È un Sindaco sempre più in confusione totale, quello che, in queste ore, accortosi dell’evidente fallimento politico e amministrativo della sua esperienza, cerca, per non restare invischiato nei giochi al massacro e dalle miserie della sua stessa non-maggioranza, improbabili colpi di teatro per distogliere l’attenzione da quello che è il vero tema: il fallimento totale, suo e della sua Amministrazione. Abramo, con la scenografica andata in Procura, certifica ciò che noi affermiamo da mesi: al Comune di Catanzaro manca l’agibilità politica. Non ci sono più – da tempo, ormai – le condizioni per andare avanti. Il Sindaco, ripetiamo, certifica ciò che noi stiamo ripetendo da mesi. C’è una sola via: le dimissioni del Primo Cittadino, lo scioglimento del Consiglio comunale e l’indizione di nuove elezioni.
Umanamente ci dispiace per Abramo, perché vediamo un uomo solo, nervoso, e caratterizzato da ormai quotidiane uscite a vuoto, “sparate” senza sostanza. Ma, politicamente, va detto senza mezzi termini che egli è l’unico responsabile del suo isolamento, avendo lui voluto aggregare tutto e tutti pur di vincere le elezioni, raccogliendo alleati che adesso sono i suoi primi nemici; di questo, vada a lamentarsi con se stesso, o col Sindaco – ombra Tallini.
L’episodio di stamattina è grottesco: Abramo va in Procura generale e gli rispondono non soltanto che ha sbagliato ufficio, ma che il suo “sfogo”, se non accompagnato da un esposto o denuncia, è assolutamente inutile. Chiacchiere, quindi.
Peraltro, chiarezza, trasparenza, regole, diritti, sono aspetti sui quali battagliamo da anni.
Così non si può continuare. Abramo prenda atto della non agibilità politica, creata dalle sue stesse azioni, e si dimetta, dopo essere venuto in Consiglio comunale a relazionare. Questa Città ha bisogno di voltare pagina.
