Il tifoso comune, quello che soffre per le sorti del Catanzaro, paga il biglietto, magari brucia i risparmi pur di seguire la squadra in giro per lâItalia, cambia umore in base al risultato di una partita, a volte cambia anche data al proprio matrimonio pur di non mancare al Ceravolo, ebbene questo tifoso comune merita rispetto. Quello che sta accadendo negli ultimi mesi, invece, va nella direzione opposta. E allora corre lâobbligo di far capire alcune cose a chi non ha la fortuna di avere lâamico dellâamico dellâamico che gli svela i piani segreti della società giallorossa. Il direttore generale Gabriele Martino lunedì ha convocato una conferenza stampa per chiamare a raccolta i tifosi (il succo del discorso è ârestiamo uniti o salta tutto il cucuzzaroâ), ma soprattutto ha annunciato il prolungamento del contratto a Sergio Buso.
Perché, si sono chiesti i tifosi comuni? In fin dei conti ogni allenatore sa bene che le sue fortune sono legati ai risultati e in questo momento quelli del Catanzaro non sono brillantissimi. Tutto vero, resta il fatto che neppure Alonso, fresco iridato in F1, saprebbe pilotare al successo una macchina priva di benzina. Ecco, il signor Sergio Buso ha accettato di venire a Catanzaro, con uno stipendio irrisorio, quando questa macchina non aveva neppure il volante (solo sette giocatori sotto contratto), ha con pazienza aspettato che la società assemblasse tutti i pezzi, non ha protestato quando i rinforzi promessi ritardavano sempre di più mentre gli svincolati si accasavano in altre città , non ha fiatato quando alla prima giornata di campionato ha dovuto fare i conti con una rosa risicata (De Simone difensore!), non ha minacciato dimissioni quando la proroga del mercato si è conclusa senza botti (e neppure un tric-trac). Il signor Buso in tutto questo tempo ha lavorato sodo per il bene del Catanzaro, cercando di dare unâidentità a un gruppo costruito a scatti (inevitabile la precaria condizione fisica di molti giocatori). Certo, qualche scelta dellâallenatore giallorosso non ci ha convinto appieno: un atteggiamento troppo rinunciatario fuori casa, la poca predisposizione a utilizzare la panchina (ci piacerebbe vedere Mattioli in campo non solo a gara compromessa), lâinsistenza ai limiti del masochismo su alcuni uomini (specie a centrocampo), altri sono ignorati senza motivo (Russo, ad esempio, gode di ottima stima ed è lâunico giocatore del Catanzaro a poter svolgere il ruolo di regista, mentre siamo pieni dei cosiddetti âsvangatoriâ), la mancanza di suggerimenti a Corona che continua a sfiancarsi in inutili coperture a tutto campo che gli fanno perdere lucidità in fase di realizzazione, lâeccessiva paura di perdere trasmessa alla squadra. Insomma, Buso come qualsiasi persona, può aver commesso degli errori, ma farlo passare come lâartefice principale dei risultati negativi, significherebbe rovesciare la verità e dare in pasto alla gente un capro espiatorio.
Il guaio è che se non fosse stato per Martino tutto questo scenario sarebbe diventato realtà . Caro tifoso comune, tre quinti della nostra società dopo la sconfitta di Trieste si è riunita per trovare soluzioni alle falle aperte da tempo nella nave giallorossa. E che cosa hanno pensato di fare? Assumersi le responsabilità di una gestione precaria e con poche risorse economiche, magari andando in televisione per illustrare ai tifosi gli scenari futuri (ma per caso il famoso progetto quinquennale aveva a che fare con la scadenza delle elezioni politiche?), spiegare come mai i due soci della minoranza (Princi e Procopio) abbiano deciso di defilarsi lasciando oneri e onori alla maggioranza, rendere conto delle reali potenzialità di cassa (è vero, ad esempio, che fino a oggi ai giocatori non siano stati pagati gli stipendi?), chiarire i vari ruoli (non basta un organigramma pubblicato quasi in modo carbonaro sul sito Internet della società ), parlare del bilancio che rischia di non essere approvato a fine ottobre, discutere del problema stadio (e qui il Comune dovrebbe gettare le maschera rendendo chiare le intenzioni al di là delle tante inutili parole) e di come sia possibile che il Catanzaro non abbia uno sponsor o ci siano abbonati ancora costretti ad entrare al Ceravolo con un pezzo di carta. O una minima politica di marketing: emblematica la scelta della radio che trasmette in esclusiva le partite del Catanzaro, non vogliamo dare giudizi di merito ma ci limitiamo a registrare le proteste (tantissime) dei tifosi giallorossi. Resta vergognoso, invece, il buio totale su Internet: sei partite non sono bastate per riuscire a trasmettere la radiocronaca anche on-line.
Insomma, nella riunione si è parlato di tutto questo? No. La società , caro tifoso, ha pensato bene di trovare uno scudo per pararsi dagli attacchi. E visto che per nostra fortuna lâassalto alla diligenza Martino era andato miseramente a vuoto (remember lâassegno in bianco), hanno cambiato obiettivo. Fuor di metafora: nella riunione post Trieste era stato deciso lâesonero di Buso. Con quali motivazioni? Semplice: la squadra è forte e se non va bene la colpa è del tecnico. Una teoria che fa a pugni con la realtà . E che Martino si è rifiutato di avallare. Non solo, per dare un segnale a tutti (società , tifosi, squadra) ha scelto con grande responsabilità la strada opposta: rinnovo di fiducia al tecnico, blindato da un altro anno di contratto.
Questo è il quadro in cui dobbiamo inserire un campionato di sofferenza alla ricerca di una salvezza possibile, se si eviteranno colpi di testa. Aspettando, caro tifoso, che il futuro ci riservi una società in grado di gestire (non solo dal punto di vista economico) la serie B, per puntare poi a traguardi importanti.
L’ESONERO RIENTRATO E IL RISPETTO DIMENTICATO
Lâeditoriale di Francesco Ceniti