Dalla Curva

Acireale-Catanzaro: tifosi e dirigenza d’altri tempi

Un cuore giallorosso grande così

Trasferta d’altri tempi quella di ieri! Lo Stretto colorato di giallorosso con auto private, pulmann organizzati e anche moto al seguito delle aquile. E i dirigenti? Saranno andati in Mercedes e abbigliati di tutto punto! Qualcuno di voi mi risponderà. Nulla di tutto ciò. Massimo Poggi, in jeans e maglietta, con gli altri tifosi e in pulmann! Dirigente d’altri tempi, pronto ad incoraggiare e rassicurare tutti, proprio tutti. Sin dalla nave traghetto a stringere centinaia di mani e a distribuire alle pupille di tutti i supporters i suoi oramai inconfondibili pugni chiusi stretti al petto per poi passare ai pollici rivolti verso l’alto. I biglietti? «Non vi preoccupate – risponde il buon Poggi ai più ansiosi – vedrò di aiutarvi … datemi i vostri nomi…» e con un foglio in mano e una penna pronto a scrivere come ai tempi della scuola e ad aggiungere: «…ci vediamo tutti al ristorante “Panorama”… si dopo l’uscita dell’autostrada dovete andare sulla sinistra… direzione Messina… ci vediamo lì». L’allegra marea giallorossa sbarca a Messina e raggiunge Acireale. E’ inutile dire che l’autostrada è monopolio catanzarese. Dai vetri delle automobili si intravedono il giallo ed il rosso dei vessilli, coccolati a dovere, che fanno capolino sorridenti al sole siculo. Sembra vogliano parlare. Sembra vogliano uscire fuori e gridare a tutti:«Acireale, stiamo arrivando!». All’uscita dopo il casello autostradale, i bagarini (provenienza Catania…) pronti ad offrire a coloro che sono sforniti di biglietto, i tagliandi utili a 15 Euro! Alla mia domanda:«Perché così tanto?», uno di loro si avvicina educatamente e mi dice:« Siamo di Catania! A noi gli Acesi li hanno venduti 10 Euro! Abbiamo famiglia, dobbiamo avere il nostro guadagno!». E’ inutile dire che i biglietti offerti al casello vanno subito a ruba e ci si dirige verso il “Tupparello”.
Nei pressi dello stadio e del centro sportivo acese, le solite bancarelle colorate di amaranto e tifosi che osservano con interessata curiosità gli anonimi signori (ci sono anche numerosissime coppiette giallorosse “prudenti”), orfani di vessilli che si apprestano a circumnavigare la zona, alla ricerca dell’entrata al settore ospiti. Il sole, impietoso più che mai, arrostisce coloro che in largo anticipo guadagnano gli spalti, mancano ancora due ore al fischio di inizio! Acqua e ghiaccioli aiutano il tifo non organizzato che numerosissimo popola il settore ospiti. Tutti si chiedono come si farà a sistemare il resto della numerosissima tifoseria giallorossa che ancora deve arrivare nei pulmann. La curva è già stracolma e gli addetti si apprestano a riservarne un altro spicchio tenuto inspiegabilmente vuoto. Ed ecco i ventitre autobus. Il loro ingresso scatena i circa mille già presenti che con un “olèèèè” osannano l’arrivo dei supporters amici. L’accoglienza dello sparuto gruppo di tifosi amaranto assiepati nel settore attiguo non è delle migliori. Bottiglie, fumogeni (di volta in volta restituite al mittente) vengono indirizzate contro la marea di magliette gialle e rosse arricchite dalla oramai famigerata frase:” FOHRA GABBU” (a proposito: fhora gabbu!) . Il fischio di inizio non si fa attendere, ma, c’è un “ma”. I più pensano di avere sbagliato “indirizzo”. E si! Perché subito prima e anche dopo, per ben quindici minuti (!!!) sembra a tutti di ritrovarsi alla festa patronale. Gli Acesi (poco sportivamente) con fuochi pirotecnici (che saranno costati un occhio alla dirigenza siciliana, meglio acquistare un buon giocatore per il prossimo campionato…) cercano di stordire o intimidire la squadra e i tifosi giallorossi. Forse perché pensano che la zona Cesarini non potrà giovare al loro destino come nelle precedenti occasioni! E allora pensano che sarebbe meglio segnare subito. Ma i fuochi, seppur numerossissimi, finiscono ed i tifosi catanzaresi applaudono la scandalosa, vergognosa passerella stile “festa del santo”. La partita scorre sui binari voluti e previsti dal bravo Dellisanti. Nessuna azione di nota per gli Acesi. A centrocampo giganteggiano Alfieri e Ascoli (quest’ultimo però si fa ammonire dal fiscalissimo arbitro grossetano), in attacco Moscelli e Falco tengono in costante apprensione la difesa amaranto. Ferrigno e Toledo, due spine nel fianco nella difesa dell’Acireale. Lo Giudice e Milone con Ciardiello e Pastore tranquilli e precisi nelle ripartente e Gentili sempre attento e pronto a dare sicurezza tra i pali. L’Acireale non riesce a proporre il suo gioco e teme le ripartente giallorosse. In una di queste numero da applausi di Toledo che incanta i presenti con uno stop a seguire e sferra un diagonale che termina di poco al lato alla destra del portiere.
Durante l’intervallo, Massimo Poggi si prodiga a portare confezioni di acqua ai tifosi in curva! Mai visto nulla di simile! Il secondo tempo (con i soliti fuochi annessi) scivola in attesa del fischio finale che sancisce lo 0-0 in attesa dei novanta minuti (che si spera restino 90 fhora gabbu) da giocare al “Ceravolo”. Nulla è stato ancora conquistato, ma le navi traghetto al ritorno con uno strano e incontrollabile effetto domino sonoro, strombazzanti più che mai, sembrano voler gridare al mondo intero :”aspettateci, stiamo risorgendo, stiamo arrivando, perché : NOI SIAMO IL CATANZARO!”.
90 minuti ancora, forza ragazzi, con la stessa umiltà di sempre. Per ora flirtiamo con l’obiettivo finale senza ansie o paure, con la certezza e la speranza che sia “A”more. Avanti giallorossi! Alla carica! Avanti così Catanzaro!

Giuseppe Mangialavori

P.S.FHORA GABBU!

Autore

Giuseppe Mangialavori

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