Un ragazzo di appena 14 anni è stato aggredito e picchiato in pieno centro a Lamezia Terme da quattro ragazzi. Il fatto è avvenuto dietro il corso Giovanni Nicotera, vicino al Teatro Grandinetti, luogo di ritrovo della maggior parte dei giovani lametini. L’aggressione, secondo quanto hanno riferito i testimoni che hanno assistito, sarebbe scaturito da una lite tra due giovani. A supporto di uno dei due, sono però intervenuti altri tre ragazzi, tutti maggiorenni, a discapito del minore.
Gli aggressori hanno ripetutamente picchiato il ragazzo, colpendolo con calci allo stomaco e pugni in viso. Hanno inoltre più volte sbattuto la testa del ragazzo al muro. Il ragazzo ha riportato un trauma cranico e aveva inoltre il volto tumefatto e sanguinante. Intorno alla rissa c’erano tanti giovani e adulti, ma nessuno è intervenuto per soccorrere il minore. Solo alcune ragazze, tutte minorenni, imprecavano i quattro teppisti di lasciare stare la vittima.
Un passante, vedendo quello che stava accadendo, ha avvisato la polizia che però, quando è giunta sul posto, non ha trovato gli aggressori. I primi soccorsi il ragazzo, in evidente stato di shock, li ha ricevuti da alcune ragazzine che hanno cercato di tamponare il sangue che fuoriusciva dalla bocca. Sul posto sono arrivati anche i sanitari del 118, ma il ragazzo era stato già accompagnato al pronto soccorso.
”E’ difficilissimo pensare di debellare la mafia quando l’indifferenza regna sovrana finanche in presenza di un minorenne pestato a sangue in mezzo a una folla che ha preferito godersi lo spettacolo piuttosto che intervenire”. Lo afferma il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, in merito al ragazzino picchiato.
Secondo Marziale ”quanto accaduto è psicologicamente spiegabile attraverso un’inaccettabile riprova sociale di stampo omertoso che condiziona reciprocamente l’agire, o il non agire, degli astanti. Ma, dal punto di vista civico si tratta di una vergogna che potrebbe e dovrebbe essere stigmatizzata dall’amministrazione comunale del luogo, magari con il conferimento di un riconoscimento civile alle quattro ragazzine che, invece, hanno sfidato paura e disinteresse collettivo intervenendo in soccorso del malcapitato”.
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