Ennesima umiliazione, ennesima sconfitta, ennesima prova incolore, il tutto a condimento di unâagonia mai vissuta dalla tifoseria Catanzarese in queste dimensioni. Si giocava a Venezia a casa della penultima in classifica e si giocava per cercare di non perdere la faccia. Ma il Catanzaro di questâanno ha perso anche quella. Se un malato è in agonia a volte ci mette anche un poâ di orgoglio nel vivere la propria situazione. Non mischiamo il sacro con il profano ma la tentazione in me è forte. Osservai attentamente il gesto del Santo Padre allorquando, conscio di non riuscire a parlare nella Sua ultima apparizione e affacciato alla Sua finestra, fece quel segno di stizza sbattendo la mano contro il leggio. Era cosciente che non ce lâavrebbe fatta, ma faceva ricorso alle residue energie per trovare la forza di reagire anche arrabbiandosi per il suo stato.
Il Catanzaro? Nulla. Il silenzio regna sovrano. E che nessuno si permetta di fare obiezioni su questo neonato stile sordomutesco dei vertici dellâU.S. Catanzaro S.p.A. Gli eretici saranno puniti con tribune stampa mai viste o, peggio con lâindice contro e lâappellativo di âtraditori della Patriaâ.
Parlare di un Catanzaro preda dellâavversario, parlare di un Catanzaro che non abbozza neanche una reazione dopo il gol subìto o commentare una squadra decimata da scomparse misteriose, infortuni reiterati, ecc. ecc. ci sembrerebbe come sparare sulla croce (giallo) rossa.
Ma la cosa che fa veramente rabbia è lâassoluta mancanza di programmazione del presente, anche in vista del futuro.
La Roma di Bruno Conti, ieri ha dato dimostrazione (insieme allâA.S. Roma) di come un campionato non proprio esaltante (disastrosamente perdente nel caso del Catanzaro), possa essere âutilizzatoâ per lanciare giovani e restituire il sorriso alla tifoseria.
Per il Catanzaro neanche questo.
I vertici dellâUesse, dopo riunioni più o meno ufficiali, finalizzate a restaurare assetti societari già esistenti, non si preoccupano affatto di cercare di ricucire rapporti con la tifoseria che, detto per inciso, non è solo quella âorganizzataâ.
La comunicazione, in qualsivoglia azienda, riveste unâimportanza di primo piano, figuriamoci per una Società di calcio che ne dovrebbe fare (oltre agli auspicabili risultati) il proprio punto di forza. Ma è come se ci fosse un clima da Santa Inquisizione Giallorosa. Nulla trapela, nulla si sa , se non che lâorganigramma attuale resterà immutato fino a giugno⦠e la Società provvederà a ricapitalizzare. Poi a giugno si vedrà . Poi, si. Poi
.
Allora ti aspetti che almeno dal punto di vista tecnico sportivo cambi qualcosa, speri di vedere qualche giovane in campo anche in vista del prossimo campionato di C1 (si di C1 perché anche i miracoli sono oramai racchiusi insieme ai sogni nel famigerato cassetto). E invece no. No e poi ancora no.
Ti aspetti di sentire almeno il nome di chi potrebbe essere il DS o DG del futuro, anzi, speri di vedere formalizzato sin dâora il suo ruolo, insieme a colui che dovrebbe essere il nuovo mister giallorosso 2005/2006. E invece no. Allora ti auguri che non si perda ancora tempo. E dallâUesse si fa sapere che âda giugno in poi si vedrà â. Il caos regna totale e le umiliazioni si collezionano a volontà .
Ultimi in classifica e a meno sei dalla penultima! Inizia unâagonia senza precedenti con i Dirigenti che non hanno la bontà neanche di disegnare un futuro tinto di riscatto. I colpevoli di tutto ciò? Non sta a noi giudicare, ma se proprio ci sforzassimo ad escludere i dirigenti del Catanzaro, non ce la faremmo. Molti hanno detto e dicono che âi giocatori sono quelli che scendono in campo.â Eâ vero. Ma è anche vero che devono essere scelti e poi diretti e monitorati a dovere. E una società di calcio insieme alla propria dirigenza non dovrebbe svolgere proprio questo ruolo? Un punto interrogativo questâultimo grande come la delusione di un Popolo che ha vissuto un fugace assaggio di serie B con gli orpelli e le attenzioni di cui da tempo non si godeva. Forse tutto ciò ha dato alla testa a più di un personaggio⦠che ha letteralmente smarrito il lume della ragione.
Il rispetto è la componente primaria di qualsivoglia rapporto. Non crediamo che i tifosi del Magico stiano godendo di rispetto, anzi. Anche sabato numerosi in quel di Venezia e ancora una volta traditi. âDi più nin sòâ, così conclude le proprie performances un noto comico. Ma qui non câè nulla da ridere, anzi! Noi continueremo a gridare âForza Magico Catanzaroâ, un Catanzaro che non merita di certo di vedere offeso il suo glorioso vessillo in tal maniera. Resisti Catanzaro!
Giuseppe Mangialavori