Carlo, racconta come hai vissuto questâestate il tuo addio al Bologna.
âà stata unâestate difficilissima, penso per tanti, sicuramente per me. Purtroppo nella società vecchia câerano due persone che non potevo assolutamente più frequentare perché secondo me hanno tenuto un atteggiamento sbagliato nei miei confronti: dopo undici anni, secondo me, dovevano comportarsi in modo diverso. Io ho aspettato molto il Bologna, tantâè vero che un giorno avevo dato la mia disponibilità a tornare; uno della società mi ha detto: ti chiamo oggi pomeriggio per poi fare le visite domani; invece sono passati successivamente dieci giorni nei quali non ho più sentito nessuno e a quel punto ho chiamato il mio procuratore al quale ho detto: cerchiamo unâaltra sistemazione. La scelta di Catanzaro è venuta fuori alla fine, quando purtroppo un mio bambino è stato ricoverato e il pediatra ha detto di portarlo al mare; nel frattempo mi ha chiamato il direttore Martino, una persona fidata, e mi ha detto che a Catanzaro câera un progetto importante: una salvezza tranquilla ed eventualmente puntare alla Serie A lâanno successivo. Fare unâesperienza al sud a 34 anni mi è sembrata una soluzione interessante e con grande entusiasmo ho preso quella decisione, rifiutando tra lâaltro altre squadre. Poi però è successo quello che è successo: andato via Martino, a Catanzaro ho avuto dei problemi con la dirigenzaâ.
Qualcosa ti riporta sempre a Bologna, però…
âA Catanzaro un massaggiatore mi disse: tu sei venuto qui fisicamente, ma la testa non lâhai qui. Probabilmente aveva ragione: uno dopo undici anni fa fatica, soprattutto alla mia età , a cambiare ambiente. E secondo me era giusto che terminassi la carriera quiâ.
Come stai? Venerdì puoi giocare?
âSì, penso di sì. Io sono stato messo fuori rosa a Catanzaro dopo lâammonizione di Catania che ha fatto scattare la squalifica proprio per la partita contro il Bologna. Quellâammonizione è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della mia situazione a Catanzaro, però sto bene e fino a quel momento avevo giocato regolarmenteâ.
Cosa ti è mancato di Bologna in questi mesi?
âLâambiente, il modo di vivere. Anche se, pur nella sua difficoltà , quella di Catanzaro è stata unâesperienza bellissima, molto importante per me come personaâ.
Consigli al Direttore Zaccarelli qualcuno dei tuoi ex compagni?
âPenso che il Direttore li conosca. Io ho imparato a conoscere ancora meglio una persona che qui ha fatto bene: Andrea Sussi; è diventato un grande amico: abbiamo condiviso tre mesi difficili a Catanzaro, con lui la vecchia gestione del Bologna non si è comportata benissimo. Ora lui è fuori rosa a Catanzaro e sta cercando squadraâ.
Stralci dell’intervista apparsa su www.bolognafc.it