Nove persone sono state arrestate dai carabinieri tra Emilia Romagna e Lombardia nell’ambito di un’inchiesta della Procura distrettuale antimafia di Bologna sugli affari della ‘Ndrangheta al Nord. Tre delle persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare sono ritenute esponenti delle ‘ndrine emiliane attive nelle province di Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Modena con propaggini anche in quelle di Verona, Mantova e Cremona.
Sono state sequestrate società, beni ed attività commerciali nella disponibilità diretta della cosca, per un valore complessivo di oltre 330 milioni di euro. Decine le perquisizioni in corso in varie aree del territorio nazionale, anche a carico di liberi professionisti. Tra gli arrestati anche insospettabili prestanome. I reati contestati a vario titolo sono trasferimento fraudolento di valori e reimpiego in attività economiche di denaro, beni ed altre utilità provento delle attività illecite della cosca. Al centro delle indagini, condotte dai carabinieri dei Comandi provinciali di Modena e Parma e dal Ros di Roma, l’infiltrazione della ‘ndrangheta emiliana, articolazione della cosca Grande Aracri di Cutro, nel tessuto economico nazionale, oltre che locale, attraverso la costituzione di varie società di capitali.
Il Gip ha disposto la custodia cautelare in carcere per Nicolino Grande Aracri, Alfonso Diletto, Michele Bolognino e Giovanni Vecchi. Arresti domiciliari per Domenico Bolognino, Jessica Diletto, Francesco Spagnolo, Patrizia Patricelli e Ibrahim Ahmed Abdelgawad. Tutti sono indagati per trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante di aver agito per agevolare l’attività dell’associazione mafiosa. Alfonso Diello, Giovanni Vecchi e Patrizia Patricelli rispondono anche di impiego di denaro, beni o utilità di illecita provenienza, con la stessa aggravante. Tra le società oggetto del sequestro spiccano la Save Group srl, la Save Engineering srl di Montecchio Emilia (Reggio Emilia) e la Impregeco srl di Roma, secondo gli inquirenti soggette al potere di direzione gestionale e di impulso economico-finanziario di Alfonso Diletto, il cui consenso era indispensabile per le decisioni di rilievo sostanziale adottate dagli organismi societari. Nel caso di un’altra società, la Save International ltd, con sede a Malta, Diletto risulta addirittura formalmente coinvolto nell’attività di gestione. Dalle indagini sono emersi segnali di preoccupazione da parte di Diletto per un possibile sequestro patrimoniale, dopo quello eseguito nel novembre 2013 a carico di Francesco Grande Aracri, fratello di Nicolino, seguito qualche giorno dalla confisca.
Nel contesto dell’operazione è stata a eseguita una misura di prevenzione patrimoniale a carico di Palmo Vertinelli, arrestato in gennaio nell’operazione “Aemilia” per associazione di tipo mafioso, fittizia intestazione di beni, riciclaggio ed altri reati dalla finalità mafiosa. Il provvedimento, che integra un precedente sequestro beni per 9 milioni di euro eseguito dal Ros il 24 febbraio 2015, ha colpito ulteriori 2 aziende (la Vertinelli srl, impresa edile operante nel territorio di Reggio Emilia e Crotone, e l’Edilizia Costruzioni Generali srl), 54 beni immobili, 12 autoveicoli e 20 tra rapporti bancari e finanziari.