Non era possibile pensare che la Nocerina al “Ceravolo” potesse
affrontare la partita con una mentalità offensiva.
Chi si è stupito (mister Dellisanti) a fine partita di come ciò
fosse accaduto, probabilmente non ha preparato bene l’incontro non solo
nello schieramento iniziale ma soprattutto nelle contromosse da adottare a partita
inoltrata.
Schieramento tattico della Nocerina: (4-4-2) a sorpresa mister
Buffoni decideva di far giocare Giordano inserendolo al fianco di Barone in
mezzo al campo a protezione della difesa mentre sugli esterni implacabili anticipavano
gli spazi sia il velocissimo Capezzuto su Ferrigno che il roccioso Farris su
Toledo. Erano decisivi i raddoppi di Piemonte e Bigica che letteralmente soffocavano
le fonti di gioco del Catanzaro costringendo le due ali a giocare in inferiorità.
Sulla linea avanzata Belmonte operava da prima punta mentre Campo qualche volta
svariava per cercare spazio ed inserirsi tra le due linee.
La Partita: i primi 15/20 minuti il Catanzaro non ha giocato
limitandosi a lanciare la palla dalla retroguardia/metà campo per gli
attaccanti che quasi mai sono riusciti a prenderla, al contrario della Nocerina
che con il suo uomo migliore Barone riusciva a intrecciare delle trame che riuscivano
a mettere in difficoltà i centrali. Sulle fasce poi era impossibile smistare
la sfera tale, e tanta, era la cura, l’anticipo, il raddoppio di marcatura.
Si è filato via fino agli ultimi minuti quando si è provato a
produrre un po di forcing ma con scarso profitto. La ripresa dopo la sfortunata
occasione di Frerrigno è stata monocorde: stesso tema tattico, stesso
atteggiamento, stesso risultato con qualche brivido per il “miracolo”
di Gentili.
Gli errori di Dellisanti: i mancati correttivi: Posto che
la squadra è stata sicuramente in buona condizione fisica, correndo fino
alla fine, che non ha dimostrato di subire particolari pressioni psicologiche
per lo straordinario pubblico presente, doveva essere messa in condizione di
poter dare di più. Ciò in relazione allo svolgimento della gara
ed alla capacità di “saperla leggere” per apportare i dovuti
correttivi. Beninteso, a scanso di equivoci, non è minimamente in discussione
la capacità tecnica del mister ma si prende atto di come non abbia saputo
creare in corso di partita quei giusti accorgimenti capaci di poter portare
a casa una bella vittoria.
Proviamo, ad esempio, a ricordarne qualcuno:
- Perché non si è mai, e dico mai, anche per cinque minuti,
provato ad invertire nel corso della gara Ferrigno con Toledo? Durante il
brillantissimo ultimo scorcio di campionato il gioco del Catanzaro si è
sempre sviluppato sulle corsie esterne ed allora come mai non è venuto
in mente questa banalissima variazione atteso che i due non riuscivano a trovare
una finalizzazione decente? - Perché, una volta capito che sulle fasce laterali si era in sofferenza,
non si è provato a imbastire una alternativa centrale cercando gli
inserimenti con maggiore dinamismo e senso tattico magari facendo entrare
Basile che con la sua freschezza poteva scardinare il bunker campano (per
la memoria si rivedano gli ultimi minuti giocati da Basile nella partita Catanzaro
–Brindisi avente una scena tattica molto simile a quella vista contro
la Nocerina ed i suoi pericolosissimi inserimenti)? Al contrario facendo fare
un figurone ad Onofrio Barone che, tanto di cappello per la sua bellissima
prestazione, sembrava Zinedine Zidane con 39 anni suonati? - Perché non si è inserita una punta capace di essere più
incisiva e dinamica nel reparto avanzato, sostituendo Moscelli o Falco che
si sono mossi malissimo, scoordinandosi a vicenda? - Perché, magari nel secondo tempo dopo la sostituzione di Belmonte,
non si è pensato di passare ad una difesa a tre cercando la superiorità
a centrocampo o in maniera più spregiudicata in attacco, considerato
che la Nocerina pungeva senza attaccanti di ruolo.
Tali indicazioni non sono frutto di un corso a Coverciano ma solo, e semplicemente,
di una serena e ponderata analisi tecnica della gara.
Gli errori della squadra: Al di là dei mancati correttivi
che come si nota non comportavano alcuno squilibrio tattico perché facilmente
attuabili, si devono registrare anche degli atteggiamenti nella squadra non
perfettamente in sintonia con una semifinale play-off. Il primo rilievo è
di carattere mentale e segnatamente di approccio alla gara. In queste partite
devi iniziare a spron battuto mettendo subito alla corda l’avversario,
cercando il gol, magari anche spremendo qualche energia in più. Devi
mettergli paura, costringerlo all’errore, arrembarlo con il ritmo, la
grinta, ed il dinamismo. Niente di tutto ciò si è visto se non
in qualche sporadico momento alla fine del primo tempo ed all’inizio del
secondo. Il secondo rilievo è di natura squisitamente tecnica rivolto
agli esterni di centrocampo ed alle due punte. I primi (Toledo e Ferrigno) hanno
aspettato la palla nei piedi dimenticandosi che quando si è ben marcati,
anticipati, raddoppiati, bisogna cercare gli spazi, giocare senza palla, inserirsi,
portare a spasso l’avversario. Cosa non fatta. I secondi (Moscelli e Falco)
non si sono mai incrociati, non hanno mai giocato vicino tra loro, non si sono
mai cercati, non hanno provato lo spunto personale, con l’aggravante per
Moscelli di non aver mai tirato in porta e per Falco di non avere avuto quella
consueta cattiveria sui contrasti con gli avversari.
In conclusione: se questa è stata la partita Catanzaro-Nocerina
si può facilmente dire che non abbiamo proprio usato testa.
Rimettiamoci a studiare bene l’avversario, a prendere le contromosse per
la partita di ritorno, smettiamola con il dire che vinceremo facilmente, o che
è inutile giocare perché tanto siamo già fuori, e per favore
studiamo, studiamo…
Paolo Carnuccio