VITERBO – Non câè black-out o pioggia che tenga: festa doveva essere e festa è stata. La Viterbese batte 2-0 il Catanzaro e consolida il proprio primato, portandosi in solitudine in vetta alla classifica (grazie al pari ad occhiali del Crotone con lâAcireale). A fine partita tutti i giocatori si sono uniti sotto la curva, al coro dei tifosi che gridavano âSerie Bâ.
La ciliegina sulla torta lâhanno messa Santoruvo e Martinetti, ovvero la premiata ditta di reti che tutti conoscevamo. Eâ infatti la metà del secondo tempo quando un traversone da sinistra di Fabio Di Sauro pesca Santoruvo, solo in mezzo allâarea; la trappola del fuorigioco approntata dai difensori calabresi si inceppa e il centravanti si trova spalle alla porta solo davanti al portiere. Per anticipare i tempi si proietta in una splendida rovesciata che prima fa sbattere il pallone sulla traversa e poi lo manda in rete. à lâ1-0: la Viterbese sblocca il risultato e può giocare sul velluto, pur dovendosi guardare dai pericolosi attacchi avversari.
Il sigillo, con il Catanzaro tutto sbilanciato in avanti alla caccia del pari, lo mette così Martinetti al 96â. Liberato da Santoruvo, che di testa allunga un rilancio del portiere Paoletti, il capitano si mangia la fascia destra come fosse un levriero e mette la palla tra palo e portiere. à lâapoteosi della festa, che vede la Viterbese grande protagonista. Ma questo accade solo quando il tecnico Carboni le mette lâabito giusto. Le due reti sono infatti arrivate nella seconda metà della ripresa, quando la Viterbese si è nuovamente proposta con il solito 4-4-2 che la rende squadra quadrata e solida in tutti i reparti.
Pioggia a parte, se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, dal primo scorcio di gara non sembrava che i supporter di casa dovessero prepararsi a unâaltra giornata di gloria. La Viterbese si presenta con tre uomini a centrocampo e soffre la superiorità numerica in questo reparto, con il Catanzaro che riesce in più di unâoccasione ad avere la meglio. In più Favo, messo a sinistra, spesso è portato per abitudine ad accentrarsi, lasciando scoperta la propria fascia che diventa terreno fertile per le offese calabresi. Così il Catanzaro, pur non impegnando mai a fondo Paoletti, dà lâimpresione di poter gestire la partita, portandosi più volte al tiro prima con Alfieri e poi con Milone. La staffilata su calcio di punizione di questâultimo dà lâimpressione ottica del gol, ma fortunatamente la palla è passa a qualche centimetro dal palo terminando sul fondo.
à solo una paura temporanea, quella del tifoso gialloblù, visto che già alla ripresa delle ostilità nella ripresa un tiro a botta sicura di Bianconi, che dopo una svarione avversario conclude allâaltezza dellâarea piccola ma viene stoppato da una gamba âmiracolosaâ di Pastore. Eâ però il preludio ai gol che arrivano poco dopo. La Viterbese non cede nemmeno quando nel finale, a poco più di cinque minuti dal termine, gli animi si scaldano. Eâ Cingolani a subire un fallo da un difensore avversario, rimanendo a terra; lâarbitro fa continuare ma Gimmelli manda giustamente la palla in out. A quel punto pare che dalla panchina calabrese parta lâordine di non restituire la palla e giocarla subito. Nasce un battibecco, esattamente tra Favo (sostituito poco prima da Pollini) e il tecnico giallorosso Braglia. Ne fa le spese Favo che viene espulso, seguito poi dal tecnico Carboni che va a chiedere spiegazioni allâarbitro.
Ma non è finita. Poco dopo lâarbitro espelle direttamente anche il difensore ospite Ascoli, reo di unâentrata decisa. Il Catanzaro resta quindi in dieci, ma attua comunque un forcing pericoloso che porta Alfieri a sbagliare un gol quasi fatto, mandando alto di testa allâaltezza dellâarea piccola. I sei minuti di recupero non sembrano far presagire niente di buono, ma poi la fuga di Martinetti mette tutti a tacere.
Altro che black-out, la Viterbese fa scintille
I padroni di casa consolidano il proprio primato e restano soli in cima alla classifica. A fine gara il coro di giocatori e tifosi al grido di: âSerie Bâ
da Il Messaggero