TERNI â Parafrasando una celebre frase che Alessandro Manzoni ha scritto nel suo romanzo âI Promessi Sposiâ potremmo scrivere: quel sabato il Catanzaro si destò⦠il Catanzaro. Ricordate quella squadra che allâinizio della gestione Giordano ha infilato tre vittorie consecutive, che ha affrontato quelle partite senza alcun timore reverenziale, che ha giocato con il cuore e ha dato il massimo in campo per onorare la maglia giallorossa e per far dimenticare al più presto ai tifosi giallorossi le delusioni subite nellâultimo anno e mezzo? Quella squadra lâavevamo persa da ben quattro partite e sinceramente credevamo di non ritrovarla più fino alla fine del campionato. Ed invece Corona e compagni sono ritornati in sé stessi e hanno sfoderato una prestazione maiuscola violando il âLiberatiâ e riaccendendo ancora una volta una tenue fiammella di speranza per riagganciare la zona play-out.
Davvero bravi i giallorossi, al cospetto di una squadra, quella guidata da Mimmo Caso che è parsa abulica e priva di idee, che non è riuscita a prendere mai seriamente in mano le redini del match e ad imbastire delle vere e proprie azioni dâattacco, grazie soprattutto alla superlativa prestazione di un Gissi ritrovato e sempre più fondamentale alla causa giallorossa.
Sarà stata lâennesima illusione? Sarà stato solo un piccolo raggio di luce? O un buon inizio della volata degli uomini di Giordano verso la salvezza? Sinceramente crediamo che ancora sia dura, molto ma molto dura. Troppi sono stati infatti i punti persi per strada durante questo girone di ritorno.
LE FORMAZIONI
Tutte confermate le indiscrezioni della vigilia da entrambe le parti. Caso e Giordano schierano in campo due speculari 4-4-2: i padroni di casa partono con Berni tra i pali; linea difensiva composta da Troise, Oshadogan, Fattori e Peluso; a centrocampo invece Galasso (lâunico a salvarsi dal naufragio rossoverde) e Rigoni sulle fasce, con Papini e il giovane scuola Juve Frara centrali; in attacco la coppia devastante (solo sulla carta però) Frick-Dionigi.
Per le Aquile invece il solito Belardi in porta; il rientrante Del Grosso e De Angelis a presidiare le corsie esterne, con Ceccarelli e Urbano (al posto dello squalificato Lekè) centrali; in mezzo al campo la coppia Gissi-De Simone con Vanin e Ferrigno pronti a sfornare cross per la testa di Corona e gli inserimenti del velocissimo Mattioli. Arbitra il signor Ciampi, coadiuvato dal signor Ghiandai di Arezzo e (udite, udite) dal signor Vicinanza di Albenga, che i tifosi giallorossi ricorderanno bene per il suo arbitraggio alquanto discutibile in quel Catanzaro-Cavese 1-2 che vide lo stesso Vicinanza aggredito alla fine di quella stessa partita.
LA CRONACA
Parte benissimo il Catanzaro, ma non è una novità . Il vero problema, tutti hanno imparato a conoscerlo, è il secondo tempo. Manovra ariosa e contropiede micidiale con la velocità di Mattioli, allâesordio dal primo minuto con la gestione Giordano, che manda in tilt la retroguardia ternana, in bambola come il resto della squadra, davvero incapace di costruire azioni degne di nota.
Azioni che invece costruisce il Catanzaro che fa male quando si affaccia dalle parti di Berni. Allâ11â bella combinazione sulla destra tra Mattioli e Vanin, con il centrocampista carioca che và al cross che viene raccolto da Ferrigno, il quale calcia in pena area di rigore e trova la pronta risposta di Berni. Nellâazione si fanno male Troise e Frara, con questâultimo che ha la peggio, rientrando con una vistosa fasciatura alla testa. Al 19â unâuscita sbagliata di Belardi fa venire i brividi ai circa 50 tifosi al seguito dei giallorossi, ma per fortuna non câè nessun giocatore in maglia rossoverde nei paraggi. Tre minuti dopo Rigoni converge sulla sinistra e calcia un insidioso rasoterra che questa volta trova pronto il pipelet giallorosso. Caso non è contento del lavoro svolto da Papini, letteralmente soppiantato in mezzo al campo da Gissi, e lo sostituisce con lâex Nazionale Under 21 Corrent. Non cambia comunque il registro dellâincontro: al 35â Corona in contropiede semina il panico tra i difensori di casa e serve Mattioli defilato sulla sinistra. Il giovane attaccante leccese restituisce il favore al bomber di Cinisi che si trova a tu per tu con Berni, ma calcia clamorosamente addosso al portiere di casa. à il preludio al gol giallorosso che arriva due minuti più tardi: altro folgorante contropiede delle Aquile, con Corona che allarga per Mattioli, che sfugge alla marcatura del suo diretto avversario e brucia Berni con un preciso diagonale. La reazione dei padroni di casa è tutta in una mezza girata di un evanescente Dionigi, bloccata senza problemi da Belardi.
Nella ripresa le Aquile, come al solito scendono giù di tono, ma il calo accusato in Umbria ha le dimensioni di una mosca, se rapportato a quelli di Torino e Brescia. Ternana di nuovo sorpresa dalla mentalità messa in campo dai giallorossi, che rischia il cappotto con un contropiede da âManuale del Calcioâ, come direbbe il grande Josè Altafini: Mattioli ruba lâennesimo pallone ai centrali rossoverdi cede a De Simone che fa il velo per Corona, che calcia a botta sicura chiamando nuovamente Berni al grande intervento. La Ternana pian piano viene fuori e chiude le Aquile nella propria metà campo. Al 57â rasoiata di Frick su punizione a lato. Al 59â sugli sviluppi di un corner Dionigi di testa costringe Belardi ad uno strepitoso intervento. Girandola di cambi: per la Ternana entrano Corvia e Candreva per Dionigi e Corrent; per il Catanzaro dentro De Sousa, Tedoldi e Miceli al posto di Mattioli (botta alla caviglia), Vanin e De Simone. I padroni di casa, prima di sparire, sfiorano il gol con il fischiatissimo Corvia, che calcia nelle mani di Urbano un pallone ciccato da Urbano. Si prospetta un finale incandescente e di sofferenza per le Aquile, ma proprio allo scoccare dellâ80â De Sousa tira fuori dal cilindro dal limite dellâarea un destro potente che sorprende Berni e va ad insaccarsi nel set. Giallorossi che così conducono in scioltezza gli ultimi minuti del match e che possono festeggiare con i propri tifosi la seconda vittoria esterna stagionale, prendendosi anche la soddisfazione di uscire dal âLiberatiâ tra gli applausi del pubblico di casa.
Pier Santo Gallo