Avversario di turno

Gli orfani di Calaiò a caccia della salvezza

Il Pescara di Simonelli cercano punti importanti contro il Catanzaro e la tradizione sfavorevole

Catanzaro
arbitro della salvezza nei prossimi quattro giorni. Ormai semi-disperati, al
pari di Venezia e Crotone, i giallo-rossi si
apprestano ad affrontare due trasferte consecutive sui campi di Pescara e
Arezzo, le due squadre che attualmente disputerebbero lo spareggio salvezza.
Domani sera il Catanzaro sarà impegnato allo
stadio “Adriatico”, dov’è atteso dopo quasi quindici anni,
forte di una tradizione abbastanza favorevole. Il Pescara si presenta alla
sfida in serie negativa, reduce da una stagione tribolata ma finora ben
condotta da Simonelli, confermato sulla panchina
adriatica nonostante un campionato difficile. Una
continuità tecnica che potrebbe portare gli abruzzesi fino al traguardo
della salvezza.

IL
CAMPIONATO
– Tre sconfitte in
apertura di campionato, tre sconfitte nelle ultime tre partite.
In mezzo una serie di risultati in piena media salvezza, obiettivo ancora ampiamente alla portata del
Pescara. Gli abruzzesi hanno navigato per tutta la stagione in coda alla
classifica, rimanendo però aggrappati al treno
delle squadre che lotteranno in questo finale di stagione per evitare la
retrocessione. La rivoluzione dell’organico, operata nei mesi estivi, ha creato
evidenti problemi di amalgama a inizio stagione, anche
se la conferma di Calaiò (ventuno gol l’anno
scorso, sei nel campionato in corso) ha nascosto molte carenze tecniche. Nelle
contrattazioni di gennaio, poi, il bomber bianco-azzurro è diventato il
pezzo pregiato del mercato, inseguito da molte società e ceduto, infine,
al Napoli. Dalla Campania sono arrivati in cambio Varricchio (già tre gol in nove partite) e il baby Pozzi, giovane promessa del Milan,
oltre ai contanti. Per rinforzare una rosa comunque
già folta sono arrivati l’esterno sinistro serbo Smit,
di proprietà del Bologna; l’ala Antonini
(già due gol per lui), di proprietà della Sampdoria
ma proveniente dal Modena; il jolly Mariniello, poco
utilizzato dal Catania dopo essere stato avversario del Catanzaro nelle ultime
stagioni con la maglia del Foggia. Poco più che una meteora finora il
brasiliano Leandro, alla terza casacca dell’anno dopo quelle
di Napoli e Salernitana. Indubbiamente,
la perdita di Calaiò – un affare sotto il
profilo economico – ha rappresentato un grosso indebolimento dal punto di vista
tecnico, anche se Simonelli è riuscito con
bravura a trovare gli aggiustamenti utili a non perdere efficacia offensiva
.
Ben 14 dei giocatori attualmente in rosa sono andati
in gol: la certezza che la responsabilità di segnare i gol decisivi per
la salvezza non graverà interamente sulle spalle di Varricchio.

LA SQUADRA – Dopo un inizio di campionato abbastanza
difficile, Simonelli ha parzialmente rivisto il suo 4-3-3 molto spregiudicato. Il modulo attuale è un
adattamento sul tema: un 4-5-1 che vede partire da una
posizione leggermente più arretrata i due attaccanti esterni del vecchio
modulo. Tra i molti portieri in rosa Simonelli ha
scelto Ivan come titolare. Davanti a lui, fermo Dicara,
giocano sulle due fasce Fusco e Zeoli con Terra e Fanucci coppia centrale (i primi tre sono tutti ex
Catania). Spazio in difesa anche a Pomante,
promettente terzino destro, e a Smit, utilizzato a
volte anche sulla fascia sinistra di centrocampo
. In mediana, le due ali
sono Antonini (che può giocare
indifferentemente a destra e a sinistra) e il camerunese Job, ma vengono impiegati spesso anche Croce e Smit.
I due centrali di contenimento sono Minopoli e Lo Nero (ma spazio anche per Mariniello
e Garzon), con Russo (o Giampaolo) avanzato a
sostegno di Varricchio. Problemi di formazione per Simonelli in vista del Catanzaro.
Rientrano Fanucci e Lo Nero,
ma il giudice sportivo ferma Sbrizzo (per tre
giornate), Mariniello e Job. Il dopo-Empoli
ha portato anche guai fisici per Pomante e Smit, alle prese rispettivamente con una contusione al
polpaccio e con una distorsione alla caviglia. Quasi pronto Russo, dopo i
problemi intestinali, ma gli dovrebbe essere preferito Giampaolo, in appoggio a Varricchio. Al posto
di Job sulla destra agirà Croce, o in alternativa
Lo Nero. Fuori anche Garzon. Per il resto la squadra sarà quella titolare. Difficile, ma
non da escludere, un assetto più offensivo con l’inserimento di un’altra
punta accanto a Varricchio. Per il Pescara è
una partita fondamentale: vietato fallire.

Probabile formazione (4-5-1): Ivan;
Fusco, Terra, Fanucci, Zeoli;
Croce, Lo Nero, Giampaolo (Russo), Minopoli,
Antonini; Varricchio.

I PRECEDENTI Otto le sfide tra
Pescara e Catanzaro nel passato, l’ultima quindici anni fa: una in serie A, sei
tra i cadetti, una in C. Il bilancio è in perfetta parità con tre
vittorie a testa e due pareggi (1-1 in A nella
stagione ’79-80, gol di Nicolini e Nobili su rigore;
0-0 in B nel 1985). La prima vittoria giallo-rossa risale alla C1 del ’58-59:
un 2-0 a tavolino, dopo un’invasione di campo dei tifosi pescaresi, infuriati per
i gol di Rambone e Susan negli ultimi dieci minuti di
partita. Nel 1975, poi, Catanzaro ancora corsaro (1-2) con Palanca e Improta, mentre il terzo successo risale proprio all’ultimo
precedente, grazie a un gol di Bressi.
In perfetta parità anche i gol segnati: 9-9.

L’ANDATA – Una partita dai due volti: primo tempo favorevole
al Catanzaro, secondo di marca pescarese. Rientra
Carbone dopo l’infortunio e la batosta di Vicenza. Il
Catanzaro
sembra volersi rialzare subito, ma Corona spreca una palla gol
tirando sul portiere in uscita. I giallo-rossi
premono, anche dopo l’uscita di Carbone dopo una ventina di minuti per il
riacutizzarsi dell’infortunio alla coscia, ma le occasioni latitano.
Poi, a un minuto dalla fine del tempo, Arcadio incorna
in rete un cross dalla trequarti di Caterino. Nella ripresa, però,
è tutta un’altra musica, dopo una traversa scheggiata da Cammarata in avvio e un presunto rigore reclamato dai giallo-rossi. Il Pescara occupa stabilmente la
metà campo avversaria e Manitta deve compiere tre miracoli su una rovesciata di Fanucci, su un colpo di testa di Fusco e su una mischia
furibonda, prima che Briano al ’91 salvi il risultato frenando Job pronto a
insaccare da pochi passi. Allo scadere, una traversa in contropiede dello
stesso Arcadio legittima la sofferta vittoria, uno degli ultimi sorrisi della
stagione giallo-rossa.

I TIFOSI – Lontani i tempi di Leo Junior in campo e Galeone
in panchina, con lo stadio “Adriatico” ribollente di passione
. Solo 435 gli abbonamenti
staccati dal Pescara (ultima squadra nella serie), meno di 3.000 in media gli
spettatori a partita
. I numeri testimoniano la sfiducia dell’ambiente dopo
il ridimensionamento tecnico imposto dalla società, aggravato dalla
cessione di Calaiò. All’andata gli ultras pescaresi presenti a Catanzaro furono una
sessantina, accolti con indifferenza dai tifosi giallo-rossi.

Ivan Pugliese

ivan@uscatanzaro.net

Autore

Redazione

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