La Dda di Catanzaro non riceve da oltre un mese i fondi per l’ acquisto della benzina e cosi’ i magistrati sono costretti ad anticipare il denaro necessario per gli spostamenti per motivi d’ ufficio con le auto di servizio.
E’ la situazione in cui si trova la Procura distrettuale del capoluogo, che ha competenza sul territorio di quattro delle cinque province calabresi.
Ad erogare i fondi per l’ acquisto della benzina, secondo quanto hanno riferito fonti della Procura distrettuale, e’ la Procura nazionale antimafia, che pero’ e’ impossibilitata a farlo per il mancato trasferimento delle risorse economiche da parte del Ministero della Giustizia.
Ogni qualvolta un magistrato della Procura distrettuale deve recarsi in una determinata localita’ per esigenze di servizio deve, cosi’, anticipare di tasca sua i soldi necessari per l’ acquisto della benzina. Denaro il cui rimborso avverra’ quando si sbloccheranno i fondi da parte della Procura nazionale antimafia.
Un esempio concreto di questa situazione si e’ avuto il 27 marzo scorso, giorno in cui e’ accaduta la strage di Caraffa, in cui sono state uccise quattro persone. In quella occasione e’ stato il procuratore della Repubblica, Mariano Lombardi, a staccare un assegno di cento euro ed a consegnarlo ad uno degli autisti per accompagnare sul luogo della strage il sostituto procuratore distrettuale Maria Carla Sacco. Intervento rivelatosi, peraltro, ininfluente per le indagini, considerato che la titolarita’ dell’ inchiesta e’ stata assunta, ed e’ tuttora condotta, da un magistrato della Procura ordinaria, il sostituto Salvatore Curcio.
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