Non capirò mai come sia possibile far tacere il proprio cuore e metterlo alla mercé di questo o quell’interesse. Forse il mio limite è dovuto al fatto che non ci riuscirei mai. Con questo non è giusto giudicare chi riesce a farlo. La vita è fatta di padroni (che tali poi non sono) e schiavetti che si prostrano ai loro piedi. E’ l’eterna stupida ginnastica dell’essere umano (il più demente degli esseri viventi) che offende giornalmente la propria intelligenza disapplicandola in tutte le circostanze che la vita gli pone. Il Catanzaro? Purtroppo non sfugge a questa regola.
Ci eravamo illusi che dopo anni di anonimato, saremmo riusciti ad evadere dallo squallore ed invece ci siamo tuffati fino in fondo. Il silenzio figlio di una presunta (ma non tale nella sostanza) superiorità di chi sol perché riconosce a se stesso e senza essere accreditato da nessuno un certo status, crede di poter avere il diritto/dovere di stare zitto e non âufficializzareâ (che bella parola!) o rendere nota la verità dei fatti. Invece di aprire confronti, dire, chiedere all’occorrenza ad un Popolo che, se reso protagonista, non si è mai tirato indietro, si formano presunte caste elitarie e scissioni in una tifoseria che non è stata mai così divisa.
La vera retrocessione del Catanzaro, Signori miei è proprio questa: la divisione della tifoseria giallorossa che rischia di cronicizzarsi. Le retrocessioni, le promozioni e tutto il resto sono fisiologiche nel mondo del calcio, ma quando si ha la responsabilità della divisione di un Popolo come quello giallorosso, bisognerebbe avere il coraggio di recitare sontuosi âmea culpaâ. Chi è un libero cittadino (come il sottoscritto), âliberoâ in tutti i sensi e ha la fortuna/onore di poter scrivere chiaramente su una testata giornalistica come âUsCatanzaro.netâ, non può e non deve tirarsi indietro o fare il gioco delle tre carte. La diplomazia la lasciamo a chi se ne ciba quotidianamente o a chi la utilizza come strumento di lavoro e si autoschiavizza per ottenere un potenziale output da certi personaggi. Ma il Catanzaro, no. Per favore, il Catanzaro no!
Si è parlato di situazioni debitorie, si è scritto e si sono dette tante parole da parte di tecnici del settore, di giornalisti ma il silenzio stampa incombe sulle teste di tutti e invece di parlare, chi dovrebbe farlo, sta zitto. Ma è mai possibile? Le lacrime di coccodrillo non basteranno a salvare la situazione, sempre che il contesto sia quello paventato in questi frenetici giorni di incontri/scontri e chi più ne ha, più ne metta.
Le risatine virtuali irridenti di qualche giornalista (?) bene informato (da chi, visto che regna sovrano il silenzio stampa?) cercano (invano) di ridicolizzare o peggio bollare gli sforzi intrapresi da volenterosi tifosi che stanno cercando di mettere in chiaro, di risolvere, di comprendere quale sia la strategia vincente per la iscrivere lâUesse al prossimo campionato di C1. Ma non sarebbe più corretto che contestualmente i diretti protagonisti, documenti alla mano esorcizzassero queste paure e documentassero che sono infondate? Parlo di âinfondatezzaâ, perché ancora la stessa Società non ha reso ufficiale la situazione. Lâultima voce a riguardo, parlava di condizioni di bilancio floride e noi vogliamo credere allâonestà intellettuale di chi ha rilasciato certe dichiarazioni. Dopo che una nota testata giornalistica locale ha reso pubblico un dato in riferimento alla situazione dellâU.S. Catanzaro S.p.A. (si parla quattro milioni di euro di passivo), non abbiamo assistito a nessuna smentita ufficiale da parte della Società , al contrario, il silenzio stampa è stato utilizzato al meglio (al peggio secondo noi) dai massimi esponenti della Società di Via Lombardi, compreso colui che poco tempo addietro aveva parlato di âsituazione floridaâ.
E allora si parla dellâalibi prediletto da molti in questâultimo periodo: il capitolo âelezioni amministrative. Certo, perché quelle politiche si so no concluse , oppure no? E pensare che qualcuno addirittura giustifica la stagnazione attuale con le elezioni amministrative. Ma scusate se faccio il finto tonto, ma cosa avrebbero a che fare queste ultime con il Catanzaro? La vostra risposta sarà :â e allora sei proprio fesso!â. Preferisco essere tale e credere che nessun interesse possa essere ostativo al bene del nostro Catanzaro. Ma forse così non è. E allora sappiamo benissimo che molta gente si presenterà alle prossime elezioni amministrative cercando di carpire consensi facendo bella mostra del proprio (non meglio certificato) curriculum di tifoso giallorosso. E dâaccordo, ci può anche stare, si può capire, ma quello che non si riesce a comprendere è come si possa avere la faccia tosta di utilizzarlo come alibi non meglio dichiarato, per lo stallo di una situazione che, al contrario (vista lâennesima retrocessione) richiederebbe massima motivazione insieme ad una programmazione âprimaverileâ subitanea.
Câè chi si commuove alle lacrime di Bettega, chi serenamente si arrende allâingiustizia subita per anni di furti dicendo:â Tanto, vedrai che non gli faranno nullaâ¦â, e allora, allo stesso modo i Catanzaresi da bravi Italiani, devono cominciare a metabolizzare lâevento più negativo?
Insomma, cari dirigenti dellâU.S. Catanzaro S.p.A. rispettiamo il vostro silenzio, ma fateci il favore di fare una di quelle ânote ufficialiâ che tanto amate, una di quelle conferenze stampa con foto annesse e cravatte al vento che tanto adorate. Gli occhiali da sole alla moda li forniremo noi, ma diteci qualcosa. Smentite queste voci assurde (speriamo che siano tali) che darebbero lâUesse per spacciato. Non vogliamo credere che un professionista stimato e affermato, pochi mesi addietro ci abbia preso per i fondelli dichiarando il falso. Ripeto, basta essere chiari, anche perché la chiarezza potrebbe essere strumentale ad un passaggio di consegne, sempre che la maggioranza societaria ne abbia reale intenzione. Chi arriverà a salvare la “baracca”? Il toto-salvatore è l’argomento in cima alle preferenze stagionali. E ricominciano a girare i vari nominativi (sempre gli stessi) legati al passato più recente o a quello più remoto.
Ma cosa dice la società ?
non c’è nessuno che lo sa!
Si dice costi troppo,
che stia zitta in cappotto
che se tu parli “punga”…
che molto spesso pianga
però quando è tranquilla
lei beve camomilla
e a letto addormentata se ne va.
Leggo sui giornali,
non ho visto niente!
Sembra il problema non importi alla gente!
Ma se tra voi c’è qualcuno che lo sa,
la mia domanda è ancora questa qua:
Cosa dice la Società ?
Non si è in questa sede a favore di questo o contro quello, si ha solo voglia di fare chiarezza e di farla in tempo in modo da fermare in tempo potenziali lacrime da coccodrilloâ¦
Vogliamo tornare a parlare di calcio giocato, di giocatori che sudano la maglia e onorano quel simbolo che portano sulle maglie. Siamo stufi di parlare di altro, ma se questo âaltroâ condiziona il dato tecnico, come potremmo esimerci dal farlo? Essere di parte/contro/a favore (e poi perché?) di questi tempi non giova alla causa giallorossa. Chi riuscirà a spogliarsi da qualsivoglia interesse (cosa difficilissima, praticamente impossibile) farà il bene dei giallorossi. Il nostro compito è quello di informare, di tifare Catanzaro. Il Vostro è quello di amministrare, ma se la Società disamministra, si cuce la bocca e tratta a pesci in faccia coloro che dovrebbero costituire la linfa vitale per lâesistenza stessa del sodalizio giallorosso, creando caste complici e compiacenti di presunti tifosi che (loro si caro Prof. â¦) hanno interessi fin troppo evidenti, lo sfascio totale è già dietro lâangolo.
E che dire degli atleti? Chi resterà ? Chi andrà via? Quanto è triste vedere che non c’è nessuna programmazione neanche sui giovani rampolli che (così come è prassi fare per le squadre già retrocesse) per gli utlimi spiccioli di stagione vestono la maglia sapendo già che ammesso che possano avere gloria, quest’ultima sarà tristemente vana!
E allora che ognuno si collochi a seconda del ruolo che ricopre e con il rispetto dovuto per chi ha una funzione diversa. Diteci la verità , (prima che sia troppo tardi) è vostro diritto/dovere, è nostro diritto/dovere.
Giuseppe Mangialavori