Si sta programmando il futuro
in casa del Catanzaro. Eâ questa la notizia. Nelle
ultime settimane il silenzio che ha accompagnato le sconcertanti prove sul
campo, sembrava il preludio di una fine ingloriosa: il fallimento. E invece qualcosa si muove. Non câè stata la
ricapitalizzazione tanto attesa dai tifosi per il semplice motivo che il
bilancio societario non lo richiedeva. Tanto per essere
chiari: la società giallorossa al 31 marzo scorso aveva pendenze (leggi
stipendi non pagati) per circa 150 mila euro. Unâinezia rispetto ai debiti
accumulati da altre squadre. Non solo, è molto probabile che a fine campionato
le casse giallorosse registrino un attivo. Questo perché
alcuni calciatori hanno definito la rescissione del contratto. Eâ questa
la seconda notizia: ieri in città si è rivisto il centrocampista Lafortezza, assente ingiustificato da oltre un mese. Ha
parlato con i dirigenti, trovando un accordo. La sua avventura in Calabria è
finita in malo modo proprio come era iniziata
(fischiato e sostituito dopo
allâesordio contro
Altro addio con Mauro Bonomi. Il difensore è ufficialmente infortunato, ma in
realtà anche lui è un ex giallorosso avendo sottoscritto lâannullamento del
contratto.
Tutti questi movimenti sono
solo la punta dellâiceberg. I quattro soci (Parente, Princi, Procopio e
Mirante) hanno stilato un programma per gestire nel migliore dei modi il
futuro. Molte cose cambieranno, ma non ci sarà nessun disimpegno
economico. âEâ stata una stagione disastrosa â sottolinea
Saverio Procopio -, dobbiamo cercare di sfruttare lâunico aspetto positivo: la
retrocessione è un fatto acclarato ma si può iniziare a lavorare da subito per
la prossima stagione. In primo luogo, occorre trovare una figura di assoluto valore che gestisca lâarea tecnica. Un direttore
generale, tanto per intenderci. Inutile girarci intorno: lâimprovvisazione non
paga in nessun settore. Tanto meno nel calcio. Da parte nostra câè stata
presunzione. Forse il troppo entusiasmo ha prodotto risultati negativi. Di
sicuro, bisogna voltare pagina alla sveltaâ.
Come, è presto detto. Il primo
intervento è teso a evitare altre mortificazioni
settimanali ai tifosi (câè chi parla di possibile campionato falsato proprio
per le prestazioni offerte dal Catanzaro). Ancora Procopio. âChi non ha
motivazioni sta fuori. Meglio sfruttare le partite che
restano per far esordire qualche giovane e cercare di trovare un assetto per
lâanno prossimo. Abbiamo delle certezze: in attacco la coppia Myrtaj e
Corona dovrebbero far bene anche in C1. Poi câè la
questione Carbone. Lui aveva sposato in pieno il nostro progetto, rinunciando
alla serie A. Penso che abbi la voglia giusta per restare con noi il prossimo
anno. Ne discuterà con il nuovo direttore generale, a noi farebbe
piacere se restasse. Comunque, con alcuni giocatori ci
ritroveremo proprio per capire quali intenzioni abbiano. Valuteremo caso per caso. Iniziando da Ferrignoâ.
Il reintegro dellâex capitano è sembrata una concessione ai tifosi, ma
Procopio smentisce. âUna cosa è sicura: non ci faremo più condizionare
dallâambiente. Quali saranno gli obiettivi futuri? Due anni fa il Catanzaro è stato promosso in un anno in cui si doveva
solo puntellare
In questa stagione è accaduto il contrario. Bisogna imparare dai propri errori.
Ripeto: ne abbiamo commessi molti. Per comprare
giocatori occorre avere agganci giusti e il cosiddetto pelo sullo stomaco. A
gennaio ne abbiamo avuto la riprova: Cagni aveva
indicato dei nomi precisi, ne sono arrivati altri. Purtroppo eravamo con
lâacqua alla gola e ci siamo dovuti accontentare. Eâ solo un esempio, ma
chiarisce tante cose. Precisato questo, il resto sono
solo illazioni: chi parla di fallimento è davvero fuori strada. Le intenzioni
sono altre. A giorni definiremo lâorganigramma societario proprio per sgomberare
ogni dubbio. La nomina del direttore generale sarà il secondo passo. Poi si
passerà ad allestire una formazione competitiva per
cambiando registro sarà possibile risalire la china in tempi rapidiâ. Speranze
condivise da una tifoseria traumatizzata.
Francesco Ceniti
Il titolo è diverso da quello apparso sul quotidiano citato