Impressioni su una barca alla deriva, ma ancora con la terraferma nel binocolo

Un traguardo in teoria ancora possibile

Nihil sub sole
novi
. Al massimo sarebbe potuto accadere un miracolo e non è avvenuto. La squadra, a pezzi e col
morale sotto i tacchi, non fa intravedere luce
. Non è più solo un fatto
tecnico, o meglio non è più solo questo. La squadra scesa in campo contro il Brescia è una squadra scarsa, scarsissima per la
categoria, con l’aggravante di essere un gruppo di ragazzi spento e con la
testa altrove. In queste condizioni le partite non è che
non si vincono, non si giocano proprio. Per un fatto di forza tecnica, fisica,
mentale e motivazionale. Altro che storie, a Brescia non siamo mai stati in
partita. Fossero venuti a mangiare casoncelli con noi
in trattoria a Brescia saremmo stati meglio tutti, noi e loro…Gioca De Simone e De Simone gioca male, molto male (fisicamente
sta al 20%), gioca Miceli e Miceli appare inadeguato, stanco, col passo di chi
si risparmia per arrivare fino alla fine e alla fine in partita non ci siamo
più. A volte sembra quello che chiami per arrivare a
undici ma che non gioca più da un sacco di tempo. Ma
ieri neanche c’era, è innocente. Gissi che fino
all’arrivo di Giordano aveva sempre svolto il compitino, con l’avvento del
romano comincia a giocare molto bene poi si fa male e finisce la storia. Idem Greco, raccordo ideale fra centrocampo e attacco e subito
infortunato dopo un ottimo inizio
. E poi Giannone, che giochicchia e giochicchia bene salvo perdere molti palloni ma altrimenti
sarebbe più abbronzato e si chiamerebbe Liverani, e
Cordone che per scelta tecnica non gioca mai ma che forse non è il Vieira bianco. E allora? Allora
siamo scarsi. Scarsi e con poca voglia di giocare, aggiungo, perchè la
formazione andata in campo ieri, con aggiunta di una panchina non proprio miliardaria, era non solo la rosa più scarsa di
tutta la serie B, ma anche la più svogliata. E il suo
nocchiero, quel Giordano tanto spocchioso e menefreghista da apparire più
indisponente di un Capello a cui hanno appena rubato l’auto, forse ha meno
colpe di quelle che gli si vogliono attribuire.

Allena una rosa figlia di varie gestioni e fisicamente a
pezzi ( il raffronto fra prima e seconda frazione di gioco in tutte le partite
ad oggi disputate dal Catanzaro di Giordano è
eloquente).

Manda in campo forse in modo discutibile una squadra che
appare sempre meno logica di quello che potrebbe apparire agli occhi dell’osservatore,
ma probabilmente cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambierebbe,
tanto povera e abulica è la rosa a disposizione del mister.
Si parla poi di De Sousa, o Mattioli,
o Pellicori. Quisquilie, direbbe il buon Totò. Non è
quello il punto, quanto piuttosto la voglia di un gruppo di ragazzi di arrivare in classifica prima di almeno altre tre squadre,
sapendo dei propri limiti ma cercando di superarli con abnegazione e con
l’aiuto di un pubblico importante qual è quello di Catanzaro. Il cosiddetto
carattere del gruppo, che Giordano aveva forgiato all’inizio della sua
avventura ma che sembra aver perso per strada con il passare delle giornate,
insieme a un po’ di polso. Dov’è il
Catanzaro battagliero
di un mese fa? Cos’è cambiato
dal mese di marzo in poi? Le cause delle ultime, insufficienti prestazioni
vanno ricercate solo nelle assenze di Greco, Gissi e Tedoldi e nell’impiego di giocatori chiaramente fuori forma
come De Simone e De Angelis o qualcosa si è rotto
nella testa dei ragazzi? Il nostro campionato è veramente finito come sembra? E per quale motivo, visto che siamo a soli sette punti da un
eventuale poltrona (sedia, è meglio) play-out?

Io nel mio piccolo vorrei rivolgere ai ragazzi questo appello: CREDETECI, impegno, gruppo e fattore
ambientale fanno miracoli. In società litigano di continuo (è un’ipotesi, per
carità) e i dirigenti non sempre rappresentano una presenza costruttiva? Non
ricevete con puntualità (è solo un esempio) gli emolumenti che vi spettano come
da accordi? Fregatevene, arrivate fino alla fine dell’anno stringendo i denti e
chiudendo gli occhi e provateci fino allo strenuo delle forze fisiche e  mentali, questa
città ve ne sarà comunque grata. E magari avrete da
guadagnarci anche voi, anche in termini di carriera o di riconoscimenti. Sedetevi al tavolo delle trattative da vincitori, fatelo per
noi ma anche per voi.

E visto che ci siamo un messaggio
vorrei inviarlo anche al nostro tecnico: caro mister, anche a volerle dare
ragione sull’inopportunità di alcune domande rivoltele
da quando allena qui a Catanzaro (può capitare, nessuno è perfetto), la invito
comunque a pensare che nessuno è depositario del verbo assoluto, tantomeno lei, e che una maggior serenità e pazienza nei
rapporti con la stampa gioverebbe a tutto l’ambiente. Le domande che le vengono rivolte molte volte la innervosiscono, risponda che
non vuole rispondere a domande sui singoli o sulle sue scelte tecniche, è
comprensibile, ma non si innervosisca e mostri sempre rispetto per chi le parla
e la sta ad ascoltare. In fondo le fanno domande sulla formazione, mica sulla
sua famiglia o sulla sua dichiarazione dei redditi. ..da quando è a Catanzaro non l’abbiamo mai sentita dire che
ha sbagliato. Sa, a volte si apprezza anche l’umiltà di voler ammettere,
qualora ne siano stati commessi, degli errori. Ma sempre col sorriso sulle
labbra . In fondo si parla di
calcio, che anche a Catanzaro, città di santi, poeti e allenatori, è
pur
sempre un gioco…

 

Giannantonio Cuomo

Autore

Redazione

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