Bologna – Catanzaro, ultimo atto di due anni scellerati. Per un campionato che si chiude nel peggiore dei modi, tante cantine che si aprono per accogliere tanti visitatori.
Chi di noi, specie da piccolo, ha visitato le cantine di una volta, ha sempre visto questi luoghi come antri oscuri, con le ragnatele, polverosi, con quellâodore tipico di cantina, di vino caduto a terra ed evaporato.
Degne caverne di un malefico stregone in dungeons & dragons o forse simili a rifugi della più simpatica Amelia la fattucchiera.
Oggi non è più così. Alcune cantine rivaleggiano in bellezza, e cura, con i più noti alberghi a 5 stelle. Nella mia ultima visita ad uno dei più grandi produttori italiani, ho detto al mio accompagnatore âma comâè che qui tutto è assolutamente perfetto?!â il mio stupore non era dato dalla bellezza dellâordine o dalla cura nelle aiuole, ma dal fatto che per terra non câera nemmeno un microscopico pezzetto di carta, che câera un prato allâinglese capace di far impallidire quello del castello di Windsor, che hanno speso chissà quanto in squadre di giardinieri, che le visite allâazienda erano organizzate con precisione svizzera. Non câera NIENTE che fosse fuori posto, era tutto âschifosamenteâ (è la parola che ho pensato in quel momento) perfetto, così perfetto da sembrare finto.
Altra esperienza, in una visita di qualche anno fa ad un altro produttore, molto più piccolo e âruspanteâ, un mio amico mi fa notare che per terra in cantina câerano delle melanzane, e il produttore ci ha candidamente detto âcerto, qui è umido, si conservano beneâ.
Queste le due facce dellâItalico vino, due modi diametralmente opposti di fare ma, soprattutto, di intendere il vino.
Siamo nel pieno della primavera, le giornate lunghe ed assolate. Quale migliore occasione per andare a conoscere qualche realtà produttiva?.
Il vino non lo si conosce e non lo si capisce andando in fiera, alle degustazioni, o comprando una bottiglia ogni tanto. Il vino lo si capisce andando in vigna, dal produttore, vedendo chi è il produttore nel suo ambiente, guardandogli le mani sporche di terra e callose per il lavoro di unâintera vita nei campi (non vorrei deludervi ma ne sono rimasti pochi di questa razzaâ¦).
Il vino lo si capisce conoscendo il suo mondo e i suoi personaggi.
Il movimento del turismo del vino era qualcosa di impensabile fino agli anni ottanta. Questa piccola associazione di produttori pazzi che credono di poter creare un turismo delle cantine nasce un poâ per scherzo un poâ per scommessa, con la voglia di divulgare il vino e il suo mondo al grande pubblico.
Ebbene, questi piccoli produttori pazzi in poco più di 10 anni hanno creato un giro dâaffari di 5.000 miliardi di vecchie lire.
Hanno creato un movimento che spinge ogni anno migliaia e migliaia di persone a visitare le cantine, ad assaggiare i vini e i prodotti tipici, e a conoscere i produttori.
Il sito www.movimentoturismovino.it riporta tutti i link utili per sapere quali produttori aderiscono allâiniziativa, indirizzi, informazioni e quantâaltro.
Se per caso di trovaste a passare dalle parti di Roncade (Treviso), dove si celebra la quinta edizione di Rosso in strada, sorta di tour guidato fra le degustazioni di Merlot, Cabernet, Raboso e altre produzioni tipiche del Veneto. Se invece vi troverete a Torino tra il 25 e il 27 non perdetevi il Moscato Wine Festival in programma nella capitale sabauda, e in altri 52 Comuni di tre province piemontesi.
Ma noi andiamo a Bologna per la trasferta. Sfruttiamo lâoccasione per visitare qualche azienda.
Sfruttiamola tra lasagne e mortadelle, zamponi e cotechini (nati allâepoca di Papa Giulio II della Rovere), passando infine tra tortellini e sua maestà il Ragù.
Mâinchino di fronte a cotanta opulenza, e stappo una bottiglia di buon vino.
Se invece restiamo nella nostra amata Calabria a goderci una giornata di svago e di riposo, possiamo andare a trovare i produttori che ci attendono con la solita squisita e spontanea ospitalità tipica di noi meridionali.
Per me è importante ricordare che il visitare più cantine di una stessa zona che fanno vini che stanno sotto una stessa DOC o DOCG è il modo migliore per capire le differenze tra questo e quel produttore, questo e quel vino, ma soprattutto per âformareâ ed affinare il proprio gusto a riconoscere i vini.
Una piccola nota di chiusura, la domenica di cantine aperte si è trasformata, specie in questi ultimi anni, in unâoccasione per proporre non solo la degustazione e la visita alle cantine. Ma anche spettacoli, buffet ed intrattenimenti, che vi faranno passare una giornata più che soddisfacente.
E se il magico questâanno di soddisfazioni ce ne ha regalate ben poche, questâestate proviamo ad affogare i dispiaceri in un Buon bicchiere di vino e magari ritroveremo il sorriso.
Auguri Catanzaro!
Nicolò Ditta
PS Per informazioni critiche richieste o suggerimenti, tranne soldi o bottiglie di vino, scrivetemi pure a uctrapani@uscataznaro.net