Sono stati due giorni di lavoro intensi e ricchi di contenuti. Il S. Anna Hospital di Catanzaro, per la seconda volta, ha messo insieme il gotha dell’angiologia italiana, dopo il convegno dello scorso anno su Clinica e ultrasuoni in patologia vascolare. Erano due gli eventi in programma a San Nicolò Ricadi.
«Innanzi tutto – spiega il dottor Elia Diaco, organizzatore dell’appuntamento e responsabile dell’ambulatorio di Angiologia – il Corso Istituzionale di aggiornamento sulla diagnostica a ultrasuoni promosso dalla SIDV, la Società Italiana di Diagnostica Vascolare; un’iniziativa che tocca ogni volta una regione diversa e che in questo caso ha visto la Calabria come punto di aggregazione dei colleghi delle regioni del centro sud. Abbiamo presentato tutte le novità in campo tecnologico per quanto riguarda la diagnostica vascolare e l’Eco Color Doppler in particolare. Un ambito in continua evoluzione: al congresso, infatti, si è vista una novità pressoché assoluta e cioè l’Eco Color Doppler che ci consente di disporre di una visione in 4D piuttosto che quella bidimensionale. Un’innovazione che ci permetterà di navigare all’interno del vaso e valutare così le diverse tipologie di placca, eventualmente presenti. Con questa tecnologia, non sostituiamo certo l’Angiotac ma i risultati finali cominciano a poter essere comparati.
Il secondo evento – continua Diaco – è stato il IX Congresso Nazionale Fleboforum, che lo scorso anno si è tenuto a Napoli e che nel 2013 è “sbarcato” in Calabria. L’assise ha visto insieme il meglio della flebologia italiana, eminenti personalità che hanno illustrato le novità terapeutiche in questo ambito della medicina. Di particolare importanza, quelle sulla pannaculopatia, comunemente conosciuta come cellulite, una malattia che ha un dato epidemiologico importante soprattutto al sud. L’importanza del Congresso risiede nel fatto che oltre alle figure mediche, sono stati coinvolti i fisioterapisti e particolarmente gli infermieri, profili professionali interessati al tema dei bendaggi, un aspetto importante nel trattamento di queste patologia. Significativa, nella seconda giornata di lavori, la presenza degli studenti universitari che hanno avuto una straordinaria opportunità di arricchimento della propria formazione.
Possiamo dire – conclude Diaco – che, grazie a eventi come questi, la nostra regione esce definitivamente da una sorta di anonimato. Non perché nel tempo non abbia espresso personalità di alto valore medico nel campo dell’angiologia, anzi tutt’altro. Finora però non eravamo riusciti a fare, come si suol dire, “scuola”; non eravamo cioè riusciti a creare momenti di confronto e di approfondimento corale, che fossero al contempo formativi e informativi per i colleghi e dessero loro l’opportunità di un contatto diretto con il meglio dell’angiologia italiana, sia ospedaliera e sia universitaria. Il fatto poi che questo risultato si riesca a coglierlo grazie al S. Anna Hospital e alla sua vocazione ad andare al di là delle sole attività di diagnosi e cura, ci inorgoglisce molto come medici ma soprattutto come calabresi».