravamo sbagliati. C’è Princi? No! Abbiamo visto male ancora una volta. E allora troviamo un “bueno” motivo per ricapitalizzare soli soletti, cercando di rimanere incontrastati solisti del nulla. E in questo nulla cerchiamo di fare qualche rimpastino… e inseriamo il buon Cuttone, Falconieri &C. Ma Bueno dov’è andato? In A? In B? In C1? Ma no signori miei! Nienetepopodimenochè al Benevento!!!!!!!!!!!!!

Non sta a chi scrive giudicare più di tanto prima di vedere gli auspicabili risultati di tanta scelta, ma classifica alla mano, c’è da tremare. Il Catanzaro non vince più. Colpa anche della sfortuna e dei pali. Sembra un film già visto. Sembra quasi ci sia una regia occulta che sta pianificando una salvezza all’ultimo respiro o, peggio, all’ultimo playout. Meno quattro dalle zone calde e domenica prossima si va a Melfi.
Comunque a dire il vero gli uomini di Agatino Cuttone non si sono comportati male innanzi ai pochi intimi (quasi cinquecento) che ieri hanno popolato le sempre più tristi gradinate del Ceravolo. I Giallorossi hanno offerto una prestazione generosa e solo un super Sassanelli, i legni della porta noiana e qualche imprecisione di troppo, hanno impedito alle Aquile di conquistare i tre punti che pure avrebbero meritato. Ottimi Criniti e Falconieri e lo stesso Cuttone che ha saputo dare un senso alla manovra dei propri ragazzi, utilizzando al meglio anche le fasce laterali. Ma quando il pallone non vuole saperne di entrare in porta… non c’è nulla da fare.
Quasi cinquecento tifosi dicevamo. A questo punto del campionato e a memoria d’uomo, mai si era avuta una spersonalizzazione di questa portata. Il Catanzaro, dopo un mercato di “riparazione” più per le proprie casse (e non è dato sapere neanche se almeno quelle abbiano trovato giovamento…) che per gli effetti avuti e dopo la farsa della ricapitalizzazione/cambio di guardia, fa ancora cilecca (almeno nei risultati). La cosa ancora più grave è che non si ode neanche un urlo di dolore ed il quindici di febbraio è sempre più vicino. I pochissimi afecionados che ieri hanno popolato il derelitto impianto del capoluogo di Regione hanno potuto gioire perché il Catanzaro ha fermato la corazzata Noicattaro? Non crediamo sia proprio così.
Una gara tra ex, ma non è una novità, al contrario è la regola. Dopo anni e anni di carenza assoluta delle benché minima programmazione seria, è fisiologico che al Ceravolo si rechino mandrie di ex tesserati pronti a recitare ai microfoni le proprie emozioni nel ritornare a giocare al Ceravolo… (bla bla bla e così via dicendo), lontano surrogato dell’impianto sportivo che un tempo non riusciva a contenere i propri innamorati.
Anonimato totale, un “anonimo catanzarese” che sarebbe stato scartato certamente anche per la selezione dell’osceno sipario sanremese. Quante stonature e quanti silenzi. Troppi, soprattutto per tutti quei signorotti che si vantavano e ancora oggi si incensano per il solo fatto di amare questi colori, come se l’amore verso una squadra di calcio comportasse il possesso dei gradi di merito. Ammesso che questi esistano sul serio, costoro appartengono al peggior caporalato esistente al mondo.
Oltre ai vari Capi del nulla, Presidenti dell’oscenità, fa eco l’assordante silenzio dei vari Dirigenti e del massimo esponente del Sodalizio. Con la speranza che non si continui a raschiare il fondo, l’augurio che la buona volontà ed il lavoro dei ragazzi di Cuttone e dello stesso mister, vengano premiati da una maggiore fortuna e da una Società degna di questo nome. Attendiamo fiduciosi che almeno la decenza trionfi!

Giuseppe Mangialavori

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Giuseppe Mangialavori

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