L’accordo era quasi fatto gia’ due mesi fa: il centrosinistra a febbraio avrebbe potuto “bruciare le tappe” candidando Rosario Olivo a sindaco di Catanzaro. E invece a dieci giorni dal termine di presentazione delle liste e dei candidati l’Unione non solo si e’ fatta battere dalla Cdl, ma sembra ancora in alto mare sulla designazione del candidato per Palazzo De Nobili. Il punto di frattura corre sul confine tra la Margherita da una parte – con cui si sono schierati Idv, Udeur, Sdi-Rnp e “I socialisti” – e i Ds e “cespugli” dall’altra. Sono stati proprio i diellini i primi a ritrattare sul nome di Olivo e a non sottoscrivere l’accordo sulla sua candidatura, riprendendo i dubbi gia’ espressi in precedenza da Idv e Udeur e da alcune componenti di matrice socialista, che poi hanno abbracciato la posizione della Margherita. Si e’ creata cosi’ una situazione di impasse che persiste tuttora: Olivo ha infatti fatto un passo indietro e ritirato la propria candidatura, nonostante essa rimanga sul tappeto – sostenuta da Ds, Prc, Pdci, Verdi e Psdi -, mentre la Margherita rivendica il diritto di esprimere il candidato sindaco. In questa prospettiva, ieri sera nel corso dell’interpartitica il coordinatore cittadino dela Margherita, Pasqualino Mancuso, ha proposto di offrire alla coalizione una rosa di nomi del suo partito tra cui scegliere finalmente un candidato. Mancuso non ha fatto ovviamente nomi, anche se ormai da settimane circolano quelli di Francesco Granato (sindaco di Catanzaro nella prima meta’ degli anni ’90) e Sergio Polisicchio. Immediato il disappunto dei sstenitori di Olivo, mentre a favore della Margherita si sono espressi il segretario dello Sdi-Rosa nel pugno, Domenico Genise e Franco Tucci de “I Socialisti”.
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