Scolacium, prima fra le citta’ dei Bruzi, fondata secondo la leggenda da Ulisse, si apre all’arte grazie alle cento opere dell’artista inglese Antony Gormley (Londra, 1950), realizzate in ferro pensando proprio agli spazi e alle suggestioni della citta’ scomparsa, quella del Parco Archeologico di Borgia, situato tra Catanzaro e le spiagge joniche.
Dal 25 giugno all’8 ottobre, tutti i giorni dalle ore 10 alle 21.30, i visitatori potranno ammirare, tra le rovine di Scolacium, l’ambizioso progetto di Alberto Fiz, ”Time Horizon”, titolo dell’installazione di Gormley che comprende le sculture che misurano 189x53x29 centimetri, dal peso di 650 chili ciascuna, realizzate a partire dai calchi del suo corpo per rappresentare una serie di varianti rispetto al processo di respirazione. Nella piazza principale della colonia Minervia Scolacium, la zona archeologica del Foro dove un tempo erano situati i monumenti piu’ importanti, l’artista collochera’ le proprie opere, ciascuna posta alla stessa altezza in modo da creare un’unica linea dell’orizzonte.
”E’ la prima volta che posso utilizzare un luogo cosi’ affascinante e cosi’ ricco di riferimenti alla memoria storica e alla realta’ del presente – ha dichiarato Gormley – Il mio progetto si sviluppa su due assi, quello orizzontale della storia e quello verticale della natura e della terra. Le mie sculture, che richiedono la presenza diretta dello spettatore, si possono considerare come una sorta di agopuntura in grado di ridare energia allo spazio evidenziando aspetti che prima sembravano nascosti”.
Dal 25 giugno all’8 ottobre, tutti i giorni dalle ore 10 alle 21.30, i visitatori potranno ammirare, tra le rovine di Scolacium, l’ambizioso progetto di Alberto Fiz, ”Time Horizon”, titolo dell’installazione di Gormley che comprende le sculture che misurano 189x53x29 centimetri, dal peso di 650 chili ciascuna, realizzate a partire dai calchi del suo corpo per rappresentare una serie di varianti rispetto al processo di respirazione. Nella piazza principale della colonia Minervia Scolacium, la zona archeologica del Foro dove un tempo erano situati i monumenti piu’ importanti, l’artista collochera’ le proprie opere, ciascuna posta alla stessa altezza in modo da creare un’unica linea dell’orizzonte.
”E’ la prima volta che posso utilizzare un luogo cosi’ affascinante e cosi’ ricco di riferimenti alla memoria storica e alla realta’ del presente – ha dichiarato Gormley – Il mio progetto si sviluppa su due assi, quello orizzontale della storia e quello verticale della natura e della terra. Le mie sculture, che richiedono la presenza diretta dello spettatore, si possono considerare come una sorta di agopuntura in grado di ridare energia allo spazio evidenziando aspetti che prima sembravano nascosti”.