È bastato un altro passo falso, stavolta sul campo dell’Igea Virtus, per risvegliare i soliti fantasmi in una tifoseria, quella catanzarese, ormai incline ad ogni tipo di sospetto e avvezza a qualsiasi delusione. Una tifoseria elettrica per un campionato che può segnare un passo verso la rinascita o, nella peggiore delle ipotesi, scrivere l’epitaffio su una storia gloriosa. Sì perché la situazione economica della società non è florida. Era comatosa questa estate quando si rischiò il secondo fallimento in tre anni. Non può essere rosea oggi, nonostante la colletta salvifica di luglio. Non fanno molto per nasconderlo (anzi) neanche Aiello e Pitino che però hanno garantito, nel corso dell’ultimo incontro con i giornalisti, che l’obiettivo rimane “quello di vincere il campionato”.
LO STRANO SILENZIO – Dopo gli squilli di tromba e i ringraziamenti seguiti all’ingresso in società di Catalano e Santaguida, dopo la conferenza stampa dell’”equivoco-Abramo” sui nuovi appoggi dell’imprenditoria catanzarese, è passato quasi sotto silenzio il pesante apporto economico degli imprenditori Sia e Riccelli, che ha rimpolpato le casse societarie. Poche righe sulla stampa, nessun commento da via Barlaam da Seminara. Un contributo in un momento delicatissimo della stagione, incastrato tra lo sciopero di fine anno dei calciatori e la chiusura del calciomercato di gennaio. Perché questa iniezione di liquidità arriva ancora una volta dall’esterno? E in che termini arriva? È una semplice sponsorizzazione o, come sembra, un “anticipo” per una futura acquisizione di quote societarie?
QUESTIONI DI PROPRIETÀ – Sono domande importanti per capire le prospettive di questo Catanzaro. Una società che continua ad avere problemi, tanto da doversi ancora rivolgere all’esterno per far fronte alle spese correnti. E che continua a riproporre il solito atavico nodo: la mancanza di una proprietà forte che, nei momenti caldi della gestione di una società di calcio (iscrizione, ricapitalizzazione, mercato), possa garantire la liquidità necessaria per dare fiato al progetto. La presidenza-Aiello ha avuto diversi meriti: su tutto i passi in avanti evidenti sul piano organizzativo e, soprattutto, un progetto tecnico chiaro e importante. Sia pur con alcuni passi falsi, su questi aspetti il Catanzaro ha ancora gli obiettivi a portata di mano: normalizzazione organizzativa e promozione sul campo.
MERCATO ATTENDISTA – Per far sì che il lavoro di Auteri, decollato meravigliosamente, non sia costretto a un atterraggio d’emergenza nei play-off, è necessario infoltire la rosa attuale, ridotta all’osso. È un’evidenza quasi imbarazzante. La partenza di Caputo, condivisibile sotto alcuni punti di vista, ha lasciato una voragine pesante nell’organico. Nel momento del bisogno, a Barcellona, quando bisognava far rifiatare uno degli attaccanti (in giornata no), dalla panchina si è alzato Capicotto, non più Longoni o Montella. Sulla fascia sinistra continua a mancare un esterno di ruolo. Benincasa non può essere il terzino di una squadra che vuole vincere il campionato. Un acciacco o una squalifica mandano subito in difficoltà la difesa. Di Meglio è infortunato e non fa più parte del progetto; Di Franco fa quel che può. Ma Auteri non ha scelte. Servono tre innesti di categoria che dovranno arrivare in questa settimana. Gli affari migliori (e più economici), spesso, si fanno in extremis, ma non si può rischiare di mandare a monte una stagione. Perché con questo organico il primo posto è quasi un’utopia.
L’ORA DI AIELLO – Il sanguinoso pari di Barcellona è dovuto a uno svarione difensivo, frutto di una leggerezza e della scarsa cattiveria agonistica che ogni tanto assale gli undici ragazzi in giallorosso. Un pari che nell’arco di un campionato ci può stare e non deve essere drammatizzato. Già domenica può arrivare il riscatto col Noicattaro, mentre la Juve Stabia andrà a Manfredonia, avversario pericoloso e in crescita. Sul piano tecnico, il Catanzaro continua a essere la che esprime di gran lunga il calcio migliore. Ora le risposte, come al solito, dovranno venire dalla società. La Juve Stabia ha perso D’Ambrosio e Capparella, ma ha comprato Ottobre, Varriale ed è sulle piste di un difensore (Braca?) e di un’ala (Tarantino?). Il Gela ha lasciato partire D’Aiello e Manca, ma ha preso Lucioni, Ricca, La Porta e Agostinelli, in attesa del prossimo rientro di Evan Cunzi. La Cisco ha aggiunto alle sue bocche da fuoco anche Caputo, Lanteri e Di Vicino. Mentre il Catanzaro, che già aveva una rosa inferiore, ha perso Caputo e lo ha rimpiazzato con Orosz. Caro Presidente, diventi il vero Presidente di questa società, un padre-padrone di questo Catanzaro. Di amministratori ne abbiamo visto troppi negli ultimi anni. Ora è il momento della verità. Presidente, ora.