Documento senza titolo
Editoriale
Gialli
di rabbia, rossi di vergogna
Non aspettateVi
in queste righe l’ennesimo resoconto delle nefandezze accadute negli ultimi
tempi. Recite, accuse, comunicati, scioperi, attese, conferenze stampa e messe
in mora ci hanno letteralmente disgustato. Credevate forse di avere visto o
vissuto il peggio in questo inferno della quarta serie? Risposta sbagliata.
I capannelli di ‘speranza disperata’ davanti alle sedi di notai
e commercialisti sono ormai patetici corsi e ricorsi stagionali. Sotto la canicola
estiva o vicini allo ‘zero’ invernale la triste sorte di questo
sfortunato popolo giallorosso sembra non conoscere sollievo, costretto com’è
a spulciare periodicamente i trattati di diritto commerciale ed il codice civile
alle voci diritto di opzione e ricapitalizzazione, senza dover tornare alla
famigerata ‘manleva’.
Si avvicendano le dirigenze e sempre più riprovevole diventa la nobile
storia del calcio catanzarese.
La polveriera societaria (maggioranza Mancuso-minoranza Parente-Poggi) è
scoppiata, e come al solito le schegge hanno colpito tifosi, giocatori, dignità
ed immagine di questa Città. In una perfida partita a scacchi che si
protrae da mesi i soci dell’Uesse si danno battaglia tirando a destra
ed a manca. Ma stavolta il dado è tratto ed a meno di clamorosi dietrofront
non si potrà più tornare a convivere neppure da separati in casa.
Complice il folkloristico duetto Tallarida-Signifredi, giunto al rendez vous
decisivo senza il becco di un quattrino pur essendosi già calati nelle
vesti dei nuovi padroni del vapore, gli equilibri interni si sono irrimediabilmente
compromessi. Anche le annunciate dimissioni di Mimmo Cavallaro, corretto e leale
presidente in carica fino a qualche giorno fa, vogliono dare uno scossone robusto
alle posizioni delle parti. Tutto avviene come al solito tra la grande trepidazione
dei tifosi, uniti -soprattutto quelli lontani- dal filo globale delle nuove
frontiere informatiche. Dagli schermi di un computer tutto cio’ che in
altri tempi sarebbe stato conosciuto solo l’indomani sulle pagine dei
soliti giornali o tutt’al più in serata dagli schermi televisivi,
viaggia on line quasi in contemporanea. E la passione si accende, di domenica
come di mercoledì, di mattino come di pomeriggio. Quando questo numero
entra in tipografia si è appena consumato uno dei tanti misfatti degli
ultimi anni. Due avventurieri che al momento non hanno inteso comunicare pubblicamente
la propria versione dei fatti, hanno millantato credenziali inesistenti e soci
finanziatori (Gioele Cavallaro) che ancora si dicono indecisi (!!!) dopo oltre
un mese di presunte trattative. Trattative farsesche! Intanto il campionato
va avanti e la squadra non ha interlocutori. La campagna acquisti è stata
una chimera e buon per noi che sia arrivato in precedenza un ottimo centravanti.
Il futuro è nebuloso e nella migliore delle ipotesi continueremo a mangiarci
le mani dopo aver ‘divorato’ l’occasione di un altro campionato
che si poteva vincere in scioltezza, anche da febbraio in poi. Pessimismo bieco?
Realismo terra terra? Non ci sono più parole per descrivere gli stati
d’animo di una sana passione, repressa da individui di poco conto.
Ancora una volta dobbiamo sperare nell’imponderabile , in un colpo di
scena che dia ‘conforto’ e nuove speranze. Avvilisce il silenzio
delle Istituzioni. In altre circostanze sindaci, presidenti, assessori e politicanti
vari si avvicendavano al proscenio a colpi di dichiarazioni di reale sostanza
o di puro stampo elettoralistico. Stavolta nulla. E, credeteci, il fallimento
della trattativa-farsa ha depresso financo la nomenklatura imprenditoriale della
Catanzaro-bene. Ma non certo per la crisi della società, quanto perché
i nomi dei ‘soliti noti’ sono tornati prepotentemente nelle invettive
sacrosante della gente comune, che ne reclama un coinvolgimento moralmente doveroso
ma da anni mai neppure accennato. Mah, è vero: tifosi si nasce; im…prenditori
si diventa.
Mentre al ‘Flaminio’, in uno stadio vero, torna un Catanzaro giallo
di rabbia e rosso di vergogna.
Nico De
Luca
Bar
dello Sport – NIGHT & DAY (Catanzaro Lido)
di Massimiliano Raffaele
1) Se dovesse rivolgere
una sua personale e diretta riflessione verso Mancuso, cosa gli direbbe?
2) Nella speranza (recondita) di un cambio societario, quale messaggio alla
nuova dirigenza?
LUIGI BILOTTA
1) Caro presidente o ex
presidente, lei ha fatto il suo dovere, ora è pero giusto che al vertice
dell’US Catanzaro si cambi; non è stato in grado di mantenere le
promesse fatte in passato, ad iniziare dalla famosissima dichiarazione “In
quattro anni vi porterò in serie B.”
2) Speriamo che possiate farci finalmente rinascere. Ciò che manca veramente
a Catanzaro, è innanzitutto un po’ di serietà e poi tanta
voglia di vincere.
LEO SESTITO
1) Non mi è mai piaciuto
fin dall’inizio. Non è certamente in grado di poter prendere in
mano una squadra di calcio e poi le promesse di raggiungere la serie cadetta
in quattro anni che fine hanno fatto?
2) Ormai sono tanto deluso dalle precedenti gestioni degli ultimi quattordici
anni che spero soltanto che non facciate promesse fuori luogo! Basta un po’
di umiltà e tanta, tantissima professionalità.
PAMELA INFUSINO
1) Signor Mancuso, in cuor
mio sono profondamente delusa. Ha preso in giro tutta la tifoseria me compresa,
e questo non mi va sicuramente giù.
2) Io sono ottimista. La crisi è una rottura di un equilibrio e ne segue
un periodo migliore o peggiore. A questo punto credo che peggio di così
non si possa andare perciò…! A chiunque prenderà in mano
l’US Catanzaro non mi resta che fare un “in bocca al lupo!”.
MAURIZIO FALBO (aiuto cuoco)
1) E’ inutile rivolgere
un messaggio direttamente al sig Mancuso. E’ dal 1991 che qui a Catanzaro
sbagliano tutti e ci hanno portato in basso. Ora vedere gli altri tifosi calabresi
esultare per le vittorie della propria squadra mi provoca tantissima amarezza,
qualcuno deve riscattarci.
2) Cara dirigenza, serve un notevole salto di qualità. Specialmente qui
a Catanzaro Lido, la squadra di calcio sta pian piano scomparendo dai pensieri
dei cittadini. E’ stato chiuso il club giallorosso e se ne vedono sempre
più dedicati a squadre di serie A. Riportateci in alto!
FLAVIO CELIA
1) Caro signor Mancuso,
non mi sarei mai aspettato di vedere un Catanzaro in così cattive acque,
e la colpa di tutto ciò è in gran parte sua. La sua solidità
economica ci avrebbe permesso squadre altamente competitive e invece ci ritroviamo
quasi a dover lottare per la salvezza. Ha fallito in tutto e spero sia assuma
le sue colpe.
2) A chiunque siederà sulla poltrona dell’US Catanzaro non posso
che pregarlo di far bene. Credevo che Mancuso, quando rilevò la squadra
il 20 Luglio 1999, avrebbe potuto portarci in alto invece nulla. Ora non mi
fido più di nessuno! Spetta a voi conquistare il cuore di noi tifosi.
GENNARO SANTILLO
1) Signor Mancuso, mi dispiace
dirlo, ma è stato soltanto un incapace in materia calcistica; ma la cosa
che più mi rammarica è il suo spirito di non tifoso. Mi dispiace
dirlo ma ha fallito!
2) Cosa dire? Buon lavoro nella speranza che si possa finalmente respirare aria
di promozione e di successo. E’ da decenni che mancano queste gioie a
Catanzaro, ora è il momento di costruire in modo vincente il futuro.
Noi tifosi siamo sempre presenti nel sostenere dirigenza e giocatori in quest’ardua
impresa.
Le
Partite del Mito
La
più bella impresa della storia giallorosa
4
marzo ’79: Roma-Catanzaro 1-3
La gioia per la terza promozione nella massima serie, ottenuta a giugno, era
stata archiviata in fretta. Le due precedenti esperienze in serie A, conclusesi
con altrettante immediate retrocessioni, avevano insegnato che non bisognava
adagiarsi sugli allori, era necessario approntare una squadra che potesse stabilmente
figurare nell’olimpo calcistico. Nel luglio 1978, l’Avvocato Ceravolo
si assicura prima di tutto un ottimo allenatore, Carletto Mazzone, ed un Direttore
Sportivo di provata esperienza: Piero Aggradi. In società, intanto, avvengono
i primi movimenti che preluderanno all’avvento, l’anno successivo
di Adriano Merlo. Il trio Ceravolo-Mazzone-Aggradi si presenta all’Hilton
di Milano, sede del calciomercato, intenzionato a compiere uno sforzo senza
precedenti. L’allenatore ottiene quanto desidera: vengono ingaggiati due
forti difensori provenienti dal Milan, Sabadini e Turone, un vero lusso. Un
altro difensore, Menichini, viene prelevato dalla Roma. Il portiere Pellizzaro,
tra gli artefici delle ultime due promozioni, viene sostituito con Mattolini.
Infine viene acquistato un regista di centrocampo: Orazi. La fase eliminatoria
di Coppa Italia serve a saggiare la qualità della squadra. Il turno viene
agevolmente superato grazie alle vittorie contro il Lecce (3-1), a Foggia (2-1),
con la Spal (4-0), ed il prestigioso pari a San Siro contro il Milan (2-2).
Per la cronaca, in coppa si arriverà fino alla semifinale contro la Juventus,
con Massimo Palanca che risulterà il capocannoniere assoluto della competizione.
Il campionato conferma la bontà della squadra, la quale si assesta immediatamente
a centroclassifica. Prima della ventesima giornata, la formazione giallorossa
aveva infatti collezionato quattro vittorie, dieci pareggi e cinque sconfitte.
Il 4 marzo 1979 il Catanzaro si reca all’Olimpico per affrontare la Roma.
Le due formazioni sono separate da un solo punto in classifica, 17 quelli della
Roma contro i 18 del Catanzaro. E’ una gara sentitissima, soprattutto
da Carletto Mazzone, “romano ‘de Roma” e grande tifoso della
formazione capitolina. In una bellissima giornata, quasi primaverile, lo Stadio
Olimpico risulta praticamente gremito: ben 65.000, infatti, gli spettatori presenti.
La rappresentanza catanzarese è numerosissima: almeno in cinquemila unità
sono assiepati in curva nord. Sugli spalti è tutto uno sventolio di bandiere
giallorosse, colori sociali di entrambe. Il Catanzaro deve rinunciare ad entrambi
i pezzi pregiati della difesa: Turone, alle prese da tempo con una fastidiosa
pubalgia, e Sabadini, che si accomoda in panchina in quanto in non perfette
condizioni fisiche. Carletto Mazzone è comunque temerario e schiera due
punte. Questa la formazione: Mattolini, Ranieri e Zanini, Menichini, Groppi
e Nicolini, Braglia, Orazi, Renzo Rossi, Improta e Palanca. L’allenatore
dei giallorossi capitolini, Ferruccio Valcareggi, manda invece in campo: Conti,
Chinellato e Rocca, De Nadai, Spinosi e Santarini, Borelli, Di Bartolomei, Pruzzo,
De Sisti e Giovannelli. Una sola punta, quindi, per la squadra di casa. La partita
inizia con il Catanzaro che fa capire subito le sue intenzioni: dopo appena
cinque minuti Nicolini conquista il primo calcio d’angolo. Il punto di
battuta è quello congeniale a Massimo Palanca: dalla destra e proprio
sotto il settore dei tifosi catanzaresi. De Sisti è piazzato sul primo
palo mentre il portiere Conti presidia il centro della porta. Grazie ad uno
schema provato tante volte in allenamento, Claudio Ranieri si piazza anch’egli
davanti al primo palo con lo scopo di disturbare i difensori romanisti. Palanca
prende una breve rincorsa e grazie all’effetto che imprime al pallone,
lo stesso, dopo una traiettoria davvero imprevedibile, si infila direttamente
in rete sul secondo palo: una vera magìa. Esplodono di gioia i tifosi
catanzaresi ed ammutoliscono quelli di casa, increduli di quanto hanno visto.
Si riprende il gioco con la Roma ancora stordita ma che tenta comunque una timida
reazione. Trascorre un quarto d’ora senza grossi sussulti ed al 22°
Rocca, il terzino della nazionale, si invola in una delle sue classiche folate
offensive. Appena entrato in area, spalla a spalla con Ranieri, cade giù.
Per l’arbitro, il signor Reggiani di Bologna, è rigore. Inutili
le proteste di Ranieri che afferma di non aver nemmeno toccato Rocca. Il tiro
dal dischetto è battuto da Agostino Di Bartolomei, morto purtroppo suicida
qualche anno fa, che infila Mattolini con un tiro forte e centrale: 1-1. Il
Catanzaro non ci sta e riprende ad attaccare senza comunque pungere eccessivamente.
Si distingue Renzo Rossi, autore di ubriacanti dribbling. Si giunge al 38°:
la difesa romanista è in possesso del pallone, Spinosi, pressato dai
centrocampisti avversari, decide di allungare indietro il pallone. Palanca capisce
le intenzioni e si avventa sulla sfera, anticipando Chinellato e Santarini.
Conquistato il pallone, il numero undici giallorosso guarda il piazzamento di
Conti e lo infila con un forte sinistro. Ancora rete ed ancora esultanza del
popolo catanzarese presente. Finisce il primo tempo con il risultato di: Catanzaro
2 Roma 1. Nel secondo tempo Valcareggi manda in campo la seconda punta, Ugolotti,
al posto dello stordito Spinosi. Nei primi venti minuti la Roma esercita una
forte pressione concretizzata con due forti tiri di Di Bartolomei magistralmente
respinti da Mattolini. Naturalmente il Catanzaro ha più spazio per il
contropiede, ed è proprio in una azione di rimessa che Zanini, conquistata
la palla a centrocampo, vede solo Palanca al limite dell’area. Immediato
e preciso il passaggio per ‘O Rey che, di destro, infila agevolmente Conti
per la terza volta. Stavolta l’esultanza diventa tripudio. La Roma è
ormai stordita ed incapace di reagire. Il nervosismo porta all’espulsione
di Santarini per fallo di reazione su Zanini, mentre Sabadini entra in sostituzione
di Braglia. Addirittura è il Catanzaro a sfiorare la quarta segnatura
con Nicolini che colpisce il palo a portiere battuto. La gara termina con il
risultato di 3-1. Una vittoria prestigiosa, forse la più bella di tutti
i tempi ottenuta dal Catanzaro in trasferta e che lo proietterà al sesto
posto in classifica, a ridosso delle grandi.. E’ anche la vittoria che
consacrerà definitivamente Massimo Palanca. Quel giorno sarà coniato
l’indimenticabile coro: Massimè, Massimè, pari ‘na
molla, pari ‘na molla!
Claudio
Pileggi
Motori
– Una raffica di proposte per l’anno nuovo
Compatte
o grandi, sportive o familiari, le auto che nel 2003 affolleranno le strade
italiane saranno comunque originali, sfiziose, adatte ad ogni esigenza e ad
ogni gusto. Se è vero che il mercato delle automobili è in crisi
è altrettanto vero che gli acquirenti non hanno mai conosciuto un periodo
così ricco di proposte come quello che sta per iniziare. La sfida delle
case si giocherà sull’estetica dei modelli prima di tutto, poi
sulla qualità dei componenti e sulla finitura. Sarà l’anno
del trionfo dei piccoli, accessibili ed economici, diesel e delle compatte “strane”
e polivalenti. Sulla dirittura d’arrivo dei motori a gasolio, oltre a
quelli già commercializzati, il Jtd 1.3 70 cv Fiat che sarà montato
anche su Opel, Suzuki e Lancia; la Toyota presterà il suo 1.4 D-4D alla
Mini Bmw, mentre la Nissan introdurrà nel listino i nuovi modelli con
il propulsore 1.5 Crd made in Renault.
Sicuramente faranno tendenza le piccole simpatiche e stravaganti Ford Streetka,
roadster derivata dalla KA; Citroen C3 Pluriel, mix di automobili in 3,80 metri,
trasformabile da berlina in coupè, pikup e roadster; Smart roadster e
cupé, con motore turbo 700 centimetri cubici da 82 cv, unite da un comune
denominatore: il prezzo “accessibile” (15mila euro) e destinate
ad un pubblico giovane. Per il popolo delle quattroruote non passeranno inosservate
la nuova Volkswagen Golf, la cui commercializzazione è prevista nel secondo
semestre. Mancano invece tre mesi all’uscita della nuova Audi A3, sempre
più grande e d’elité. La Fiat giocherà invece le
sue carte con la nuova Panda, stile semplice ed essenziale, con la Punto, rinnovata
negli allestimenti e nel frontale e con la Punto monovolume. Si rifà
il look anche la Renault Scenic monovolume, che riprende le linee spigolose
e trasgressive degli altri modelli della casa francese, in vendita a giugno.
Promettono bene anche la Nissan Micra e la nuova Lancia Y, dalle linee inconsuete
e che dovrebbero recuperare il consenso del pubblico, in particolare di quello
femminile: la prima è comunque già in vendita, la seconda è
attesa per luglio.
Tra le berline del segmento “E superiori” la novità più
attesa è la Bmw serie 5, completamente rinnovata e dalla quale si attende
un altro boom come quello avvenuto con la versione che sta per essere sostituita.
Continueranno secondo le previsioni a mietere successi invece la Citroen C3,
inconsueta e sbarazzina espressione di stile automobilistico, che sarà
affiancata da un’altrettanto originale sorellina, la C2, anch’essa
destinata al successo e la Ford Fiesta, meno stravagante ma molto conveniente
all’acquisto. Si riconfermerà un must il piccolo gioiellino Bmw
Mini, presto disponibile diesel, che farà impennare le richieste.
Francesco
Anfosso
A
tu per tu
SGROMO,
L’AVVOCATO DIFENDE L’ASSESSORE
Il delegato
allo Sport della Giunta Abramo, chiamato ‘in causa’ nelle vicende
più scottanti, parla dei lavori al Ceravolo, del manto erboso, dello
stadio di Lenza e dei rapporti fra Comune e U.S. Catanzaro.
“Non è vero che siamo stati negligenti disinteressandoci del “Ceravolo”.
Dice il falso chi ci accusa di “assenteismo” nella faccende, travagliate,
del Catanzaro.” Tony Sgromo, assessore allo Sport del Comune, non ci sta
a subire le accuse di chi ha criticato gli amministratori per le pessime condizioni
del manto erboso sul quale si è disputata l’ultima gara casalinga
dei giallorossi; né accetta le critiche per il presunto disinteresse
dimostrato verso il futuro della società di via Jannoni. Afferma, al
contrario, che il Comune “è stato sempre attento al proprio stadio”
e che ha sempre cercato di “sostenere le sorti della squadra di calcio”.
Assessore, è innegabile che il campo, domenica, fosse ai limiti della
praticabilità. Come intende intervenire?
“Bisogna prima di tutto ricordare che i drenaggi del manto erboso sono
vecchi di trent’anni. Negli ultimi due sono stati fatti interventi continui
su entrambe le fasce laterali. Quest’anno non abbiamo però fatto
in tempo a liberare i drenaggi del lato “distinti” e ciò
ha causato le difficoltà che si sono viste. Comunque è già
intervenuto il nostro operaio addetto alla manutenzione del “Ceravolo”.
Inoltre abbiamo chiesto all’Amministratore delegato della “Catanzaro
Servizi” altri due suoi dipendenti per accelerare i tempi e risolvere
il problema”.
Oltre al manto erboso, la condizione degli spogliatoi è indecente. Anche
qui è previsto un intervento del Comune?
“I nostri tecnici sono già all’opera per rendere fruibili
soprattutto gli spogliatoi della squadra ospite e del settore giovanile. Qui
paghiamo le conseguenze di lavori fatti male visto che le infiltrazioni d’acqua
che rendono umido tutto l’ambiente, dipendono dall’assenza di guaine
nel settore “distinti”, che fa da tetto”.
Quanto ancora si dovrà aspettare per vedere realizzato il nuovo “Ceravolo”?
“Non posso dare una data sicura, ma sono convinto che alla fine di questo
campionato cominceremo a realizzare le due curve. Stiamo percorrendo due strade
per ottenere i finanziamenti. La prima riguarda la Regione, che anzi sollecito
a una maggiore attenzione per i problemi dell’impiantistica sportiva nella
città capoluogo. Il nostro Comune ha partecipato al bando per ottenere
i “residui” di Italia ’90 da destinare alla nuova struttura.
La seconda è stata invece intrapresa con il Credito sportivo. Prima è
però necessario acquisire l’area – che comprende anche il palasport
di via Paglia – di proprietà del demanio. Una pratica finalmente sbloccata.
Non appena arriverà la comunicazione ufficiale, diventeremo proprietari
e così, dopo i tempi tecnici indispensabili per i bandi e le gare d’appalto,
partiranno i lavori. Abbiamo in mente un progetto da venti miliardi di lire
che consentirà di realizzare, a Catanzaro, uno stadio moderno e funzionale”.
Un altro impianto, da poco realizzato, è già ridotto in pessime
condizioni: lo stadio di località Lenza. Che cosa prevedete per questa
struttura?
“Abbiamo approvato un progetto di manutenzione per oltre 25mila euro.
La gara sarà bandita per metà marzo. Tuttavia sarà necessario
dare la gestione dell’impianto a “esterni”, in modo da avere
un controllo maggiore dell’impianto, non sempre utilizzato da gente civile,
visto che gli spogliatoi sono stati in pratica distrutti”.
E’ vero che il Comune ha ridotto a un terzo l’ultima tranche della
sponsorizzazione prevista per l’Us Catanzaro?
“Non è vero. Quando il presidente Mancuso ha preso la squadra,
l’ente si è impegnato a sponsorizzare il Catanzaro per tre anni,
versando un contributo di un miliardo di lire. Le prime due tranche sono state
erogate regolarmente. Per l’ultima si era pensato a un accordo con la
società, da concretizzarsi con dei lavori da fare allo stadio. Lavori
che l’Us Catanzaro non ha realizzato, forse per intoppi burocratici. Abbiamo
tuttavia quasiazzerato i debiti nei confronti del Comune, trecento milioni di
lire, prevedendo una sponsorizzazione di centocinquanta milioni”.
Che idea si è fatto della vicenda societaria?
“Il mio auspicio è che ognuno si assuma le proprie responsabilità
per il bene di una squadra sempre amata, che non deve assolutamente scomparire.
Le istituzioni continueranno a fare la loro parte, appoggiando chiunque decida
di lavorare per la rinascita dei giallorossi”.
Davide Lamanna
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