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Al Catanzaro e a Caserta manca soprattutto il fattore “C”

Scritto da Redazione

La fortuna avrebbe dovuto e potuto aiutare gli audaci, perché le Aquile avrebbero strameritato la vittoria a Reggio Emilia

I 1800 DA CATANZARO E IL RICORDO DI MATTIA

La curva nord del “Mapei Stadium – Città del Tricolore” si colora di giallorosso. Da Catanzaro e dai feudi del centro-nord, in tanti si ritrovano a Reggio Emilia per sostenere il Catanzaro. Lo striscione esposto in memoria di Mattia Scumaci è commovente. I cori per Mattia si alzano dal settore e tutto il pubblico, anche quello di fede granata, si associa nel ricordo del ragazzino di Taverna, scomparso a soli 12 anni mentre giocava a calcio, lasciando un dolore immenso.

CATANZARO OFFENSIVO

Al 3-5-1-1 della Reggiana proposto da mister Viali, il tecnico Caserta risponde con un 3-5-2 piuttosto offensivo. La difesa è la consueta, mentre a centrocampo giocano Pompetti, che rientra dalla squalifica, Pontisso e Koutsoupias. I due esterni schierati, rispettivamente a destra e a sinistra, sono Compagnon e D’Alessandro. Capitan Iemmello ritrova in avanti il suo partner di tante reti, Tommaso Biasci, che festeggia il suo trentesimo compleanno proprio nel giorno in cui ritrova la maglia da titolare.

Nella prima fase del match, il Catanzaro cerca di fare la partita, ma rischia ogni volta che perde palla, poiché le ripartenze dei granata si rivelano micidiali. In campo c’è equilibrio, ma quel vuoto a centrocampo e, soprattutto, sugli esterni che non ripiegano, preoccupa notevolmente Caserta e i sostenitori giallorossi. Nonostante ciò, i giallorossi, che hanno il controllo del gioco, passano in vantaggio con Pontisso e la partita sembra destinata a cambiare, con la Reggiana che sarebbe costretta a scoprirsi, ma purtroppo Pontisso è in fuorigioco: il VAR lo segnala e l’arbitro annulla il gol.

La mazzata per il Catanzaro arriva in dieci minuti, con le due reti di Portanova e Gondo, entrambe di pregevole fattura e scaturite da ripartenze. Il corner da cui nasce il tiro di Portanova è frutto di un ribaltamento dovuto a un pallone perso da Iemmello nella trequarti avversaria, senza che nessuno riesca a fare filtro per stoppare la ripartenza; la seconda rete, invece, scaturisce da un’imprecisione di D’Alessandro, che innesca Vergara sull’out destro. Trovarsi sotto di 2 a 0 è veramente amaro e sa di beffa per il Catanzaro, che tra l’altro, dopo la prima rete subita, aveva dilapidato l’occasione per pareggiare con un gol a botta sicura sprecato malamente da Pontisso che, servito da Iemmello, spara alto sulla traversa da due passi.

REAZIONE VEEMENTE

Il Catanzaro non si abbatte e dal 33° minuto in poi diventa padrone assoluto del campo. Pompetti segna con un bellissimo sinistro la rete del 2 a 1; Biasci subisce un’evidente trattenuta in area, ma il VAR non interviene. Sempre il pisano, al volo di destro, coglie l’incrocio dei pali a Bardi battuto. Si va al riposo sul punteggio di 2 a 1, ma il Catanzaro, soprattutto per gli ultimi quindici minuti, lascia ben sperare.

La ripresa inizia e non c’è storia: il Catanzaro domina la Reggiana in lungo e in largo con azioni avvolgenti. Le conclusioni verso la porta di Bardi fioccano: un colpo di testa di Iemmello, il palo di Koutsoupias e un’altra girata di Iemmello sono il preludio al bellissimo gol siglato dal capitano, che pennella di destro nell’angolino basso alla sinistra di Bardi, il quale può solo ammirare la bellezza del gesto tecnico e raccogliere il pallone dalla rete.

Il Catanzaro vuole vincere, ma la Reggiana, ormai limitata a difendersi, potrebbe approfittarne con la classica beffa finale. Sersanti e Girma, con il Catanzaro sbilanciato in avanti, potrebbero segnare, ma Scognamillo è monumentale nel recupero e poi è bravo a contrastare Girma, facendogli allargare troppo il tiro che termina fuori dalla porta difesa da Pigliacelli. La sfida termina dopo sei minuti di recupero e c’è grande rammarico per la squadra di Caserta, che è applaudita dai suoi sostenitori per l’ottima prestazione fornita, che lascia ben sperare per il prosieguo del campionato.

 

COSA CI HA DETTO LA GARA CON LA REGGIANA

Bisogna partire dall’inizio: la formazione a trazione anteriore manifesta il chiaro intento del tecnico nel voler giocare la partita senza alcun timore reverenziale. Tutto questo è sinonimo di autostima e positività, smentendo le voci che vedrebbero un Catanzaro rinunciatario. Ogni partita va interpretata sia in base a come l’avversario si schiera in campo, sia in relazione alla forza (e alle debolezze) della squadra che si va ad affrontare. In poche parole, l’undici iniziale va oltre la distinta che si presenta prima della gara.

È vero che, nella prima parte della frazione iniziale, le ripartenze granata su ogni pallone perso dai giallorossi erano un problema. Occorre però ricordare due cose. Il centrocampo era esattamente quello della ripresa a Bari (poi è stato inserito Coulibaly per Pontisso) e anche lì, all’inizio della ripresa, fino a quando i tre componenti della mediana non hanno trovato la giusta posizione, si è andati in sofferenza, generando le ripartenze di Sibilli e Falletti, che hanno sprecato l’occasione per il raddoppio. Trovata la quadratura, il Catanzaro, sia a Bari, sia ieri, ha dominato in lungo e in largo l’avversario, con una manovra fluida che ha messo in seria difficoltà l’altra squadra.

Un altro punto debole dei giallorossi ieri è stata la non brillante performance di D’Alessandro e Compagnon sugli esterni. È vero che entrambi non hanno la piena attitudine a fare la doppia fase, ma se il Catanzaro vuole giocare con predisposizione offensiva, è chiaro che qualche rischio in più si debba correre. Fare un gol in più dell’avversario è il leitmotiv di questo tipo di schieramento e non è un caso che i giallorossi, con i più in forma Brignola e Seck (ma anche Buso), che di certo non sono giocatori da doppia fase, hanno creato tante occasioni da rete, cercando una vittoria che sarebbe stata strameritata.

CAMPIONATO EQUILIBRATISSIMO

Adesso ci sarà la sosta e i calciatori si ritroveranno mercoledì per riprendere gli allenamenti. Il Catanzaro riceverà la neo promossa Mantova e spera di recuperare qualcuno dei calciatori acciaccati.

La situazione attuale per il Catanzaro è tutt’altro che semplice. E’ un campionato difficile ed equilibrato con tante squadre raccolte in pochissimi punti.La squadra si trova a fare i conti con un ambiente che, giustamente, chiede risultati tangibili, ma tanti però rischiano di perdere di vista l’importanza di un supporto costante e fattivo.

Ciò che non guasterebbe è recuperare anche un po’ di “fattore C“, che a Caserta e al Catanzaro sta mancando. Il match di ieri, malgrado i due punti persi, può segnare una svolta: il Catanzaro ferito ha reagito alla  grande.

I giallorossi hanno dimostrato di avere carattere e voglia di non mollare. La squadra ha reagito con grande grinta, mandando un messaggio chiaro: non si arrenderà anche in svantaggio di più gol. In questo contesto, è inevitabile riflettere sulla figura del tecnico, che si trova a gestire un carico di pressioni considerevoli. Spesso il suo passato getta ombre ingiuste sul presente, creando pregiudizi che possono ostacolare il percorso di crescita.

È fondamentale, pertanto, che non ci si lasci sopraffare da invettive da social o polemiche sterili. Mantenere la Serie B non è solo una questione di strategia e prestazioni sul campo: è un affare collettivo che coinvolge tutti, la squadra, il tecnico, la società e, soprattutto, i tifosi.

 

Foto uscatanzaro.net

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Redazione

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2 Commenti

  • Ci vuole equilibrio in campo se non vuoi prendere una barcata di goal, specialmente con questi esterni che abbiamo che non coprono. La coppia d’attacco deve essere Iemmello Biasci, tutti gli altri sono semplici comparse, pittarello sta più a terra che in piedi. Caserta per tutta la settimana ha gridato ai quattro venti che andava per vincere, ma se non vinciamo in casa nemmeno con i ragazzini come pensa di vincere fuori e poi per il pareggio di ieri dovrebbe accendere un cero grandissimo a Santo Stefano.

  • O fattore C (Caserta) o fattore xyz, abbiamo perso altri 2 punti. Secondo me ne stiamo perdendo troppi e l’esperienza ci insegna che non li recuperi.
    Meno male che le altre squadre non sono eccezionali e quindi prima o poi una la vinceremo, altrimenti saremmo già ultimi.

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