E’ terminata, con la lettera che potete leggere a fianco, la brevissima avventura di Rocco Guglielmo nella carica di Vice Presidente del C.d.A. dell’F.C. Catanzaro. I dissapori con il patron Salvatore Coppola ed ancor di più con il direttore generale Carmine Longo a proposito dell’assemblaggio tecnico della squadra e l’impossibilità, per Guglielmo, di incidere per come avrebbe voluto nella gestione organizzativa della stessa sono alla base della decisione che ha per certi versi del clamoroso visto l’impegno che, fin dal primo giorno, il notaio catanzarese aveva profuso per ridare il calcio a Catanzaro dopo l’infausta parentesi del duo Parente e Poggi.
Guglielmo fu infatti il primo che si presentò, nei giorni roventi dell’aggiudicazione del Lodo Petrucci, presso la sede del Comune di Catanzaro per contendere alla cordata rappresentata dal rendese Franco Chiappetta il favore dei tifosi che videro in lui (e nella cordata che rappresentava), la garanzia che ci sarebbe stata una continuità tra catanzaresi alla guida della maggiore espressione calcistica della città. Fu lui infatti a convincere, anche stimando in tre milioni di Euro il budget previsto per l’allestimento della squadra, la maggior parte della tifoseria catanzarese ad avere fiducia sul patron Coppola e sull’entourage che l’ingegnere napoletano portava con se. Solo che questa fiducia pian piano è mancata proprio in capo a chi, per primo, la reclamava e la goccia che sembrerebbe avere fatto traboccare il vaso dell’incomprensione tra il notaio catanzarese ed i suoi soci campani (al proposito è da sottolineare che Longo detiene il 31% del capitale azionario dell’F.C.) è stato l’affare legato al mancato acquisto dell’attaccante Omar Martinetti, fortemente voluto da Guglielmo ed avversato invece da Longo che ha ritenuto Martinetti non essere il giocatore adatto per le attuali necessità del Catanzaro. Ma, evidentemente, covavano da tempo ben più importanti motivi di incomprensione che neanche i buoni uffici del presidente Pittelli, che ieri ha tentato in extremis di fare recedere Guglielmo dalla decisione, sono riusciti a sanare.
Non è infatti un mistero che Guglielmo in più occasioni ha tentato di spronare Longo all’acquisizione di giocatori importanti per la causa giallorossa senza peraltro riuscire a scalfire la granitica convinzione del direttore generale di dover fare a meno di intromissioni di sorta. Tanti sono infatti i nomi dei giocatori che Guglielmo avrebbe indicato a Longo e su tali nomi, con precisione assoluta, è invece spesso calata la mannaia del mancato gradimento da parte di Longo spesso con argomentazioni che, a Guglielmo, devono essere apparse pretestuose se non incomprensibili.
L’esegesi della lettera di dimissioni di Guglielmo presenta peraltro un incontrovertibile atto d’accusa nei confronti di chi, a detta del notaio catanzarese, non gli ha consentito “di poter dare un contributo fattivo per il calcio a Catanzaro”. Ed intravedere la sagoma di Longo (ed, in maniera più sfumata, anche quella di Coppola), dietro questo identikit è, oltre che scontato, del tutto evidente.
Per maggiore chiarezza pubblichiamo il contenuto integrale della missiva:
Nel comunicare la decisione di rassegnare le dimissioni dalla carica di Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione della “F. C. Catanzaro S.p.A.”, rivolgo un particolare ringraziamento al Senatore Giancarlo Pittelli per la fiducia che mi ha accordato. Ringrazio, altresì, i tifosi che mi hanno sempre supportato. La mia decisione nasce dalla constatazione di non essere in linea con la proprietà sulle scelte tecniche ed organizzative della società. Ritenevo, infatti, di poter dare un contributo fattivo per il calcio a Catanzaro, ma, evidentemente, non era questo il ruolo che mi si voleva affidare. Restare in questa situazione, pertanto, significherebbe tradire le mie convinzioni e la fiducia dei tifosi. Auguro alla “F. C. Catanzaro” di raggiungere i traguardi sportivi che l’intera città aspetta e merita.
FONTE: www.ilquotidianocalabria.it