Bar Mangialavori

A TESTA ALTA

Con un “Longoni” in più nel motore, le Aquile conquistano la vetta solitaria. Spettacolo in campo e sugli spalti con la Tifoseria giallorossa eternamente unita da stima ed affetto a quella biancorossa dell’ottimo Barletta.
di Giuseppe Mangialavori

Era da tempo che i supporters giallorossi non scorgevano in cima alla graduatoria il nome “C A T A N Z A R O”. Si, Catanzaro, Catanzaro, Catanzaro. Leggetelo e rileggetelo ancora una volta: C a t a n z a r o. Amore benedetto o maledetto che torna a fare l’occhiolino da lassù. Come un’amante indomita che ti ha tradito più volte e malgrado tutto, ti affascina ancora e l’ami più di prima anche se non puoi dirlo al vicino perché ti darebbe del “cornuto” ed avrebbe anche ragione se non fosse che al cuore è difficile dettare le regole della razionalità.

 

Neanche il novantesimo corre in soccorso dell’ex Provenza. Il “suo” Gela si deve inchinare alle Aquile di Auteri e di Aiello (quante “A”!!!) che se ne infischiano delle penalizzazioni, delle difficoltà societarie,  delle nuvole o del sole e mettono la freccia. Hanno deciso di spiccare il volo.

Si, d’accordo, d’accordo ripetiamolo ancora una volta: è sempre bene volare basso, ma Auteri ed i suoi uomini stanno regalando belle pagine ai ricordi giallorossi atrofizzati da anni di negatività.

 

Il team sta facendo il proprio dovere, ora tocca ai capitani della nave dare un seguito a livello societario e a nessuno sarà dato di non perorare questa causa. Ancora manca di vestire di formalità le intenzioni, ma soprattutto di dare trasparenza alle cause che sarebbero ostative o ritarderebbero l’operazione. A nessuno e ripetiamo, a nessuno sarà permesso di rovinare per l’ennesima volta un miracolo. 

L’era Auteri non è (ne dovrà essere negli effetti) comparabile all’epoca Domenicali. Nel primo anno di F.C. l’exploit non avvenne dall’inizio del torneo ma in fìeri, poi tutti sappiamo come andò a finire. Il Catanzaro di oggi ha tutto, ma proprio tutto per fare bene e delle eccellenze in squadra che potranno e dovranno costituire un’importante base di partenza per il futuro. Chi scrive ricorda che all’epoca di Braglia una squadra costruita per competere in C2, vinse da capolista la C1, andò in B e molti degli atleti di allora arrivarono a competere anche in A (vedi Giorgio Corona o Nicola Ascoli).

 

L’unica nota non proprio positiva è rappresentata da un approccio alla gara (è avvenuto anche al “Luigi Razza”, in quel di Vibo Valentia) dei giallorossi che anche ieri hanno concesso troppo all’avversario. Per fortuna (che non guasta mai ed è anch’essa un segno importante) dei Giallorossi gli uomini di Sciannimanico non hanno finalizzato le occasioni e le Aquile hanno colpito grazie all’importante contributo di un Longoni sempre più uomo partita. A cornice dello spettacolo due tifoserie sorelle. Gli anni, le peripezie, non hanno cancellato anzi come avviene anche nella vita, hanno accresciuto la stima reciproca e l’affetto.

Belle pagine scritte in un Ceravolo che malgrado il maltempo ha fatto registrare lo stesso numero di tifosi presenti nel match contro la Juve Stabia. Ma bisogna affrettarsi a equiparare le prestazioni con una struttura societaria in grado di dare risposte concrete in un momento in cui nulla è procrastinabile. Occorre sciogliere sin da subito tutti i nodi e nessun traguardo potrà essere precluso. Le persone, i fatti, lo cose che dovessero frapporsi a tutto ciò non avranno giustificazione alcuna. Per ora godiamoci il momento senza trascurare il resto… e ricominciamo a gridare:”noi siamo la Capolista”, ne abbiamo tutto il diritto.

 

Giuseppe Mangialavori

 
 

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Giuseppe Mangialavori

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