La Regione Calabria si costituirà parte civile contro i tre istituti bancari- Antonveneta, Banca di Roma e Bnl- i cui presidenti ed ex presidenti sono stati rinviati a giudizio dal Gip di Palmi (Reggio Calabria) per usura nei confronti dell’azienda De Masi di Rizziconi (Rc). Lo ha disposto il presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, appena ricevuta la notizia del rinvio a giudizio.
Loiero ha subito dato incarico al dirigente dell’Avvocatura regionale, Giuseppe Filippelli, di procedere con gli atti necessari. “Un impegno – ha detto il presidente della Regione – che avevamo preso nel momento in cui l’azienda De Masi aveva denunciato l’esistenza di un “cartello” che le impediva l’accesso al credito. Ora ci costituiamo parte civile, convinti che anche la Regione sia stata danneggiata da un eventuale comportamento scorretto delle banche. L’azienda De Masi, per fortuna, grazie anche all’intervento mio e del vicepresidente Nicola Adamo – ha concluso Loiero – ha trovato risposte giuste dalla Banca popolare di Crotone che le ha aperto una linea di credito importante. Ma è giusto andare fino in fondo per chiarire il comportamento delle banche implicate nella vicenda”.
Nell’inchiesta di Palmi, partita nel 2004 da un esposto presentato dalla società De Masi che denunciava tassi d’interesse sui mutui superiori rispetto a quelli fissati dalla legge, erano indagate 41 persone, tra cui Cesare Geronzi (presidente di Capitalia), Luigi Abete (presidente di BNL), Pier Luigi Fabrizi (gia’ presidente del MPS) , Dino Marchiorello ed Antonio Ceola, ex presidenti di Banca Antonveneta.
Secondo l’accusa, rappresentata dal Pm Alberto Cianfrini, le banche avevano messo tassi al limite dell’usura nei confronti dell’azienda della Piana di Gioia Tauro e poi, applicando le commissioni di massimo scoperto, avevano caricato questi tassi di ulteriori importi raddoppiando gli interessi, che variavano dal 14 al 58%.
Loiero ha subito dato incarico al dirigente dell’Avvocatura regionale, Giuseppe Filippelli, di procedere con gli atti necessari. “Un impegno – ha detto il presidente della Regione – che avevamo preso nel momento in cui l’azienda De Masi aveva denunciato l’esistenza di un “cartello” che le impediva l’accesso al credito. Ora ci costituiamo parte civile, convinti che anche la Regione sia stata danneggiata da un eventuale comportamento scorretto delle banche. L’azienda De Masi, per fortuna, grazie anche all’intervento mio e del vicepresidente Nicola Adamo – ha concluso Loiero – ha trovato risposte giuste dalla Banca popolare di Crotone che le ha aperto una linea di credito importante. Ma è giusto andare fino in fondo per chiarire il comportamento delle banche implicate nella vicenda”.
Nell’inchiesta di Palmi, partita nel 2004 da un esposto presentato dalla società De Masi che denunciava tassi d’interesse sui mutui superiori rispetto a quelli fissati dalla legge, erano indagate 41 persone, tra cui Cesare Geronzi (presidente di Capitalia), Luigi Abete (presidente di BNL), Pier Luigi Fabrizi (gia’ presidente del MPS) , Dino Marchiorello ed Antonio Ceola, ex presidenti di Banca Antonveneta.
Secondo l’accusa, rappresentata dal Pm Alberto Cianfrini, le banche avevano messo tassi al limite dell’usura nei confronti dell’azienda della Piana di Gioia Tauro e poi, applicando le commissioni di massimo scoperto, avevano caricato questi tassi di ulteriori importi raddoppiando gli interessi, che variavano dal 14 al 58%.
