Sono concentrate nella cerchia familiare le indagini per la strage di Caraffa, alle porte di Catanzaro, in cui sono stati assassinati Camillo Pane, la moglie Annamaria, i figli Eugenio e Maria.
Un vertice degli inquirenti e’ in corso alla procura a Catanzaro.
Sotto torchio da ieri sera un marocchino di 33 anni, sposato con una sorella di Camillo Pane, di 23 anni piu’ grande di lui, che non aveva buoni rapporti con la famiglia. Nessun provvedimento e’ stato finora assunto nei confronti dell’extracomunitario che nel passato avrebbe anche minacciato il cognato.
Il medico legale Giulio Di Mizio e i Ris dei Carabinieri hanno compiuto un sopralluogo a Caraffa dove sono stati trovati i quattro cadaveri.
Nove i colpi sparati con una pistola automatica contro le vittime. La strage sarebbe opera di professionisti e sarebbe stato preparata ed eseguita da piu’ persone. A sparare sarebbero state almeno due pistole e i cadaveri sono stati spostati.
Chi ha compiuto la strage voleva impedire che le vittime fossero ritrovate. Qualcuno potrebbe aver visto o sentito cosa e’ accaduto ieri mattina in contrada “Tre Olivare” di Caraffa. E’ stata una telefonata anonima a dare l’allarme.
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