Mentre la Calabria si riscopre “avvelenata” dai rifiuti tossici seppelliti nel suo mare, e forse anche nelle viscere della terra, una buona notizia, dal fronte ambientale, arriva da Altroconsumo che ha avviato la campagna di sensibilizzazione sull’utilizzo dell’acqua che sgorga dai rubinetti di casa. Almeno nella maggior parte delle città italiane. Meno bene, va, anche in questo caso, alla maggiore città calabrese, Reggio Calabria.
“L’inchiesta – fa sapere il suo presidente, Pietro Vitelli – tende ad eliminare i pregiudizi: l’acqua del rubinetto è di buona qualità nelle maggiori città italiane”. “Eccellente a Potenza e Campobasso, e in altre otto città del centro-sud. Bocciata solo l’acqua di Reggio Calabria, per infiltrazioni di sale oltre i limiti consentiti”.
Altroconsumo ha verificato le caratteristiche che rendono un’acqua di qualità, come durezza, residuo fisso, sodio, cloriti, nitrati. E anche la sicurezza, controllando in laboratorio se vi fossero inquinanti tra i più insidiosi e incriminati, come metalli pesanti, pesticidi e solventi. Vagliata anche l’eventuale presenza di interferenti endocrini, nuovi contaminanti che potrebbero interferire sul sistema ormonale. Tutto in regola.
Per questo adesso inizia la campagna Bevi l’acqua di casa: informazioni pratiche, servizi interattivi per sfatare luoghi comuni sull’acqua del rubinetto. E per chi volesse saperne di più presso la sede di via Neghelli, a Cosenza o sul sito si possono trovare tutte le risposte oppure telefonando al numero verde 800.23.99.32.
“I risultati dell’inchiesta che l’associazione indipendente di consumatori ha realizzato nei capoluoghi di regione e provincia in giro per lo Stivale (isole comprese) sono cristallini. Non bere l’acqua di casa significa rinunciare a un prodotto buono, equilibrato perché oligominerale e super-economico: costa 250 volte meno che l’acqua griffata e venduta in bottiglia. Soprattutto – aggiunge Pietro Vitelli – nella nostra regione dove la natura fa sgorgare acqua purissima”.
Se nessuna falla compare nel lavoro che gli acquedotti e le Asl delle maggiori città italiane portano avanti, per garantire un prodotto salubre e sicuro a casa dell’utenza, diverso è il discorso sulle tariffe, disomogenee da città a città.