La pubblica accusa ha chiesto sei condanne – a pene comprese fra i 20 anni e i 4 anni e mezzo di reclusione – per le altrettante persone coinvolte nell’operazione “All inclusive“, diretta a sgominare, secondo la Direzione distrettuale antimafia del capoluogo calabrese, un’organizzazione dedita al traffico di droga con canali di rifornimento in tutta la regione.
Si tratta degli imputati che hanno scelto il rito abbreviato per i quali oggi, al termine della propria requisitoria, il pubblico ministero, Vincenzo Capomolla, ha chiesto al giudice, Pietro Scuteri, di dichiarare tutti colpevoli, proponendo in particolare la pena più severa per Stefano Sestito (25 anni, difeso dall’avvocato Antonio Lomonaco), considerato a capo della presunta associazione a delinquere. Per lui il pm ha esplicitamente detto che avrebbe proposto più di 30 anni di reclusione se questa non fosse la pena edittale massima possibile, ed ha insistito perché non gli vengano concesse le attenuanti generiche. Sulla pena base di 30 anni, poi, la richiesta finale del pm è stata di 20 considerato lo sconto di un terzo dovuto alla scelta del rito alternativo al dibattimento.
Le altre richieste sono state: 4 anni e 8 mesi di reclusione e 18.000 euro di multa per Giuseppe Tolomeo (34 anni, difeso da Giuseppe Fonte); 5 anni e 4 mesi e 18.000 euro per Massimo Fazio (39, avvocato Giuseppe Fonte); 5 anni e 4 mesi e 1.000 euro per Fabio Valentino (24, avvocato Antonio Rania); 8 anni e 8 mesi per Alessio Melina (22, avvocato Arturo Bova); 7 anni e 7 mesi per Lorenzo Merante (33, avvocato Nicola Tavano).
In aula si tornerà il 30 marzo per le arringhe dei difensori.
Le ulteriori 16 persone coinvolte nell’inchiesta “All inclusive” (l’avvocato Gennaro Corea, l’appuntato dei carabinieri Mario Russo, già in servizio presso la Procura della Repubblica di Catanzaro – entrambi inizialmente sospettati anche di associazione per delinquere finalizzata al traffico di cocaina, contestazione poi venuta meno nella richiesta di rinvio a giudizio -; Vittorio Garcea, Antonio Scozzafava, Giovanni Russo, Alessio Gennaro Spagnolo, Antonio Gualtieri, Massimo Purcaro, Giuseppe Barbuto, Maurizio Anastasi, Alfredo Benincasa, Domenico Rubino, Santo Grande, Filippo Potenza, Gheorghe Liciu, Maurizio Colicchia) sono state rinviate a giudizio lo scorso 16 febbraio: per quelli di loro che devono rispondere di associazione a delinquere il processo avrà inizio il 2 aprile davanti al tribunale collegiale, mentre per gli altri l’avvio del dibattimento è fissato per il primo giugno davanti al tribunale monocratico.
L’operazione “All inclusive” scattò all’alba del 24 febbraio 2014 ad opera degli uomini della Squadra mobile di Catanzaro per l’esecuzione di un’ordinanza cautelare che portò 15 persone in carcere, 6 agli arresti domiciliari e una all’obbligo di dimora. L’inchiesta, secondo quanto reso noto all’epoca del blitz, avrebbe consentito agli inquirenti di svelare un sodalizio di soggetti capeggiato da persone di spessore criminale che si sarebbero avvalse della complicità di giovanissimi particolarmente violenti, dedito anche a rapine ed estorsioni, ma che si sarebbe occupato soprattutto di rifornire di stupefacenti una clientela d’èlite del capoluogo calabrese. Il procedimento fece molto scalpore anche per il coinvolgimento di alcuni soggetti ritenuti insospettabili quali, appunto, l’avvocato Corea e il carabiniere Russo. (AGI)