Se non ricordo male era una domenica di play off disputata al âCeravoloâ dal Magico contro il Benevento.
Questo era lo striscione di una maestosa coreografia in curva ovest, coreografia che tra lâaltro impressionò noi stessi tanta era la sua bellezza. Ebbene sì, dopo lâultima sconfitta del Magico in terra emiliana questo è lo slogan che deve apparire nel nostro cuore e nella nostra mente. Portarlo dentro di noi e con noi fino a giugno, cioè fino alla fine del campionato.
Ma, come diceva Lubrano, la domanda sorge spontanea: si è disposti a riprendere la nostra storia? Si è disposti al sanguinis effusione? Si è disposti a versare altro sangue? Si è disposti a contribuire alla rinascita della nostra beneamata società che per anni ci ha dato lustro e onore di essere catanzaresi nellâItalia calcistica e sportiva? Bene, queste sono le domande che mi faccio e che voglio fare a tutti gli amanti del Catanzaro.
Nellâultimo anno ne abbiamo viste di tutti i colori, di cotte e di crude. Problemi societari tra la maggioranza e la minoranza, problemi di caratura tecnica, di giocatori inutili, di esoneri di allenatori e di interi staff tecnici.
Ora basta! Sbagliare è umano, perseverare è diabolico!
Si facciano da parte tutti i componenti di questa società e lascino la porta spalancata a forze fresche sia manageriali che economiche.
Perché il Catanzaro è una cosa seria. Perché il Catanzaro non è di chi lo dirige ma di chi lo ama e lo sostiene con sforzi enormi. Si prenda esempio da chi da anni non conosce le domeniche, non conosce il tempo libero, non sta con la famiglia, con la donna che ama, con i propri figli per seguire il Catanzaro con affetto e costanza, in lungo ed in largo, per lâItalia intera.
E allora, Parente, Princi, Mirante, Procopio e Poggi vergognatevi! Andate a casa perché, lo ripeto, il Catanzaro è una cosa seria! Abbiamo bisogno di gente seria, di gente dotata soprattutto di amore per questa società e per questa squadra.
Martino vergogna, invece di studiare Catanzaro ed i catanzaresi sarebbe meglio che studiasse il mercato perché, qualora se lo fosse dimenticato, lâU.S. Catanzaro è storia.
Sgromo si vergogni anche lei perché una città capoluogo come la nostra ha bisogno di impianti sportivi e di uno stadio che sia culla e casa di civiltà e sport.
Infine, non me ne voglia nessuno, si vergogni anche Corona perché come Re io riconosco solo Carlo V e Massimo Palanca. Il consiglio che mi permetto di darle è quello di iniziare, da oggi, a fare il vassallo o il servo della gleba e prendere per mano la squadra per portarla alla salvezza.
Ai miei concittadini ed ai tanti tifosi lontani voglio ricordare, infine, una cosa onorevole: essere italiani è un onore, essere catanzaresi è un privilegio di pochi.
Giuseppe Pisano