E’ sempre difficile parlare in momenti simili, ma non è giusto tacere. Purtroppo a Catanzaro sta accadendo ciò che mai è accaduto prima: oltre allo spogliatoio, una tifoseria spaccata in due. Questo non può e non deve accadere. Lo spogliatoio per colpa di TUTTI: Dirigenza, allenatore (e basta perchè l’Uesse non provvede ad avere un DS o un DG degni di tale nome).
La gestione delle risorse umane è arte difficile già in un’azienda normale, figuriamoci in una squadra di calcio. Ci vuole gente esperta , che abbia tatto, cultura e acume. Non si vuole in questa sede dire che di queste doti Parente e Princi siano orfani, ma è già difficile fare i Presidenti, figuriamoci altre cose in aggiunta. Non si può avere contezza della situazione se si presume di essere tuttologo.
E’ il difetto di tutte (o quasi…) le aziende meridionali che gerarchizzano i ruoli e non conoscono cosa sia la delega. Eâ paradossale ma lâanno scorso, nel team societario, câera una maggiore canalizzazione delle competenze e rispetto dei ruoli altrui. Si respirava unâaria diversa e ognuno si adoperava a limare i fisiologici attriti che potevano nascere. I calciatori (quelli attualmente inseriti nella cosiddetta âlista neraâ) avevano un certo Pasquale Lo giudice come referente e consulente personale di Claudio Parente. Se saltuariamente (prendo a prestito un termine da biliardo) si impallavano i ruoli con Improta, câera la buona volontà e la maturità da ambo le parti di non andare oltre. Piero Braglia e il suo secondo Isetto si limitavano a curare il settore tecnico e Musa dava il proprio prezioso contributo in sinergia con il mister di allora. Insomma la società era impostata con ruoli che avevano finalità âinterneâ e altri con finalità âesterneâ con mansioni chiare e nette. Era come se i binari e i vagoni viaggiassero nella stessa direzione senza scontrarsi mai , altro che tecnico, società e calciatori di C! Ottima cosa per una B o una A, figuriamoci per la C!
Vista tanta armonia, non si poteva fallire ed il sottoscritto a quattrâocchi pronosticò a Claudio Parente e Massimo Poggi una B che poi arrivò. Con quelle premesse non si poteva fallire. Ricordo ancora i sorrisi di assenso di Piero Braglia al sottoscritto quando capiva che non volevo (in qualità di direttore marketing) essere invadente per nessuna ragione. Prima di recarmi negli spogliatoi per le comunicazioni, chiedevo sempre il permesso. Lâarmonia regnava sovrana: solo sorrisi anche nei periodi difficili. Eâ arrivata la serie B e il giocattolo è stato smontato.
Perché? Per colpa di chi? Gli uomini a volte passano la propria vita a rinvangare il passato a scovare le colpe e intanto il tempo passa e fagocita le speranze e consuma gli obiettivi. Eâ successo e basta e agli assenti dellâanno scorso Massimo Poggi Madarena, Piero Braglia, Pasquale Lo giudice, Francesco Bellante, il sottoscritto (per scelta personale), ai quali si aggiungono quelli della lista (cosiddetta e dipinta) “nera” (che brutta parola) : Briano, Pastore, Gentili, Alfieri, Ferrigno, Caterino, Zattarin (Giorgio Corona?) non ci sono più.
Ma la vita deve andare avanti. Non dico unâeresia se aggiungo che già da Ascoli si respirava qualcosa di triste, molto triste. La gioia di tutti era contenuta e lo stesso tecnico reagiva come si trovasse nellâ “orto degli ulivi”â¦! Faceva capolino in tribuna il sig. Princi con tanto di sorriso sulle labbra.
Da allora le cose sono cambiate e non sta a noi dire o condannare. Se qualcuno farà degli errori o li ha già fatti, il tempo non perdonerà e svelerà ogni arcano. Assenza di un DS o di un DG (anche Improta che fine avrà fatto?).
Lo stile e la forma sono anche sostanza e non ci sembra giusto trattare chi ha contribuito in maniera pesante e anche dietro sacrifici personali al raggiungimento di quella categoria di cui solo il sig. Cagni oggi ritiene di essere degno.
Briano, Pastore, Gentili, Alfieri, Ferrigno, Caterino, Zattarin , ripetiamo questi nomi e ringraziamo tutti loro dal profondo dei nostri cuori per ciò che hanno dato e speriamo di ringraziare in futuro Gigi Cagni per avere conservato ciò che questa âlista neraâ ci ha consentito di avere.
Le lacrime sincere di Mauro Briano di ieri non erano false come speriamo non lo siano le promesse ripetute e ricorrette dal tecnico bresciano. Purtroppo tra la tifoseria è accaduto quello che mai sarebbe dovuto succedere, addirittura lo stesso si è verificato tra i giornalisti: filoBraglia o filoCagni. Ma cosa vuol dire? Siamo pazzi?
La tifoseria e i professionisti della stampa devono marciare uniti e compatti verso un solo obiettivo: la conquista della salvezza. E la Società deve fare un bagno (con tanto di idromassaggio) di umiltà e riconoscere i propri limiti. Ma uno di quei bagni cosistenti che non fa mai male. Altrimenti di troppo orgoglio si può anche morire (vedi pavone). Meglio un calciatore o due in meno e un DS in più.
Consigliamo alla Società di dotarsi degli encefali giusti che guidino la fase tecnica aziendale. Così non va. Capiamo che in Italia illo tempore giacevano a Montecitorio Ministri della sanità con la laurea in ingegneria, ma non penso proprio che Parente e Princi sappiano o vogliano veramente considerarsi direttori sportivi. Offenderebbero sia la nostra che la loro stessa intelligenza. La puzza sotto il naso non ha mai portato ai risultati, la storia docet.
Il sig. Cagni ha finora goduto di unâimmunità pari a quella parlamentare (se non superiore). Bene ora non avrà più attenuanti a partire dalla gara contro il Genova.
Ma tutti conosciamo le eventuali scusanti dellâistrione bresciano: a) i nuovi si devono ancora integrare; b) non è arrivata la gente che avevo chiesto; c) lâambiente ci rende molto tesi; d) stiamo pagando le conseguenze di un discorso iniziato in ritardoâ¦ecc ecc..
Ritengo di avere suggerito in maniera esaustiva al mister eventuali scuse. Ma il sottoscritto che per primo ieri, chiamato gentilmente in causa dai come sempre ottimi Gennaro Amoruso e Paolo Spinoso nella trasmissione radiofonica (Radioforum), ha dovuto per forza di cosa tenere a freno (come faccio a fatica anche adesso) eventuali esternazioni che potrebbero fornire solo ulteriori alibi a Gigi Cagni. Ho optato per la calma (a fatica, ma proprio a fatica) e prego in ginocchio tutti di mantenerla. Se Gigi Cagni inizierà a non mantenere le promesse fatte, non bisognerà offendere la moglie o i familiari (non è giusto, né corretto), la Società dovrà innanzitutto mordersi le mani per avere dilapidato altro capitale e poi (in senso figurato) prendere a calci il tecnico e raccomandargli di non venire a Catanzaro neanche per le vacanze (costi quel che costi, altrimenti: ciao, ciao serie B, sogni di gloria, stadio nuovo ecc. ecc.).
Non câè da disperare dunque, consapevoli che lâunica componente a non avere colpe finora è proprio la tifoseria. Bisogna dunque continuare a pazientare, poi sarà la stessa tifoseria ad avere il diritto di protestare (sempre in modo civile e corretto).
Come Davide Pane regalerà la sua sciarpa a Gigi Cagni (il tecnico lo ha ribadito ieri in conferenza stampa) in caso di salvezza, lo stesso farà il sottoscritto. Nessuno parla per partito preso.
Chiudo ringraziando coloro che ingiustamente sono stati definiti âda lista neraâ o ânon da Catanzaroâ. Li ringraziamo perché loro sono stati âda Catanzaroâ caro Mister Cagni e lo sono stati vincendo un campionato primi in classifica, Lei ancora lo deve dimostrare (finora lei è da lista nerissima) e allorquando e se lo dovesse fare, saremo i primi a riconoscerglielo.
Chi arriverà ? Chi partirà ? Non è dato saperlo. Finora tutti i prescelti da Cagni (lo ha ammesso il tecnico stesso ieri) vedi Macellari, gli hanno risposto picche. Il Catanzaro non ha un DS o un DG e quindi i pronostici sui nomi non sono fattibili. Certo è che molti sono stati i rifiuti e da più parti e a dire il vero bisogna riconoscere a Princi lâonestà intellettuale con la quale lo ha ammesso senza alcun infingimento.
Ma questo dovrà essere uno stimolo in più per la società per chiudere in fretta ulteriori, eventuali trattative in corso (molti i nomi, pochi i contratti firmati) e stare attenti al fatto che è strano che calciatori chiamati in causa direttamente dal tecnico che li dovrebbe allenare, abbiano rifiutato di vestire la maglia giallorosa e seguire Cagni… Altri ieri, nella consapevolezza di essere obbligati ad abbandonarla hanno pianto lacrime amare.
Meditate Parente, Princi, Procopio e Mirante, MEDITATE.
Forza Briano, Pastore, Gentili, Alfieri, Ferrigno, Caterino, Zattarin (siete la nostra âlista giallorossaâ), forza ragazzi, avete pagato per colpe che non sono tutte vostre, vi ringraziamo e vi siamo vicini, certi che ci sentiate sempre e ovunque accanto.
Noi non dimentichiamo e non dimenticheremo mai.
Giuseppe Mangialavori