Niccolò Fabi, Mario
Venuti, Funkyturi (all’anagrafe Salvatore Scattareggia, MC italiano)
e altri gruppi calabresi come Operai della Fiat 1100, Marvanza e
Refurtiva. Questa è la formula che il 7 e
l’8 agosto 2006 inaugurerà nello stadio comunale di Caulonia Marina il primo
Kalabriaelettrika festival.
“Un festival rock per fare
cultura”, questa l’idea del suo fondatore Domenico Panetta, che grazie alla sua decennale esperienza musicale,
prima come voce degli Omerthà, poi come solista, ha
optato per una comunione di musica e didattica, con seminari multistilistici per basso, chitarra e batteria (lezioni collettive di
tecnica strumentale), tenuti dai
docenti della scuola romana di Percentomusica .
I seminari avranno luogo nella
sala di registrazione 6 Sul Dado ( in
cui hanno registrato anche nomi come Eugenio Bennato, Mimmo Cavallaro,
Quartaumentata e Tarankan)
allestita da Panetta nel “retrobottega” del
Mojo Pin, il rock cafè
cauloniese che anche durante il periodo invernale ospita numerosi eventi
musicali. Ai seminari interverranno alcuni tra i musicisti dei gruppi presenti
al festival, come Agostino Marangolo.
Un evento che non vuole cadere
presto nel dimenticatoio ma che mira a costituire un appuntamento fisso, per promuovere la musica come cultura e la cultura
stessa come modo per incontrarsi, per “credere nelle cose e nelle
persone”, come dice lo stesso Panetta.
A dare un’idea di quello che vuole
essere il festival è lo stesso Niccolo Fabi, special guest della prima serata e
che già prima di questo evento ha potuto apprezzare la nostra terra grazie al
festival locrese “Ai confini del
Sud”, organizzato dal suo collaboratore Massimo Cusato. Secondo il cantautore
romano, il Kalabria Elettrica costituisce l’occasione per uscire dai soliti
automatismi dello spettacolo, tipici soprattutto del sud, in cui tutto è in
mano ad impresari che spesso hanno poco a che fare con la musica. È grazie a
persone come Massimo Cusato e Domenico Panetta, musicisti essi stessi, che è
possibile dar luogo ad iniziative di giovani e avventurosi ragazzi alle prese
con l’organizzazione di spettacoli. È importante, dice Fabi, sviluppare
l’iniziativa, per dare un esempio con il quale far capire che è possibile dar
vita ad eventi del genere, anche e soprattutto in Calabria. Va dunque
sottolineata l’importanza del sostegno da dare a queste iniziative, in modo che
ragazzi validi e volenterosi non vedano le loro ali tarpate da chi di musica
non ne capisce molto.
L’obiettivo è quello di creare un’atmosfera rilassata e
piacevole, diversa dai soliti festival e soprattutto nuova per la Locride, che attraversa un momento particolare, nel quale è
semplice far vivere la cultura di retorica e luoghi comuni e nel quale, molto
spesso, questa è costretta a lasciare il posto alla politica e alla cronaca.
Un festival che si caratterizza
anche per una politica di prezzi contenuti ( 5 euro per sei concerti), per
sottolineare il suo carattere popolare e l’intento di arrivare a tutti
attraverso la musica. Questo grazie anche all’aiuto del Comune di Caulonia
Il festival sarà aperto giorno 7
agosto dai Marvanza, seguiti da Funkyturi, fondatore, nel 1996, della crew “roba
coatta” insieme a Piotta e dj Squarta e da
Niccolò Fabi, reduce dal
successo del suo ultimo album Novo Mesto.
L’8 agosto apriranno i cauloniesi
Refurtiva, cui faranno seguito gli
Operai della fiat 1100, gruppo ormai famoso in tutta la Calabria per aver reso
omaggio al mito di Rino Gaetano e Mario Venuti, che per l’occasione ha annullato un’altra data.
—
Programma
del festival
7 agosto 2006, ore 18:00
Marvanza (Monasterace, RC)
Funkyturi
Niccolò Fabi
8 agosto 2006, ore 18:00
Refurtiva (Caulonia, RC)
Operai della Fiat 1100 (Celico,
CS)
Mario Venuti
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Programma
dei seminari
Lezioni collettive di tecnica strumentale
7/8 Agosto – ore 11,30- 13,30 / 15,00-17,00
Chitarra – Stefano Micarelli
Basso – Alessandro Patti
Batteria – Marco Rovinelli
Laboratori di musica d’insieme
Ore 17,30 – 19,30
Costo dei seminari 70 Euro
informazioni 06/7803408 – www.percentomusica.com
Iscrizioni 328 081 43 83
Schede presentazione
gruppi
Niccolò
Fabi
Nato a Roma il 16 maggio 1968,
Niccolò Fabi ha respirato musica fin dall’infanzia: a 3 anni già frequentava
gli studi di registrazione; a 5 anni ha seguito le orme della nonna paterna
(insegnante di pianoforte) che lo ha introdotto allo studio della musica
classica; a 6 anni si aggirava curioso nel backstage dei concerti storici della
PFM.
Niccolò Fabi ha coltivato la
passione per la musica osservando costantemente da dietro le quinte il padre
Claudio (musicista e produttore fra i più attivi e stimati della scena
rock-progressive italiana degli Anni 70), esperienza che gli ha permesso di
vivere a stretto contatto con gli artisti di maggior talento degli Anni 70/80
imparando anche molti degli elementi principali della produzione di un disco.
All’età di 13 anni ha interrotto l’educazione musicale classica per dedicarsi
alla batteria, iniziando la gavetta live in una cover-band dei Police, uno dei
suoi gruppi preferiti. Oltre alle canzoni dei Police, Fabi proponeva alla band
anche composizioni proprie, dimostrando più propensione a creare che a
ricreare.
Nello stesso periodo ha cominciato a suonare anche la chitarra acustica. Dalla
chitarra al basso il passo è stato breve, soprattutto per un musicista
poliedrico come Niccolò: dai 16 ai 18 anni ha militato come bassista in un
gruppo suonando funk e rhythm’n’ blues.
Nei primi Anni 90 Fabi si è esibito frequentemente in diversi locali di Roma,
dove ha incontrato artisti
dell’area romana come Daniele Silvestri, Max Gazzè, Federico Zampaglione e
Riccardo Sinigallia. Quei live, oltre a cementare rapporti importanti come
quelli con Sinigallia e Gazzè, sono stati molto utili per condividere e
“collaudare” i propri progetti musicali.
Il primo contratto discografico arriva quando con l’amico Riccardo Sinigallia
nel 1996 ha portato i suoi demo ai discografici della Virgin, che si sono assicurati
il suo talento per almeno una decina d’anni.
Il debutto è stato esaltante: il primo singolo “Dica”, uscito
nell’agosto 1996, ha riscosso ampi consensi fino alla vittoria (in novembre)
della selezione Sanremo Giovani, che ha proiettato Niccolò Fabi alla ribalta
del Festival di Sanremo ’97 (Sezione Giovani) dove si è aggiudicato il Premio
della Critica con il brano “Capelli”.
Sempre nel 1997 Fabi ha pubblicato l’album d’esordio “Il
giardiniere”, premiato con il disco di platino per aver superato le 100
mila copie vendute. Il successo ottenuto a Sanremo dal brano
“Capelli” ha stimolato nel pubblico l’immagine di un cantautore
ironico, leggero e carino.
Promosso fra i “big”, nel 1998 è tornato al Festival di Sanremo, dove
Niccolò ha voluto mostrare un ulteriore strato della sua personalità con la
canzone “Lasciarsi un giorno a Roma”. Nello stesso anno ha pubblicato
il secondo album “Niccolò Fabi”, che sottolineava l’aspetto più
intimo del cantautore romano. Premiato con il disco d’oro, il cd ha coinvolto una
fitta schiera di collaboratori. Il brano più rappresentativo è proprio il
duetto “Vento d’estate” con l’esordiente Gazzè (con cui ha vinto il
Disco per l’Estate ’98).
Dopo una lunga pausa di riflessione vede la luce il terzo album di Fabi,
“Sereno ad ovest”, pubblicato nel 2000, disco davvero molto
importante nell’affinamento di uno stile personale e nella consapevolezza di
musicista.
Nel maggio del 2000 Niccolò Fabi è stato supporter del tour italiano di Sting,
che l’ha invitato dopo aver preso in esame personalmente i suoi tre dischi.
Nel 2003 arriva il quarto album,
“La Cura del tempo”, seguito da un importante tour di circa 70 date.
Nel 2005 il cantautore romano ha partecipato all’album “La fantastica
storia del pifferaio magico” di Edoardo Bennato. Niccolò ha interpretato
la canzone “Non è amore”.
Nel 2006 Niccolò Fabi festeggia 10 anni di carriera . Il 3 febbraio esce il
quinto album d’inediti intitolato “Novo Mesto”, anticipato dal
singolo “Costruire” in tutte le radio dal 23 dicembre 2005.
Mario
Venuti
Quando Mario Venuti con la sua
band di allora, i Denovo, mette piede per la prima volta nel mercato
discografico è il 1984 e lui è un ragazzino appena 21enne. Mario Venuti è nato
il 28 Ottobre del 1963, a Siracusa – ma ha vissuto anche a Messina, a Palermo
e, ovviamente, a Catania, che è tuttora la sua città.
Quello che accade è che da bambino scopre i dischi dei Beatles: li trova in
casa e poi li ascolta in radio, in tv ed è una specie di folgorazione, per la band
di Liverpool ma soprattutto per la musica. Così, finite le scuole medie, si iscrive
all’Istituto d’Arte.
Non contento di limitarsi ad
ascoltare inizia a studiare e suonare il pianoforte, poi tocca a chitarre,
sassofono e flauto traverso. A 17 anni ha già scritto le sue prime canzoni.
Agli inizi degli anni ’80 Mario è
a Catania, dove incontra tre giovani musicisti con cui forma i Denovo. Lui
suona la chitarra, canta (alternandosi a Luca Madonia) e scrive. Nel 1982
partecipano al Festival Rock Italiano di Bologna: arrivano secondi, dietro a
una band fiorentina, i Litfiba.
Le cantine e i garage si riempiono di amplificatori, microfoni e chitarre,
ragazzi che provano e ci provano. È il nuovo rock italiano. Otto anni di
onorata carriera e cinque album che proclamano i Denovo culto del pop italiano.
Passano anche per il palcoscenico di Sanremo: Sanremo Rock, la prima volta; il
Teatro Ariston, la seconda. Si scioglieranno nel 1990.
Siamo ai primi anni ’90, Mario Venuti scrive sempre canzoni.
È curioso, pieno di stimoli musicali e culturali, viaggia e arriva sino in
Brasile, dove gusta e annusa l’aria e i colori della terra del samba e della
bossanova.
La sintesi di questo nuovo percorso la ritroviamo nel suo primo disco da solista,
Un Po’ di Febbre (1994), un disco in cui in cui il pop si riempie di fragranze
e suggestioni brasiliane. Il singolo Fortuna si rivela una vera e propria hit
radiofonica, tanto convincente da fruttare persino una cover in portoghese dei
Brazilian Love Affairs, entrata in classifica anche in Italia.
Di Mario se ne accorgono in molti anche quando collabora all’album d’esordio di
Carmen Consoli, Due Parole: lui co-firma Amore di
plastica, presentato a Sanremo Giovani nel 1996, e La semplicità.
In quell’anno, esce anche il secondo album solista di Mario, Microclima. È un
disco che conosce ancora le suggestioni world del precedente ma le presenta
come sottili venature.
Sempre nel 1996, Mario Venuti riceve il Premio Max Generation, in occasione
della manifestazione Milano Vende Musica. Nel 1997 partecipa a Sanremo Giovani
con un brano di grande intensità e immediatezza, Il più bravo del reame,
preludio a un nuovo album che sposa insieme passato e presente della sua
produzione, accostando alcuni classici dei Denovo ai principali momenti
artistici della sua carriera solista.
L’album, intitolato Mai Come Ieri (Giugno’98) frutta a Mario un nuovo grande
successo con il brano che dà il titolo al lavoro, cantato in coppia con Carmen
Consoli.
Il successo porta Mario verso un lungo tour italiano in cui rimette a fuoco la
sua identità musicale.
Nel Maggio del 2001 firma un contratto editoriale che lo lega alla BMG Ricordi.
A Gennaio del 2003 viene pubblicato Grandimprese, 10 canzoni anticipate dal
singolo Veramente tra cui spicca anche una cover di Monnalisa di Ivan Graziani.
La popolarità di Mario esplode attraverso la radio e le televisioni che
trasmettono, senza sosta, Veramente e il relativo videoclip.
A Marzo 2004, Mario sale sul palco di Sanremo, per la 54° edizione del Festival
della Canzone Italiana. La sua Crudele vince due premi importanti e
prestigiosi: il Premio Mia Martini /Premio della Critica, e il Premio Radio e
TV Private.
Il successo di Crudele frutta una seconda vita al già lusinghiero Grandimprese
che, viene ripubblicato arricchito da tre inediti (Canzone stupida, Nella
fattispecie, Per causa d’amor).
Nel 2005 comincia a preparare il nuovo disco, Magneti, che
verrà pubblicato il 3 marzo e che musicalmente chiude un po’ il cerchio di
quanto avvenuto nei precedenti dischi.
Turi
TURI, all’anagrafe Salvatore Scattarreggia, rapper,
produttore e dj hip hop d’origini calabresi, inizia la sua carriera artistica
nel 1994 partecipando a varie jam session nei più famosi club hip hop della
capitale. Due anni dopo, insieme a Piotta e dj Squarta, fonda la famosa crew
Robba Coatta. Dopo un intensa attività live in tutta la penisola, in compagnia
dei due soci sopra citati, e grazie al suo stile, colmo di ironia e sarcasmo,
Turi si afferma come uno dei migliori intrattenitori e improvvisatori della
scena hip hop italiana. Nel 1998 partecipa al primo singolo di Piotta
“Spingo io” e inizia ad esser invitato in molte emittenti
radiofoniche nazionali. Nell’autunno dello stesso anno, viene pubblicato
“Comunque vada sarà un successo”, il primo album ufficiale di Piotta,
dove Turi, in piena forma, appare su ben sei tracce. Degno di nota è il brano
“Dimmi qual’ è il nome”, secondo singolo estratto, che permette al
rapper calabro di farsi notare anche in TV grazie al video girato dai Manetti
Bros. Nell’estate del 1999 produce il suo primo mini album solista Aspromonte
A-roma. Grazie al successo del brano “Il Supercafone”(disco d’oro),
Turi, in compagnia di Piotta e dj Squarta partecipa ad un intenso tour
promozionale di circa 90 date. Da menzionare l’esplosiva performance all’
“MTV Day 1999”. Nel 2000 partecipa, oltre che alla colonna sonora,
anche come attore nel film “Zora la Vampira”, di Carlo Verdone e
Manetti Bros. Nello stesso anno collabora alla compilation hip hop
“Novecinquanta” del giovane produttore milanese Fritz da Cat. Del suo
brano “Schiaffetto correttivo” viene girato un videoclip a New york.
Nel 2001 Turi inizia la sua carriera solista firmando il suo primo contratto
discografico con l’etichetta indipendente romana Antibemusic. Nell’estate dello
stesso anno, riceve innumerevoli elogi dalla critica specializzata, grazie
al suo primo album “Salviamo
il salvabile”, dove oltre ad apparire come rapper, firma anche le musiche.
Nella primavera del 2004, sempre per Antibemusic, esce il suo secondo album
ufficiale “L’amico degli amici” che contiene il simpatico e pungente
singolo(con videoclip) “COSA VUOI DA ME” che ha riscosso un ottimo
successo radiofonico. A Giugno dello stesso anno partecipa come ospite nella
sezione “Disco in vetrina” al “Girofestival 2005” trasmesso
in diretta su Rai Tre. Con il brano in questione Turi,nell’Ottobre del 2005 si
aggiudica il premio come “miglior singolo” all’interno della oramai
famosa manifestazione hip hop nazionale “Mc Giaime”.
Operai
della Fiat 1100
Dopo ventuno anni dalla scomparsa
di Rino Gaetano, nascono gli “Operai della Fiat 1100”. L’idea di formare il
gruppo è nata spontaneamente dopo aver conosciuto Rino, sia attraverso la sua
musica, sia attraverso varie testimonianze che hanno consentito ai ragazzi del
gruppo di approfondire quanto già sapevano sul Gaetano cantante e uomo.
Il gruppo,è formato da sette elementi che operano da diversi anni nel settore
della musica, ognuno dei quali proviene da scuole di alta formazione musicale.
La scelta del nome “Operai della Fiat 1100” ripropone un brano omonimo di Rino
Gaetano (L’Operaio della Fiat “La 1100”) nel quale l’autore affronta il
problema del duro lavoro della catena di montaggio iniziata, appunto, con
l’avvento della “1100”.
Il gruppo nasce quindi come tributo a Rino Gaetano, spettacolo che viene
presentato ancora oggi con un discreto successo e che ha portato gli odf1100
all’incisione di un disco Tributo a Rino prodotto a Monaco di Baviera da
Vridolin Enxing, noto musicista tedesco, e Maurizio Montanesi fonico storico
dell’RCA, di Rino Gaetano e produttore-scopritore di Alex Britti.
Ad oggi gli Odf1100 stanno preparando il loro primo disco di canzoni proprie
seguendo l’insegnamento del loro grande Maestro, affrontando temi di attualità
con l’ironia tipica di Rino.
Gli operai della Fiat 1100 sono:
1. Carlo Caligiuri
Voce, Chitarra Acustica. Celico (CS) – 1977
2. Salvatore Pupo
Voce, Trombone. Celico (CS) – 1979
3. Giuseppe Scarpelli
Cori, Piano, Synth e tastiere – Celico (CS) – 1984
4. Enrico Caligiuri
Batteria – Celico (CS) – 1984
5. Luca Vigna
Basso – Spezzano Sila (CS) – 1973
6. Fabrizio Scrivano
Chitarra elettrica – Casole Brutium (CS) – 1979
7. Marco Vigna
Cori, Percu
Marvanza
Cinque ragazzi e
una ragazza, età media 23 anni: così nascono i “Marvanza”, dall’idea dei due
fratelli Ivan e Marco Lentini (voci e rispettivamente bassista e
percussionista), Mafalda Gara (sassofoni e voce), Claudio Chiera (chitarra),
Ilario Timpano (batteria) e Francesco Clemeno (tastiere e percussioni).
A favorire con l’impulso la giovane band
nell’arco di questi appena due anni di vita è stato il Mojo Pin, Rock Cafè di
Caulonia Marina (locale dove si sono già esibiti nomi dello spessore di Cesare
Basile, Cristina Donà, Timoria, Bandabardò e tanti altri). Ma ciò che più ha
inciso è stato l’incoraggiamento loro offerto dal direttore artistico del
locale, il cantautorè Domenico Panetta.
E’ stato proprio
al Mojo Pin Rock Cafè il primo debutto sotto i riflettori di un palco,
che ha
segnato l’inizio
dell’avventura musicale dei “Marvanza”. Nessuno dei presenti in sala,
quella sera, avrebbe mai immaginato che quei giovani così timidi sarebbero
stati invitati suonare due anni dopo al concerto del “primo maggio” a Locri
accanto a nomi celebri del panorama musicale italiano.
Prima ancora
di aver calcato il palco del mega concerto di Locri, tuttavia, i “Marvanza”
avevano vissuto un’altra importante esperienza artistica nel dicembre
scorso al Ciak di Forlì, dove furono invitati ad aprire il concerto del famoso
gruppo partenopeo degli “Almamegretta”.
Refurtiva
Il progetto
“refurtiva” ha origine nella primavera del 2002, a Caulonia, quando Ilario
Ierace (inizialmente chitarrista)
e Francesco Mazza (basso),dopo
aver di nuovo assaggiato il rammarico dell’ennesimo gruppo sciolto (come molti
gruppi qui al sud), incontrano e iniziano a conoscere musicalmente Alfonso
Pezzaniti (chitarra).
Ad aprile iniziano le prime prove insieme :Ilario alla chitarra e alla voce,
Alfonso alla chitarra e Francesco al Basso, in una stanza arrangiata come sala
prove dove l’acustica è pessima. Si inizia a provare e a creare musica e testi
ma manca qualcosa: il ritmo di una batteria che accompagni il tutto.
Così dopo aver provato un po’ di batteristi Ilario decide di non aspettare più
e si insedia fra i piatti e le percussioni di una batteria prestata da qualche
amico.
E’ Settembre, Alfonso passa da solo chitarrista a voce e chitarra,il gruppo ha
ora una forma ben precisa e si
inizia a creare nuovi pezzi e a registrare il primo di una lunga serie di demo
autoprodotti. Nei mesi seguenti vengono effettuate varie serate nei diversi
locali della zona.
A Gennaio(2003) si partecipa alle selezioni di ArezzoWave a Reggio Calabria :
quattro gruppi sul palco, i refurtiva suonano per secondi, non si va oltre ma
l’impatto col pubblico, sia espressivamente che musicalmente, ha premiato i
ragazzi.
Dopo il relativo “successo” ottenuto a Reggio, si ritorna in studio per
preparare il nuovo programma e nel frattempo nascono nuovi pezzi che vengono
registrati dal vivo.
E’ agosto : vengono pubblicati vari articoli sui refurtiva,su giornali locali
come “la riviera” e “il portavoce”. Nel frattempo giungono
molte esibizioni live,in manifestazioni pubbliche e qualche pub,sparse per la
Calabria.
Nel gennaio 2004 partecipano alle selezioni di ArezzoWave per la seconda volta,
classificandosi al quarto posto tra
i gruppi della sezione Reggio Calabria.
Settembre del 2004 è stato per i refurtiva un punto di arrivo, e allo stesso
tempo di “rivoluzione” latente: già da qualche mese, vaga nell’aria la voglia di
voler rinnovare il corpo e la mente della propria musica, così entrano a far
parte del gruppo Ilario Musco e la
sua chitarra, passando dal rock acido, veloce e spoglio di tre elementi (basso
– chitarra – batteria) ad uno più melodico, complesso e curato nei particolari.
La nuova strada porta al rinnovo sostanziale dei vecchi pezzi e la nascita di
nuovi (tra ottobre e marzo) che a sua volta porta a rifugiarsi in “ref-studio”,
dentro un faticoso lavoro di auto-registrazione, per il definitivo demo.
Ad agosto(2005),quindi, dopo i lunghi e sofferti “sacrifici” (economici e non
solo), è disponibile il primo demo Ufficiale : “NEBBIA EP”.
Scheda presentazione Domenico Panetta
Un esordio
canonico: la cantina di casa, quattro amici, voglia di fare musica, ribellione
contro una realtà troppo limitata di un piccolo paese calabro. Un percorso
lungo e non sempre facile, guidato da un atteggiamento più da fratello maggiore
che di leader: il trasferimento a Roma per studiare musica, la formazione della
Band, la scelta di cantare in dialetto, il primo CD auto prodotto. Domenico,
voce, piano e seconda chitarra, restando fedele al suo ruolo continua il lavoro
di studio e di ricerca e, ben presto, porta gli OMERTHA’ a firmare un contratto
discografico con un’ etichetta romana, Nel 1996 esce un singolo promozionale e
l’anno successivo, con SULINTA l’album distribuito dalla RTI, sembra arrivare
la notorietà: recensioni, un video-clip, Sanremo Rock e una mini-tournée. Ma
non è esattamente il successo aspettato e alla fine del 1999 il Gruppo si
scioglie. E’ un momento di smarrimento, di crisi, perché quel sogno che
sembrava raggiunto è ancora lontano e non tutti sono disposti a rincorrerlo
ancora. Solo Domenico, tenace e orgoglioso, non si arrende e, con la stessa
perseveranza con la quale ha portato avanti la Band per sette anni, si impone
un programma e decide di proporsi con un nuovo progetto musicale chiamato
IRTOSA. Riprende le lezioni di canto con Fabrizia Barresi, segue un corso di
basso presso l’UM di Roma, si iscrive e si diploma in Recitazione e Dizione
alla Nuova Università del Cinema e della Televisione, si diploma in chitarra
moderna presso la Percentomusica di Roma. Studia e compone e, nel Novembre
2001, entra nella fase finale dell’Accademia della Canzone di Sanremo.
Nel Dicembre 2001 è finalista al Tributo
ad Augusto Daolio a Sulmona con il brano “Fortuna”, arrangiato da A. G. Frulio
(M.Rei, C.Consoli, Tiromancino. Will Smith.). Nel 2002 pubblica il primo album
da solista “Rubens non deve vincere” che contiene il singolo “voglio un
alfabeto con le figurine” che viene programmato dalle radio di tutta italia
compresa radio deejai e che convince Red Ronnie a volerlo per Piazza del
Plebiscito sul palco dell’ I-Tim Tour (sul cui palco, oltre ad Irene Grandi,
quella sera si esibiva un gruppo di sconosciuti di nome Negramaro).
Oltre al successo fra il pubblico il
disco viene apprezzato da molti colleghi, tra cui il gruppo etnico dei
Quartaumentata, che lo vogliono come autore di alcuni brani del disco
“abballami cu ventu”, e dal cantante Mimmo Cavallaro che lo vuole come
collaboratore nel suo disco prodotto da Eugenio Bennato. Entrambi i dischi
vengono registrati nello studio di registrazione “6suldado”, fondato dallo
stesso Domenico. La sua voce è particolare, a volte dolce a volte graffiante;
la sua musica e i suoi testi denunciano uno stato d’animo più maturo, meno
inquieto, mantenendo sempre una personalità del tutto originale. Il materiale
che viene accluso è la sintesi del percorso che Domenico ha iniziato quasi dieci
anni fa e per chi ha la pazienza di ascoltare, di guardare e dì saper leggere
tra le righe sarà evidente il coraggio di chi ha sempre saputo ricominciare e
mettersi in discussione. Attualmente Domenico Panetta sta collaborando come
produttore con il gruppo dei Marvanza e con il gruppo dei Refurtiva, non
trascurando la sua produzione musicale che lo vede impegnato nella
pre-produzione del suo prossimo album.